Sab 25 Ott 2008
Occidente, marzio rosi
Posted by Antonio Picariello under Comunicazione , manifesti/CriticaNo Comments
Sab 25 Ott 2008
Ven 24 Ott 2008
Mer 22 Ott 2008
Lun 20 Ott 2008
Sab 18 Ott 2008
Mostra personale dell’artista Giuse Fiorentino
A cura di Antonio Picariello
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Luogo: Archetyp’Art Gallery Via Marconi, 2 Termoli
Data: 19 ottobre / 5 ottobre 2008
Inaugurazione: domenica 19 ottobre 2008 ore 18.00
Orario di apertura: 18/20 nei giorni: mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica.
Direzione artistica: Antonio Picariello
Organizzazione e segreteria: Nino Barone
Informazioni: www.criticart.it
Contatti: archetypart@yahoo.it N.Barone 329.4227383
Biografia Sintetica
Una retrospettiva dell’artista Giuseppe (Giuse) Fiorentino nato a Larino 1937 / + MI 2003
la sua prima mostra risale al 1955 a cui fanno seguito gli eventi di Napoli 1958, di Roma 1959, Firenze 1960, Torino 1962-1963, Milano 1965, Londra 1965. artista di fama internazionale ha esposto a Parigi, Zurigo, Stoccolma, Baltimora, New York.
L’astrattismo geometrico, lo spazialismo, la figurazione ed un periodo di ricerca caratterizzano gli anni ’60 della sua produzione. Segue l’esperienza newyorkese, così importante e decisiva nella sua attività artistica.
‘In America intravvede un nuovo modo di esprimersi, ma è un modo che è già in lui’ce l’ha dentro, da sempre. Ci sono le grandi campiture cromatiche, colori puri, piatti, lucenti. Per quanto, dicendo di Fiorentino, ci sia sempre fatalmente un riferimento alla ‘pop”in realtà c’è solo nei colori e nel modo di raccontare. Non nel racconto. Nei suoi quadri c’è, invece, un disegno preciso, molto ben definito, quando occorra elegante’ .
Al suo rientro in Italia fonda STUDIO 2, un centro culturale a disposizione della controinformazione. Il suo impegno sociale prende corpo nell’arte comportamentale relativa alla metà degli anni ’70. Le Mostre personali dal ’58 all’ ’85 a Napoli, Roma, Milano, Torino, Firenze, Londra, New York, Copenhagen, sono comparabili, per prestigio,  con i molti riconoscimenti della Critica : Premio Mid Times – Roma, Premio Onda Tv – Milano, Premio Cesare D’Oro – Verona, Premio Targa d’oro della Critica – La Spezia.
Le sue opere figurano in musei, collezioni pubbliche e private italiane e straniere.
La documentazione sull’attività artistica di G. Fiorentino è reperibile presso l’Archivio per l’Arte italiana del ‘900 di Firenze, l’Archivio storico della Biennale di Venezia, l’Archivio storico della quadriennale di Roma, l’Archivio Studio Centro Documentazione di Pavia.
http://www.primonumero.it/attualita/news/index.php?id=1224258042
http://www.molisenews.net/2008/10/18/domani-allarchetyp-art-gallery-apre-la-personale-di-fiorentino/
http://www.estatermoli.it/news.asp?id_news=3866
http://www.wikio.it/news/Giuse+Fiorentino
http://www.primapaginamolise.it/detail.php?news_ID=11477&goback_link=index.php
http://www.informamolise.com/content/view/9023/2/
http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?action=print&day=1216418400
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Mer 15 Ott 2008
Mer 15 Ott 2008
 Qual è stato il suo percorso nel mondo della creatività ? Quando avevo nove anni volevo fare l’astronauta.
Poi ebbi la mia prima carie e la Nasa mi disse che gli astronauti non potevano avere carie per via dei cambiamenti di pressione all’interno delle astronavi. Addio sogno di fare l’astronauta, addio astrofisica.
M’iscrissi a Economia alla Bocconi di Milano. Dopo due anni passai ad Architettura, forse perché volevo fare la cosa opposta, ma non avevo mai pensato di diventare architetto, curatrice, esperta di design. È un po’ come se non avessi scelto, ma avessi invece colto al volo le opportunità che mi si presentavano. Alla Facoltà di Architettura cercai di lavorare come architetto, ma non ero molto brava, perciò una ventina d’anni fa accettai un lavoro temporaneo alla Biennale per organizzare una mostra e quello fu l’inizio di una reazione a catena: quattro anni alla rivista Domus, due ad Abitare, poi cominciai a venire negli Stati Uniti a insegnare, facevo avanti e indietro, finché su una rivista vidi un annuncio per questo incarico al MoMA che ottenni quattordici anni fa.
C’è una differenza sostanziale tra Stati Uniti e Italia nell’insegnamento del design?
Enorme. Nella maggior parte delle scuole americane il design è abbinato all’arte e io lo trovo molto pericoloso, perché credo che
i designer dovrebbero studiare i cantieri, la tecnologia dei materiali, apprendere i fondamentali e poi spiccare il volo. Se invece cominciano da artisti, penseranno sempre come artisti e le differenze tra artisti e designer sono molto sottili e hanno perlopiù a che fare con l’autonomia e la libertà . Un artista può scegliere se essere responsabile, se lavorare o meno con altre persone; un designer deve farlo per definizione. Negli Stati Uniti i designer pensano di potersi esprimere senza prendere in considerazione gli altri. Poi si ritrovano ad affrontare il mondo del commercio, del marketing e
computer potevano comunicare tra loro. Schermo grigio, lettere verdi, bisognava digitare tutti i comandi fino a quando i designer hanno creato l’interfaccia. All’improvviso c’erano bottoni, finestre, linee su cui cliccare e tutti hanno potuto usare la rete. Oggi i designer stanno facendo lo stesso con la nanofisica, la nanotecnologia e l’ingegneria del design. Comunicano a scienziati e tecnocrati le esigenze della gente e alla gente forniscono innovazioni che sarebbero altrimenti ingestibili.
In alcune didascalie parlava della biomimica, dell’apprendimento del designer dalla natura. Può spiegare questo concetto? Succede ovunque nel mondo. La natura ci ha sempre mostrato il modo migliore di costruire, ma noi non siamo ancora riusciti a decifrare il segreto, perché il segreto è disegnare non tanto dall’alto verso il basso quanto dal basso verso l’alto, partire dalle cellule, dalle particelle, e infondere loro vita come se fossimo dèi, per poi lasciarle crescere. Abbiamo quindi cercato di capire ex novo come volare osservando le libellule e come muoverci osservando i bruchi e Altri animali. Questa  disciplina è stata  sintetizzata nel termine «biomimica» da Janine Benyus qualche anno fa. Il motivo per cui è un aspetto molto importante di questa mostra è che il computer, malgrado la sua artificialità , ci ha permesso di avvicinarci molto di più all’organicità della natura. …….
Ven 10 Ott 2008
Mer 8 Ott 2008
venerdì 10 ottobre 2008 –  alle ore 19,00 – negli spazi del castello svevo di Termoli (CB), con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Città di Termoli, si terranno l’inaugurazione della mostra fotografica Visibilia – Invisibili di terra e di cielo di Flavio Brunetti e la presentazione del libro fotografico curato da AltroVerso.
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L’evento Visibilia, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura della Città di Termoli, comprende:
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1. il reading inaugurale di venerdì 10 a cura di AltroVerso, con letture teatrali su base musicale dei testi di Valentino Campo, Kharim Chaloub, Stefano Calzi, Ibrahim Nasrallah, tratti dall’ultimo fotolibrido di AltroVerso – con la partecipazione delle lettrici Aicha Bouazza, Mari Correa e Cristina Piccinno e la direzione artistica di Luigi Fabio Mastropietro;
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2. a conclusione del reading di venerdì 10, la presentazione del fotolibrido Visibilia, curata dal critico d’arte UNESCO Antonio Picariello e con gli interventi di Valentino Campo e Luigi Fabio Mastropietro;
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2. l‘inaugurazione della mostra fotografica di Flavio Brunetti sugli invisibili di terra e di cielo che resterà aperta dal 10 al 26 ottobre (feriali ore 17,30-21,00 / festivi ore 11,00-13,00 e 18,00-21,00);
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3. due repliche dello spettacolo di e con Flavio Brunetti composto da poesie canzoni e racconti di immagini per i giorni di venerdì 17 e venerdì 24 ottobre alle ore 19,30.
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