Dom 1 Mag 2011
insieme verso la fine del mondo
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , ComunicazioneNo Comments
Dom 1 Mag 2011
Mar 19 Apr 2011
2005-08-18 13:00:00
Avevo deciso di non rispondere ai deliri di Paolo Borrelli, soprattutto a quelli che ha inviato al mio indirizzo di posta elettronica, me lo hanno consigliato anche tutti gli amici che hanno letto le sue missive allucinanti ed allucinate, e tutti quelli che prima di me hanno dovuto fare i conti con la ormai nota “persecuzione Borrelli ” che al cambio di stagione trasferisce le proprie frustrazioni sul malcapitato di turno (so già chi sarà la prossima vittima). Questa volta però, dopo la sua lettera pubblicata da questo sito il 12 agosto 2005, voglio rivolgere un appello a tutti, o almeno a tutti quelli che in questa piccola regione “contano qualcosa nelle istituzioni” soprattutto tra i suoi pochi amici ben piazzati: per carità trovate un’occupazione a Paolo Borrelli. Se non volete farlo per me, fatelo per tutte le persone che sono miracolosamente scampate al terremoto, all’alluvione e a quant’altro di disgraziato è avvenuto in questa regione, ma che sono invece cadute nella trappola claustrofobica di “un “plurilaureato” ingiustamente da voi ignorato. O almeno, se lo riterrete più semplice, ogni volta che utilizzerete la parola “arte” aggiungete tra le note di spesa il suo nome. Forse solo in questo modo, e sempre per la pagnotta, rinuncerà a perseguitare chiunque si occupi di arte senza il suo consenso.
Cosa dire poi di un critico d’arte che alla fine di ogni paragrafo aggiunge i suoi titoli di studio e le importanti amicizie? Un critico “militante” che vede nell’opera da me proposta ultimamente al Maci: “Tentativo di ricordare” addirittura l’autoritratto del Caravaggio decollato? Nulla, assolutamente nulla, se non che la visionarietà è tipica dell’artista ma poco calzante al ruolo del critico che dovrebbe produrre chiarezza.
La follia incalza e Paolo nella sua visionarietà perniciosa comincia addirittura a suggerire agli artisti cosa e come devono dipingere, quali mezzi utilizzare, quali tecniche e quali soggetti. Suggerendo a noi un’altra visione, sicuramente più inquietante, quella del poveraccio che non ci si raccapezza più, che non avendo più la forza o la capacità di mettersi in discussione gradirebbe che tutto rimanesse immutato, di modo che gli standard della sua “critica precotta” non debbano subire fastidiosi aggiornamenti.
Mi attribuisce con saccente ironia la scoperta tardiva di quella che lui chiama nel suo sproloquio “Big Generation”, dimostrando, lui si, di aver intravisto solo di sfuggita qualche copertina ma mai letto per intero uno degli autori della Beat Generation.
Molti di noi hanno ancora voglia di fare ricerca in arte senza preoccuparsi del giudizio di pochi critici accattoni, lui che non ha mai dimostrato uno straccio di dignità per criticare i potenti e i decisori politici (vedi il balletto indegno su “Sensi contemporanei”) ha ancora la capacità di starci dietro? Se si, ci si potrà divertire molto in futuro.
In ultimo e solo per fare chiarezza, qualche giorno fa “il nostro unico critico d’arte molisano” ha candidamente confessato ad un amico comune che nel libro sull’arte contemporanea regionale, l’ennesimo (sic!), che da oltre un anno gli è stato commissionato/regalato da un’istituzione locale, peraltro con invidiabile anticipo già elargito (che neanche la Mondadori potrebbe consentirsi), dopo gli ultimi atteggiamenti ostili da me e dall’altro malcapitato intrapresi (Quali? Quando? Non è dato sapere) non saprebbe più cosa scrivere su di noi. Come se la Storia dell’arte, anche quella di una piccola e marginale realtà come la nostra, fosse una paccottiglia da vendere al miglior offerente a seconda degli umori e dei tiramenti del curatore di turno e non, invece, una doverosa disanima scientifica degli eventi e delle personalità effettivamente in gioco. Questo a testimonianza della pochezza e dell’inaffidabilità di una critica davvero provinciale e cialtrona.
So già, conoscendolo, che inonderà questo sito e la mia casella di posta elettronica con una raffica di offensivi vaneggiamenti, che però non mi vedranno più disponibile a riempire ulteriori vuoti a perdere.
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Arte, parte l’edizione di ‘Gemine Muse’
2004-12-18 11:00:00
Dal 21 dicembre ritorna l’appuntamento di arte contemporanea con la terza edizione della rassegna “Valica i confini nazionali”. Nel Museo Sannitico provinciale di Campobasso saranno esposte le opere di Marco Fantacone, Nicola Micatrotta e Carlo Parente curate dal critico Paolo Borrelli.
In 9 Paesi europei 36 musei aprono le porte a 106 giovani artisti con l’iniziativa “Gemine Muse 2004” per allargare gli orizzonti e valicare i confini nazionali per la terza edizione della rassegna di arte contemporanea. Una serie di mostre con opere ispirate ai capolavori delle collezioni museali, un dialogo tra arte contemporanea e arte antica, un legame tra le forme espressive degli artisti di generazioni e tempi diversi: dal passato, al presente al futuro. La ormai consolidata rassegna di arte contemporanea promossa dalle associazioni Gai – Circuito Giovani Artisti Italiani, Cidac – Citta’ Italiane d’Arte e Cultura, in collaborazione con la Darc – Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee, Dipartimento per i Beni Culturali e Paesaggistici del ministero per i Beni e le Attivita’ Culturali, e con il sostegno di Culture 2000 – Direzione Generale Educazione e Cultura della Commissione Europea, coinvolge quest’anno, oltre ai musei di 28 citta’ italiane, anche 8 musei di otto Paesi europei. “Dopo il lusinghiero successo delle passate edizioni – spiega Fiorenzo Alfieri, presidente delle asociazioni GAI e Cidac – abbiamo deciso di allargare il network artistico anche allo scenario internazionale, rafforzando comunque il nostro impegno in Italia”. La peculiarita’ dell’edizione 2004 di Gemine Muse, curata da un gruppo di 47 critici d’arte, coordinati da Giacinto Di Pietrantonio, e’ lo scambio di esperienze tra i giovani artisti italiani e quelli europei selezionati per l’iniziativa, pur mantenendo le caratteristiche di vetrina per la presentazione di lavori inediti degli artisti attraverso il rapporto diretto con le grandi opere d’arte del passato. A Campoasso la mostra sara’ inaugurata martedi’ 21 dicembre, alle ore 17,00, presso il Museo Provinciale Sannitico, Palazzo Mazzarotta, in Via Chiarizia 12. Prima della cerimonia e’ prevista una breve conferenza stampa alla quale parteciperanno l’assessore comunale alle Politiche Giovanili, Michele de Santis, il critico Paolo Borrelli, gli artisti selezionati e la direttrice del Museo Sannitico, Angela Di Niro.
art.599 1° e 2° comma – a distanza di poche ore
Dom 6 Mar 2011
http://www.luspio.it/news.aspx?id_n=296
Mercoledì 9 marzo alle ore 16:30 nel Centro di Studi italofrancesi (Roma, Piazza di Campitelli 3) sarà presentato il volume “Luci e ombre del Futurismo” curato da Antonio Gasbarrini e Novella Novelli per Angelus Novus Edizioni dell’Aquila.
Nel libro, di oltre 400 pagine, sono pubblicati gli Atti dell’omonimo Convegno internazionale sul Centenario del Futurismo tenutosi alla Luspio, che aveva registrato la partecipazione di circa venti “agguerriti” studiosi italiani e stranieri. Dopo i saluti di Luca Danese (Presidente CdA Luspio), Antonio Iodice (Presidente Istituto di Studi Politici “San Pio V”) e Giuseppe Acocella (Magnifico Rettore Luspio), toccherà a Valeria Pompeiano (Direttore del Centro di Studi Italofrancesi), Marino Freschi (Direttore rivista “Cultura tedesca” e Gabiel-Aldo Bertozzi (Direttore rivista Bérénice), mettere a fuoco le molteplici angolazioni storiografiche e critiche leggibili nelle dense pagine di “Luci e ombre del futurismo”.
Lumières et ombres du futurisme
ANTONIO GASBARRINI – NOVELLA NOVELLI
Antiacadémique et, par certains côtés impertinent, voire exubérant, le Congrès Lumières et
ombres du Futurisme qui s’est tenu en octobre dernier à l’occasion du Centenaire, a certes résolu
quelques noeuds importants mais n’a pas manqué d’en créer de nouveaux. Au fil des 24
communications, les lumières ont au bout du compte, et de très loin, surpassé les ombres. Des
ombres tant idéologiques qu’esthétiques. Mais on peut dire que la démarcation chromatique et
allégorique n’est jamais apparue de manière tranchée . Les zones de pénombre, cependant, ont été
investies d’une dignité théorique propre.
C’est de celles-ci qu’il faudra partir pour lancer, dans l’immédiat, des travaux de recherche plus
systématiques que ceux qui sont proposés, et qui sont souvent pénalisés par l’exigüité de l’espace
typographique réservé par l’auteur. La plupart des textes occupent en moyenne de 15 à 20 pages.
L’on oscille ensuite d’un minimum de 5 à 6 pages à un maximum d’environ 70 pages, avec des
valeurs médianes d’une trentaine de pages. Ici, la longueur du texte n’influe pas sur la valeur de
la contribution. A l’hétérogénéité apparente de l’ouvrage correspond fort heureusement une
haute, et même parfois une très haute tension de « recherche ».
Gino Agnese et Giordano Bruno Guerri ont décrit, avec une rare efficacité de synthèse, certains
des aspects peu connus de la biographie des deux principaux protagonistes de la première et de la
dernière heure: Boccioni et Marinetti. Le premier se fonde sur des documents inédits qui ont
révélé – non sans recourir à la fable d’une histoire d’amour avec Augusta Popoff mûrie à Paris –
le voyage en Russie et la naissance de son fils Pierre (1906-1907) – épisodes très significatifs dans l’évolution de sa formation. Le second, avec la prose pétillante qui le distingue, met en exergue les jalons de la biographie mouvementée de Marinetti, qui s’est terminée au plan existentiel, mais symboliquement aussi, par l’épitaphe
gravée sur une pierre tombale abandonnée, au cimetière de Milan, “Filippo Tommaso Marinetti.
Poète”.
Antonio Picariello, toujours dans la veine biographique, en souligne à bon escient l’in-printing
nord-africain assimilé dans sa ville natale, Alexandrie d’Égypte, in-printing qui se muera en appât
fatal pour cette énergie magique, ludique et ésotérique – primordiale mais non archaïque – qui
donne son trait le plus significatif au Futurisme héroïque.
Qui, mieux que l’un des plus profonds connaisseurs et érudits du fondateur du Futurisme, son
neveu Leonardo Alaeddin Clerici, pouvait traiter de manière aussi originale l’hyperdimension gnostique,
si mal connue, du père de l’Avant-garde? L’écriture funambulesque parfois hermétique,
irrespectueuse des canons linguistiques consacrés, a offert plus d’un casse-tête aux responsables
de l’ouvrage…
Giovanni Lista a de son côté analysé en 15 points les principaux paradigmes de la poésie
futuriste: en partant de son rôle historique, joué dans la modernité, et en aboutissant à la pratique
esthétique peu étudiée du « Manifeste comme art ». Une véritable « leçon de style » qui n’a rien à
envier, tant s’en faut, à de simples exercices à la Queneau.
Mer 23 Feb 2011
Gio 17 Feb 2011
Lun 7 Feb 2011
Lun 24 Gen 2011
http://www.aldoborgonzoni.com/
Fra due anni, nel 2013, sarà celebrato il centenario della nascita di Aldo Borgonzoni, pittore tra i più significativi dell’arte iconica italiana del novecento, assai noto per essere stato interprete, con mirabili cicli pittorici delle problematiche sociali ed ecclesiastiche del dopoguerra. Ci si riferisce in particolare alla suite di opere sul tema delle mondine e sul Concilio Vaticano II. Il grande maestro, di cui Arturo Carlo Quintavalle ha scritto essere uno dei maggiori esponenti della pittura realista in Europa, con una singolare interazione tra espressionismo tedesco e pittura informale portata avanti dal suo amico ed estimato Francesco Arcangeli, ebbe nel dopoguerra stretti e significativi rapporti e frequentazioni con l’Abruzzo e le Marche.
Ora, in occasione della mostra “La materia nello spazio urbano†con 40 artisti, allestita da Antonio Picariello per ricordare Elio Di Blasio al Mediamuseum di Pescara di cui la nostra rivista si è occupata con un ampio servizio nella quale era stato incluso anche Borgonzoni , è maturata l’idea di proporre uno studio approfondito proprio in vista del centenario del 2013 sui rapporti di Aldo Borgonzoni con il territorio marchigiano e abruzzese. A questo proposito vanno ricordate le numerose mostre allestite al pittore bolognese dalla Galleria Margutta di Pescara, la monografia edita da Artechiara sempre di Pescara con saggi critici di Leo Strozzieri e Maria Augusta Baitello, le partecipazioni alla Biennale d’Arte Sacra di San Gabriele e alla Triennale di Celano; per quanto riguarda la Marche un interesse particolare deve essere riservato alle monografie per le edizioni Nuova Foglio di Giorgio Cegna, fondatore dell’Accademia di Macerata, ai saggi storici di Armando Ginesi, Carlo Bugatti del Museo d’Arte Contemporanea di Senigallia, e da ultimo dell’indimenticato magnifico rettore dell’università di Urbino Carlo Bo.
L’idea di studiare i proficui rapporti di Borgonzoni con le due regioni avanzata, come detto, dal critico molisano Picariello, è stata fatta propria dall’Archivio e Centro Studi Aldo Borgonzoni che ha sede in Bologna a suo tempo fondata da Alfonsina e Giambattista Borgonzoni; l’archivio metterà a disposizione di coloro che intenderanno partecipare alla realizzazione del progetto che dovrà culminare in una grande rassegna antologica in due città di Abruzzo e Marche, il materiale documentario, libri, articoli, fotografie, ecc. in possesso.
Si pregano pertanto i critici, le istituzioni e i collezionisti, disponibili ad aderire all’iniziativa di inviare all’Archivio la documentazione cartacea e video esistente sull’argomento.
Chi scrive ritiene particolarmente interessante questo progetto espositivo al quale darà entusiasticamente la sua collaborazione, vuoi per onorare la memoria di un amico, vuoi perché Borgonzoni è stato tra i pochissimi artisti della cosiddetta area di sinistra in grado di promuovere un fattivo dialogo con la cultura cattolica. Memorabili a questo proposito i suoi incontri con il cardinal Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, grande amico del maestro. Un esempio, il suo, di ecumenismo laico, se così vogliamo chiamarlo, che ci ha fatto comprendere come i principi del comunismo (quello genuino e non quello applicato storicamente) non siano poi così lontani dal messaggio evangelico.
. Questo un succinto profilo biografico di Borgonzoni: nato a Medicina (BO) nel 1913, alla fine degli anni ’30 è tra i pittori operanti entro l’esperienza espressionista, praticata a Roma e Milano dai colleghi della Scuola Romana e Corrente. Nel 1941 in occasione del Premio Bergamo conosce Guttuso, Cassinari, Migneco e Morlotti. Nell’ambiente artistico bolognese è assiduo frequentatore della Galleria di Cronache insieme a Corsi, Mandelli, Rossi, Minguzzi; qui tiene nel 1946 la sua prima personale. L’anno successivo lo troviamo a Parigi con Mandelli, sicché la sua pittura si evolve in chiave neocubista. Impegnato politicamente a sinistra, come ben si evidenzia nel ciclo di opere sulle mondine, nel ’57 soggiorna a Mosca, mentre nel decennio successivo comincia ad eseguire le stupende opere del ciclo sul Vaticano II. Seguiranno opere legate ai temi virgiliani, dedicandosi in particolare ad un significativo studio su “La Bojeâ€, la terra del Po. Si è spento nel 2004 dopo lunga malattia. Numerose le monografie sulla sua opera con saggi dei massimi critici italiani: in occasione dell’inaugurazione della mostra “La donazione Aldo Borgonzoni†tenutasi nell’aprile del 2003 è uscito il primo volume del catalogo generale dei disegni e tecniche miste. Va ricordato che l’artista fu eccellente nel disegno, anzi forse le opere sue più riuscite sono proprio quelle in cui la formatività del segno, sempre fluente e spedito, è resa splendidamente apologetica.
ARCHIVIO E CENTRO STUDI ALDO BORGONZONI
Ven 21 Gen 2011
La felicità è autentica solo quando è condivisa.
Tommaso Ausili – The Hidden Death (Slaughterhouse)
Tommaso Ausili ha vinto il Sony World Photography Award nella categoria “Vita contemporaneaâ€, con la serie “The Hidden Death†(la morte nascosta), dedicata all’uccisione degli animali nei mattatoi.
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Winners gallery 2010 (World Press Photo of the Year 2009)
Molto belle le foto di quest’anno, non vedo l’ora di prendere il catalogo.
Ci sono anche diversi italiani.
Questa serie di Tommaso Ausili mi ha colpito molto, mi ha fatto tornare in mente la serie “Mattatoio†di Mario Giacomelli del 1961, realizzata nei macelli comunali di Senigallia, di cui disse:
“Serie iniziata e finita in pochi minuti per il grido spaventato, pauroso dei poveri impotenti animali che mi hanno straziato l’anima e mi hanno portato a scappare da quel posto maledetto.â€
(verso di una stampa della serie)
“Al mattatoio volevo capire da vicino come avveniva l’uccisione delle bestie, perchè il solo pensarci mi metteva tristezza. Al maiale io sapevo che tagliavano la gola, ho visto invece che lo colpiscono alla tempia, in fronte, qui, con una rivoltella e allora stramazzavano al suolo; gli tiravano su le gambe con un colpo e poi… tan! Ma non è questo che mi ha messo paura.
Da sopra buttavano giù i maiali, si vede nelle fotografie; dal camioncino che avevano scivolavano giù, così. Li vedevo da dove stavo a fotografare. I maiali, poverini, si mettevano, se questo è il muro, con la testa a ventaglio , così: qui c’era la testa di uno, qui la testa di un altro, come un ventaglio… E gridavano, con una tale forza! Questo fatto mi ha messo un tale male dentro l’anima che ho preso e sono fuggito subito, di corsa.
Mi sembrava che capissero proprio. Capiscono: un uomo con un bastone e una grossa corda non riusciva a tenere ferma una mucca che stavano portando dentro per ucciderla; per fortuna era legata con la corda, perchè se no sarebbe fuggita! Mica ce la facevano a tenerla! Solo dopo è riuscito a darle una legata; c’erano dei pali di ferro, l’ha legata lì. Non ci riusciva perchè lo senti che loro sanno che le uccidono. Gridano proprio, non vogliono. Quello dei maiali era proprio un grido… Sai quando i bambini piccoli tutto ad un tratto si mettono a piangere? Mi ha fatto così male il cuore che ho preso e ho detto: basta, vado via, non voglio saperne più niente.
Potevo ritornare, conoscevo chi ci lavorava, avevo il permesso, ma non sono tornato più, non ne ho più avuto il coraggio.â€
(dalla lunga conversazione di Mario Giacomelli con Simona Guerra)
Dom 16 Gen 2011
PANOPTICON
INDICE DEL LIBRO
STORIA DELL’ARTE, VANITA’ e  LADRI DI GALLINE
DEFINIZIONE DI ARTISTA
DEFINIZIONE DI CRITICO
DEFINIZIONE DI ARTIGIANO
DEFINIZIONE DI GIORNALISTA
DEFINIZIONE DI POLITICO
DEFINIZIONE DI ESTETICA
DEFINIZIONE DI DOCENTE UNIVERSITARIO
DEFINIZIONE DI CRITICO MILITANTE
DEFINIZIONE DI SCRITTORE
DEFINIZIONE DI MOVIMENTO
DEFINIZIONE DI ARTE SACRA
CAMPOBASSO
 TERMOLI
CAMPOMARINO
CASACALENDA
VENAFRO
AGNONE
LARINO
SANTA CROCE DI MAGLIANO
NAPOLI
PESCARA
BOLOGNA
CESENATICO
RIMINI
SAVIGNANO
ROMA
TORINO
SALERNO
AVELLINO
MILANO
ISERNIA
EUROPA
SUD AMERICA
AFRICA
LETTERATURA ARTISTICA
RIVISTE E EDITORI PEREPE’
BIBLIOGRAFIE RAGIONATE
Lun 10 Gen 2011
L’Archivio e Centro Studi Aldo Borgonzoni fondato nel 2007 da Alfonsina e Giambattista
Borgonzoni, con all’attivo oltre 16000 contatti circa 1000 archiviazioni di opere e diverse mostre
istituzionali e in gallerie d’arte,si è pone l’obbiettivo di  realizzare una grande mostra antologica
nel 2013 , Centenario della nascita del Maestro.
L’Archivio ritiene altresi’ che questa proposta dovrebbe scaturire prioritariamente dalla Citta’
di Medicina,ovvero dal territorio che rappresenta ,per la sua storia rurale e per  le sue
significative testimonianze religiose ,il cuore stesso della poetica del Maestro.
La  fama  di Aldo Borgonzoni ,legata particolarmente ai cicli pittorici dedicati al mondo
contadino medicinese  e al Concilio Vaticano II ,è di ambito non solo italiano ed
ha interessato  alcuni fra i maggiori  critici d’arte dello scorso secolo, come Francesco Arcangeli,
Ludovico Ragghianti,Carlo Bo ed in particolare i contemporanei Arturo Carlo Quintavalle
e Claudio Spadoni.
Per questa ragione il Centenario non dovrebbe essere definito solo in un ambito locale,
,comunque determinante per la presenza della Pinacoteca A.B, ricca di  un centinaio di straordinari
disegni datati dagli anni’40 in poi donati dal Maestro  e per gli affreschi dipinti nel 1948 nella Casa
del Popolo,ma  dovrebbe  interessare anche Bologna ,dove egli ha vissuto  fin dagli anni ’30,
quindi le Istituzioni come il Comune, l’Universita’, il Museo Cardinale  Giacomo Lercaro,
l’Istituto dei Beni Culturali,che gia’diresse il restauro degli affreschi ,la Regione Emilia-
Romagna e da quanti. nel settore industriale e culturale intenderanno aderirvi.
In particolare per Bologna, citta’ che non ha ancora  realizzato una  antologica istituzionale sul
Maestro,si pensa ad una rassegna dal titolo -1913 -2013 Anteprima di Aldo Borgonzoni- da
inaugurare eventualmente un mese prima della mostra medicinese, come forma significativa di
comunicazione per i media italiani.
Questa iniziativa , da svolgersi in contenitori adeguati ,potrebbe riguardare 9-12 opere significative
per il Ciclo del Mondo Contadino ed altrettante per il Ciclo del Concilio Vaticano II, con
allegati documenti fotografici e carteggi dell’epoca..
Si ricorda che nel 1994 sul tema del Concilio del Maestro si tenne una straordinaria rassegna
nell’Aula Magna di Santa Lucia di Bologna,sotto l’Egida dell’Universita’ di Bologna e della
Fondazione Cardinale Lercaro e con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana.
Considerando la sfavorevole e persistente congiuntura economica italiana,  l ‘Archivio A.B. è
consapevole delle difficolta’ , per il reperimento delle risorse necessarie ad organizzare
un evento  policentrico dal punto di vista culturale,organizzativo e di comunicazione.
Sarebbe quindi opportuno definire in primis gli Enti   aderenti con funzione propulsiva   per
l’evento , altresi’ un Comitato Scientifico rappresentante il mondo della cultura
e i critici curatori ed infine  il Comitato Organizzativo al quale potrebbero aderire cultori
d’arte e collezionisti che hanno a cuore questa iniziativa.
Quale elemento favorevole possiamo al contrario sottolineare la rilevanza dell’ evento,
che si proporrebbe come riflessione sulla storia  del ‘900 e sulle sue trasformazioni, attraverso la
pittura di uno dei suoi maggiori protagonisti,come ha scritto  nel 2007  il critico e storico
–
dell’arte Arturo Carlo Quintavalle.
Lo stesso critico dell’arte che nel 2010  ha inserito un grande dipinto del 1937 di A.B.
nella mostra parmense – Il secolo lungo- una indagine straordinaria, fra design ,moda e pittura,
sullo scorso secolo.
Quindi l’Archivio A.B. ritiene che questa Mostra diffusa sul territorio, grazie alla possibile
collaborazione fra  Istituzioni non solo emiliane, grazie al contributo di  critici come Arturo
 Carlo Quintavalle e Claudio  Spadoni  e agli apporti di  Adriano Baccilieri, Carlo Bugatti, Giorgio  Di Genova,  Nicola Micieli, Marcello Azzolini,Clotilde Paternostro, Marilena Pasquali, Franco Solmi, Franco Patruno,  Antonio Picariello, Orlando Piraccini,  Ezio Raimondi,Armando Ginesi, Leo Strozzieri , Luigi Tallarico ecct , potrebbe raccogliere finanziamenti non solo  dalle
Istituzioni,ma anche da Banche, da Industrie  cooperative e non e dal collezionismo privato.
Un evento  è rilevante, se suffragato da iniziative editoriali di pregio e dalle recensioni
dei media nazionali ,cio’comporterebbe una complessita’organizzativa ,costi per il trasporto e
l’assicurazione delle opere,come  del resto gia’ avvenne per la Mostra di Riccione del 2009, a  cui
si  aggiungerebbero i costi di allestimento, quelli per i critici curatori e quant’altro necessario.
Appare chiaro che solo ad una verifica dei finanziamenti  realmente pervenuti,ad esempio a meta’
del 2012, sarebbe possibile  dimensionare la macchina organizzativa  dell’evento sulle
risorse economiche disponibili e quindi sulle scelte dei critici curatori.
Certamente prima di sollecitare finanziamenti  sarebbe necessario  creare attorno alla iniziativa un
adeguato consenso culturale, cercando l’adesione di Istituzioni che gia’ hanno avuto rapporti con
l’Archivio o prima direttamente con il Maestro come la Gam oggi Mambo di Bologna,la
Fondazione Ragghianti di Lucca, la Fondazione Carisbo di Bologna, la Fondazione Cardinale
Lercaro di Bologna, la Fondazione Mazzariol di Venezia, il Museo Vaticano, l’Universita’di
Bologna,l’Universita’ di Urbino,il Mar di Ravenna, Museo dell’Informazione di Senigallia,il
MuseoRimoldi di Cortina d’Ampezzo ecct e da varie Pinacoteche dell’Emilia-Romagna,
censite sapientemente dall’Istituto dei Beni Culturali della Regione.
Relativamente alla eventuale  tematica organizzativa, l’Archivio A.B. è disponibile a offrire
l’esperienza maturata in questi anni ,anche con l’ottenimento  dell’Alto Patronato della
Repubblica Italiana   per  rassegna riccionese , curata nel 2009 dal critico Claudio Spadoni
–Aldo Borgonzoni testimone del tempo-
Qualora si decida di aderire alla proposta , sarebbe utile individuare un Ente  eventualmente
ONLUS, per la raccolta e il coordinamento  dei finanziamenti pubblici e privati ,in primis quelli
dello stesso Comune di Medicina, determinanti per onorare un
concittadino che ha diffuso  con
l’arte la storia e l’immagine dell’ amato territorio,
ARCHIVIO E CENTRO STUDI ALDO BORGONZONIÂ Â WWW.ALDOBORGONZONI.COM