Agosto 2006


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E’ un dovere dell’arte rendere omaggio alla verità dell’arte. In fin dei conti, è Syd Barrett che ci ha costruiti. Inviate il vostro contributo: pubblicatelo qui.

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Oggetto: Kalenarte -lettera aperta ad Achille Bonito Oliva-

Illustre Professore, a margine di quanto avvenuto nella sera del 4 agosto a Casacalenda in occasione della serata di chiusura del Molise Cinema 2006, che La vedeva ospite d’onore, desidero portarla a conoscenza di alcune riflessioni.
Naturalmente non stiamo qui a rinnovare i complimenti agli organizzatori del film-festival, una bella realtà in ambito Molisano che va solo incoraggiata a crescere e a diffondere cultura. Mi interessa invece riportare alcune personali considerazioni, in una serata davvero bizzarra ed un po’surreale, degna del miglior Totò che per l’appunto era la sostanza del video da Lei proposto in veste di artista-superpartes. Un collage perfetto, rimanendo in ambiti di arti visive, fatto di nubi con temporale che arriva non arriva, di uno spazio “caritas post terremoto”, un non luogo che fa tanto strapaese, come qualcuno riportava, e poi la platea presa dalle performance del nostro Totò fine maestro di Arte Contemporanea. Il film lo conoscevamo, lo avevamo visto anni fa, ci ha fatto piacere rivederlo a Casacalenda.Egregio Professore a Casacalenda ci ha parlato di Arte Contemporanea ed abbiamo seguito con attenzione il Suo sapere. Ha detto anche di essere venuto già una volta in questo splendido paese, invitato per la presentazione di un’opera facente parte del museo d’arte contemporanea presente su questo territorio, territorio tra l’altro fucina d’idee e di proposte culturali. In più a coronamento della serata e della sua prestigiosa presenza, riceveva una bella kappa opera di Baldo Deodato. Tutto questo va bene, anzi benissimo e fa parte del copione di una serata estiva a metà tra l’impegno e il piacere del relax, tipico del mese d’agosto. Ci stanno bene anche alcune inesattezze ed attribuzioni riguardanti il museo d’arte contemporanea esistente sul territorio. Quello che non ci sta bene e lei naturalmente non ha colpa alcuna, è questa sorta quasi di “damnatio memoriae” che avvolge la parola Kalenarte. Ed allora c’è chi ricorda e chi suo malgrado è costretto a menzionare la presenza sul territorio di questo museo con opere di artisti contemporanei, ed anche lei lo ha fatto. Altri poi devono far cenno alla galleria (faremmo meglio a dire di quello che ne resta…avendone qui “smontata” una sala….per far posto ad un altro museo!), ma nessuno anche qui nomina la parola Kalenarte. Nessuno usa la dizione “Kalenarte Museo d’arte contemporanea all’aperto” o “Kalenarte Galleria Civica d’arte contemporanea”. Qual è il problema? quale il disturbo intorno a questo nome? Perché questa damnatio?. Eppure per anni la stampa sia locale che di settore ne ha parlato. Decine di cataloghi, manifesti ed altro materiale sono agli atti per un progetto durato quindici anni. Riviste d’arte, pubblicazioni, tesi di laurea si sono interessate del caso Kalenarte.

Kalenarte con la stessa K reinterpretata dal nostro amico Baldo, quella che le è stata donata l’altra sera. Perfino lei, impegnato in tanti ambiti internazionali e non, ha dato il suo contributo intellettuale e d’idee, venendo a Casacalenda in occasione del lavoro di Costas Varotsos e dell’apertura della Galleria nel Palazzo Comunale del “Museo d’arte contemporanea all’aperto di Kalenarte”. Era il 1997 ed era quella la pagina di Kalenarte scritta con il contributo di Federico Pommier Vincelli, Presidente in quell’anno dell’Associazione Culturale Kalenarte. Ma la storia di Kalenarte era già nata nel 1990, sette anni prima, con interventi significativi. L’arte contemporanea che crea imbarazzi, diffidenze, difficoltà e disagi è dirompente anche a Casacalenda, ma gli anni difficili erano già stati superati e gli interventi di Nagasawa o di Romano già assimilati, assorbiti. Ricordiamo bene che lei scrisse per Costas Varotsos, per Il poeta, un’opera sita nel “Museo d’arte contemporanea all’aperto di Kalenarte.” a Casacalenda nel Molise. Kalenarte, un progetto anzi il progetto relegato oggi in una sorta di limbo e di damnatio memoriae, ma senza saperne il perché. In una delle pubblicazioni a rafforzare il senso del nostro progetto scrivevamo:….. da Casacalenda, città d’Arte dell’entroterra Molisano e laboratorio in progress, speriamo possano continuare a partire segnali nella direzione di più “ siti “ , legati tra loro, per un grande Museo d’Arte Contemporanea, ove il nuovo si innesta nei luoghi carichi di storia, tradizioni e cultura. Un grande Museo, quello di Kalenarte, ove è sempre possibile leggere il legame tra arte e ambiente, tra Arte e Architettura. Più siti, dedicati all’Arte Contemporanea, ove le opere creano un suggestivo rapporto con gli spazi storici, in una rete sistematica di interventi puntiformi e capaci di indurre promozione culturale, turistica ed economica. … Un pensiero forte e nello stesso tempo leggero, attraversa la casa dell’arte di Casacalenda”…….come per l’appunto ha avuto modo di scrivere Achille Bonito Oliva. Questo ieri, prendendo anche a prestito una sua frase. Oggi presso il rifugio “caritas” quanti erano, tra il folto numero dei presenti, a conoscenza di quanto sopra riportato? Tanti, molti. Naturalmente da lei non aspettiamo risposte, né ce ne puo’ dare. Forse però qualcuno può riflettere su quanto sta accadendo a Casacalenda !!L’augurio è che il suo passaggio da queste parti possa essere di buon auspicio… per chi non vede o non vuol vedere e si riescano a riannodare col tempo fili e discorsi che comunque sono la storia recente di questa comunità. Condivido con lei, illustre professore, quanto ebbe a dire proprio l’altra sera a proposito della cultura ed il suo essere un po’ “parassita”. Voglio pensare che il “progetto Kalenarte” in questo momento è lì fermo a guardare, come fosse un parassita.
Il seme nel lontano 1990 è stato gettato, né penso sia casuale che ci si ritrovasse anche ieri a parlare di cinema, arte, letteratura e che lei fosse a Casacalenda. La cultura, quella vera, è sempre vigile e pronta a rimettersi in moto per proporre il senso delle cose, la storia degli uomini.

Spero di non averla importunata, desidero ringraziarla per l’attenzione prestata. A parte Leo Marx, con stima.

Massimo Palumbo – Presidente dell’Associazione Culturale “Kalenarte”

(immagine: il poeta, Costas Varotsos, 1997)

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michele carafa wrote:
Il Premio Termoli è morto.

 
In una Estate Termolese dal cartellone veramente .essenziale. fa rumore
l.assenza di chi da cinquant.anni non ha mai mancato all.appello. Il
.Premio Termoli., la nota mostra d.arte contemporanea che ha appena
segnato il mezzo secolo di attività, l.unica mostra d.arte contemporanea
che è in programma annualmente nella nostra città, quest.anno non c.è!
Non si farà. Cinquant.anni di lavoro, di tradizione, di cultura, di
esperienza, cancellati. Annullati. Rimandati. Il lavoro immancabile e premuroso
di Achille Pace, colui che ha accudito Il Premio Termoli, fatto crescere sano e
importante, che ha portato nella nostra piccola città artisti e critici di
fama mondiale, spazzato via, rinviato al mittente. Perché?
 
E., quest.assenza, ancor più triste perché è la mancanza di una
promessa: Il Premio Termoli è una promessa, che nessun addetto, nessun
dirigente, nessun politico, nessuna amministrazione comunale, può permettersi
di non mantenere.
 
E. una assenza ingiustificata ed ingiustificabile. Non possono bastare le
dimissioni di un sindaco, non devono bastare gli avvisi di garanzia, non un
comune commissariato, non un .terremoto politico.. L.Arte non c.entra
nulla con questo. La cultura è autonoma e indipendente dalla politica e non
c.è nessuna .congiuntura negativa. che ne giustifica la soppressione. La
cultura non è una vostra scelta, amministratori. Non è una vostra proprietà,
non rientra nel vostro potere decisionale, il sostentamento della cultura è un
dovere delle amministrazioni comunali. Non appropriatevene, non potete.
 
Questo .lutto. ha scoperto evidentemente la realtà di una organizzazione
impreparata e inadatta, Il Premio Termoli e tutte le manifestazioni di arte
figurative non possono avere una gestione personale e personalistica, per la
loro specificità occorre una commissione autonoma affidata a tecnici che
lavorino costruttivamente  per la programmazione annuale delle attività, con
una linea di ricerca chiara e, soprattutto, al riparo dalle burrasche
politiche.
 
Questo doveva essere l.anno della raccolta, finalmente sarebbe stato
partorito il catalogo generale completo, ma la gestazione decennale continua,
avremmo dovuto avere la nuova Pinacoteca dai locali ampi, così da permettere
l.esposizione delle oltre trecento opere custodite dall.amministrazione
comunale e proprietà dei cittadini, ma, a quanto pare a che serve una
pinacoteca se non c.è mostra da fare?

 
Buon lavoro amministratori e sappiate farlo nel rispetto delle persone e
delle promesse.

 
Michele Carafa
 
scultore

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Art Basel, evento dedicato all’ arte contemporanea

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(Pilò -Cuore di Madonna,1999, elaborazione grafica da pellicola)

L’ appello dei giornalisti inviati in Medio Oriente
Non restate in silenzio!
Fermate questa follia!

Di fronte alla paralisi internazionale la Tavola della pace e Articolo 21 diffondono oggi un forte appello dei giornalisti, inviati e corrispondenti delle principali testate giornalistiche italiane, che stanno seguendo la guerra in Libano.

Segue il testo dell’appello con l’elenco dei primi firmatari.

La guerra continua. Ora dopo ora. Giorno dopo giorno. Spaventosa. Crudele. Orribile. Impossibile il conto dei morti e dei feriti. Indicibili le sofferenze delle popolazioni fino ad ora scampate alle stragi. Inestimabili le devastazioni. Noi giornalisti, testimoni della guerra che sta devastando il Libano e il Medio Oriente, sentiamo il dovere di rilanciare il disperato appello dei bambini, delle donne, degli uomini, dei feriti, degli sfollati, degli ammalati di questa terra insanguinata: ma dov´è il mondo? Fate qualcosa per fermare questa follia senza misura. Chiedete l´immediato cessate il fuoco. Non restate in silenzio. Fatelo subito. Fatelo ora.

Gianluca Ales, inviato Sky TG24, Giuseppe Bonavolontà, inviato Rai TG3, Stefano Chiarini, inviato Il Manifesto, Umberto De Giovannangeli, L’Unità, Luca Del Re, corrispondente Tg La7, Marc Innaro, corrispondente Rai, Daniele Mastrogiacomo, inviato La Repubblica, Andrea Nicastro, inviato Corriere della Sera, Ferdinando Pellegrini, Inviato GR Rai, Ennio Remondino, corrispondente Rai, Claudio Rubino, Telecineoperatore Rai TG3, Eric Salerno, corrispondente Il Messaggero, Barbara Schiavulli, Avvenire, Neliana Terzigni, corrispondente Rai , Giuseppe Zaccaria, inviato La Stampa.

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Attraverso la maschera vado cercando gli eredi ideali di una ritualità che nel mondo è ovunque indipendentemente dalle condizioni attuali“. 

La mia citazione è sempre a memoria, quindi in qualche modo elastica o addirittura maccheronica o sgrammaticata“.                   Luigi Ontani

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