Marzo 2007


EquipeSanRaf.jpgEquipeSanRaf.jpg il gene Emx-2. è un  piccolo frammento di Dna capace di  regolare l’area del cervello in cui ha sede il pensiero astratto. Lo hanno scoperto i ricercatori del Dipartimento di Biotecnologie dell’Istituto San Raffaele di Milano guidati dal professore Edoardo Boncinelli. In realtà, Emx-2 è una sorta di “architetto” della progettazione e costruzione della corteccia cerebrale che potrebbe portare, tra qualche anno, alla prevenzione e alla cura di  malattie neurologiche (epilessia, ritardi mentali) causate da un difetto della corteccia.

Ma che cosa hanno dimostrato Mallamaci e Muzio ? La corteccia cerebrale è divisa in aree funzionali specifiche: nell’uomo c’è quella per progettare il movimento, quella per eseguirlo, quella della parola pronunciata e della parola ascoltata, quella della visione di immagini. Ci sono poi aree associative, che coordinano tutte le altre. Queste, che sono poi la sede del pensiero astratto, si trovano nella parte anteriore (frontale) della corteccia, mentre nella parte posteriore si trovano le aree visive. Emx-2 controlla la suddivisione di queste aree: nel cervello dei topi transgenici privi del gene, Mallamaci e Muzio hanno osservato un’espansione della metà anteriore della corteccia cerebrale e una contrazione delle aree della metà posteriore, senza perdita di cellule nervose. In pratica, le aree posteriori hanno più bisogno dell’azione di Emx-2 e “soffrono” della sua mancanza. Dicono i ricercatori: i soggetti privi del gene avranno ad esempio le aree del pensiero astratto più sviluppate di quelle visive, in una parola “capiranno di più e vedranno di meno”. Ed è ragionevole pensare che un eccesso di Emx-2 provochi il difetto opposto. Come è agionevole ipotizzare l’esistenza di un altro gene “architetto” delle aree anteriori di cui è aperta la “caccia”.

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inde.jpgcommerce.jpginde.jpgcommerce.jpgDisons-le d’emblée : la surprise est totale ! Depuis la parution de son premier ouvrage (Le Traître, en 1958), le philosophe André Gorz nous livre à intervalles réguliers des essais théoriques sur le travail, l’écologie politique, le revenu d’existence ou l’évolution du capitalisme. Chacune de ces parutions est un événement. Mais cette fois, sans crier gare, le philosophe s’est fait homme concret en écrivant une émouvante lettre d’amour. Elle est adressée à celle qui partage sa vie depuis soixante ans. Pourquoi ce soudain retournement de style ?

Il y a d’abord la femme qui l’a élevé jusqu’à ses 16 ans. Cette mère envahissante avait pour son fils des exigences démesurées qui ont détruit chez lui toute estime de lui-même et toute possibilité de rapports naturels avec les autres. Et puis il y a celle qui lui a (re)donné la vie : D.

Il l’a rencontrée à Lausanne en octobre 1947. Ils ne se sont plus quittés. A cette date, fils d’un Juif autrichien, il a 23 ans. sa mère l’a mis à l’abri en Suisse après l’annexion de l’Autriche par l’Allemagne nazie. D. est une jeune Anglaise encore déchirée par la séparation de ses parents intervenue alors qu’elle n’avait que 4 ans. Elle est belle et pleine de vie. Leurs « blessures originaires » et leur « expérience de l’insécurité » vont les unir. Lui se débat depuis des mois dans des réflexions pour trouver un sens à son existence. Elle, instinctivement, a déjà compris et lui répète : « Ta vie, c’est d’écrire, alors écris. »

Avec patience, D. va empêcher qu’il ne se perde dans des abstractions ou dans le désespoir. « Tu as dû travailler des années durant pour me faire assumer mon existence », lui avoue-t-il. Dix ans après leur première rencontre, le travail d’écriture finira par déboucher sur la publication du Traître. Un succès énorme : « Voici un livre qui à peine dans vos mains devient une bête vivante », écrit Jean-Paul Sartre dans la préface. Mais, à l’occasion d’une nouvelle édition, parue en 2005 (dans la collection « Folio »), Gorz se rend compte, en relisant les épreuves, que de nombreux passages où il est question de D. en donnent « une image fausse et qui [la] défigurent ». En particulier, le troisième chapitre intitulé « Toi » qui « devait montrer comment (…) la découverte avec toi de l’amour allait enfin m’amener à vouloir exister ». « Aucune trace de conversion existentielle, aucune trace de ma, de notre découverte de l’amour, ni de notre histoire », ajoute-t-il.

Cette lettre d’amour veut rétablir la vérité sur D. Elle est surtout le témoignage d’une reconnaissance. Lettre à D. se lit comme une déambulation dans l’existence. D’abord, l’errance du jeune couple sans le sou qui quitte la Suisse pour s’installer à Paris. Ensuite, l’itinéraire de Gorz comme journaliste à L’Express (de Jean-Jacques Servan-Schreiber) puis au Nouvel Observateur, où D. jouera un rôle irremplaçable de documentaliste, et les rencontres politiques avec Pierre Mendès France ou encore l’arrivée de la gauche au pouvoir en 1981. Enfin, la retraite à la campagne, où Gorz écrira un tiers de son œuvre théorique : d’Adieux au prolétariat (1980) à L’Immatériel (2003), toujours avec le soutien constant de D., malgré la maladie.

Ceux qui connaissent D. et fréquentent leur maison à la campagne ont pu sentir la complicité forgée dans l’adversité qui unit ce couple. Il y a d’abord l’un et l’autre, puis l’un pour l’autre, et pour finir : l’un est l’autre…

Christophe Fourel.
Idées

Lettre à D. Histoire d’un amour, d’André Gorz, Galilée, Paris, 2006, 78 pages, 13,40 euros.

g.m.strumenti.jpgg.m.strumenti.jpg Arriva sugli scaffali delle librerie ‘Il ciuccio, l’orsetto, il biberon e il dito in bocca’, un libro che racconta come i bambini si affezionino a diversi tipi di oggetti che popolano il loro mondo infantile. L’autore, Mark L. Brenner, consulente familiare e terapeuta infantile con un’esperienza ventennale nel settore, ci racconta come un ciuccio, un orsetto, un biberon o un semplice dito in bocca, giochino un ruolo cruciale nello sviluppo sociale del bambino. Leggendo questo libro i genitori impareranno, ad esempio, quali sono le differenze tra i diversi oggetti transizionali usati dai bambini; quali sono gli effetti collaterali nell’eliminare prematuramente un attaccamento, come riconoscere se un attaccamento è divenuto ossessivo e aiutare un bambino a come aiutare un bambino a sentirsi più grande e a comportarsi di conseguenza, ma soprattutto vengono forniti consigli utili su come comportarsi nel caso in cui bimbi in età più avanzata regrediscono. Questa guida fornisce un’analisi critica dell’evoluzione del bambino da quando muove i primi passi a quando diviene autosufficiente e aiuterà i bambini a compiere la transizione che li porterà a distaccarsi dagli oggetti cui sono affezionati.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Oggetto: POETRY STORM

 

 

mercoledì 21 marzo si celebra la giornata mondiale della poesia indetta dall’UNESCO
mercoledì 21 marzo si tiene il Poetry Storm

POETRY STORM
anteprima del 3° Festival di poesia civile
CITTA’ DI VERCELLI
il festival è stato ammesso alla UNESCO’S World Poetry Directory
e si è svolto con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO

POETRY STORM è una manifestazione, ideata dall’associazione IL PONTE, che si terrà in occasione della giornata mondiale della poesia, indetta dall’UNESCO per il 21 marzo di ogni anno.
La mission della manifestazione può così essere sintetizzata “coinvolgere il maggior numero di persone, indipendentemente dal luogo fisico in cui vivono, in un evento poetico”.
Esiste solo un mezzo che consente di collegare nello stesso momento molte persone e di superare il limite posto dalla distanza: la rete.
E POETRY STORM si svolgerà interamente in rete.

Nella giornata del 21 marzo, a mezzo della Rete, tutti quelli che aderiscono all’invito a partecipare a POETRY STORM trametteranno poesie (o parti di esse) a destinatari da essi stessi scelti. Massima libertà di scelta del contenuto e dell’autore (possono essere anche proprie poesie).

POETRY STORM SI SVOLGE IN TRE FASI:

Fase 1^ Preparazione
Fino al 20 marzo la manifestazione viene illustrata e promossa in Rete. Tutti quelli che sono interessati fanno circolare la notizia, utilizzando anche la propria mailing list.
Fase 2^ Svolgimento
Tutti quanti hanno raccolto l’invito invieranno la poesia scelta alla loro mailing list, con l’accortezza di mandarne una copia per conoscenza all’indirizzo del POETRY STORM. (poetry.storm@yahoo.it)
Fase 3^ Pubblicazione
Tutto quanto raccolto, nelle forme più efficienti possibili, sarà pubblicato in un apposito sito.
IL PONTE
associazione culturale

foto cardone.jpglarino04.jpg  Campobasso 19 marzo 2007 Alla cortese attenzione delle redazioni radiotelevisive e della carta stampataLoro sedi CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE E PUBBLICAZIONE IN RELAZIONE ALLA MOSTRA D’ARTE CELEBRATIVA DEL BICENTENARIO DELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO, TRE ARTISTI MANIFESTANO IL PROPRIO DISSENZO INVIANDO UNA LETTERA APERTA (ALLEGATA) AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO, SIG. NICOLA D’ASCANIO.   Paolo CardoneErnesto SaquellaMario Serra PER ULTERIORI INFORMAZIONI E/O CHIARIMENTIPAOLO CARDONE – – www.paolocardone.it   ERNESTO SAQUELLA – rupescissa@tele2.itMARIO SERRA – – mario.serra@tesoro.it 
Campobasso 19 marzo 2007
 
Alla cortese attenzione delle
redazioni radiotelevisive e della carta stampata
Loro sedi
 
CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE E PUBBLICAZIONE
 
IN RELAZIONE ALLA MOSTRA D’ARTE CELEBRATIVA DEL BICENTENARIO DELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO, TRE ARTISTI MANIFESTANO IL PROPRIO DISSENZO INVIANDO UNA LETTERA APERTA (ALLEGATA) AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO, SIG. NICOLA D’ASCANIO. 
 
Paolo Cardone
Ernesto Saquella
Mario Serra
 
PER ULTERIORI INFORMAZIONI E/O CHIARIMENTI
PAOLO CARDONE – www.paolocardone.it  
ERNESTO SAQUELLA – rupescissa@tele2.it
MARIO SERRA – mario.serra@tesoro.it
 
 
Campobasso, 19 marzo 2007

LETTERA APERTA A NICOLA D’ASCANIO

PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO
 
 
Oggetto: rilievi e doglianze sull’organizzazione della mostra celebrativa del Bicentenario della Provincia di Campobasso, “Fuoriluogo 11”.
 
            Gentilissimo Presidente,
siamo qui ad esprimere stupore e rammarico per la leggerezza con cui è stata organizzata una mostra che avrebbe dovuto ripercorrere e storicizzare ben duecento anni di storia delle arti visive molisane.
            Così non è stato perché nello scritto introduttivo presente nel catalogo la curatrice si limita ad un mero commento delle opere presenti, essendo totalmente assente una prospettiva storica che possa collocare artisti e movimenti all’interno di un contesto temporale e culturale. Per noi che Le scriviamo ciò non è un caso perché una ricerca di tale spessore avrebbe richiesto tempi e competenze che, con tutta evidenza, non emergono dall’ermetico saggio della sig.na Bastante.  
            Abbiamo asserito che non è stato un caso e l’ulteriore conferma è rilevabile nella poca accortezza con cui tale delicatissimo incarico sia stato assegnato ad un’associazione culturale campobassana i cui membri, nella quasi totalità, esercitano la pratica dell’arte per diletto personale e le cui recenti attività possono essere citate ad esempio paradigmatico di parzialità e d’auto-referenzialità. Le deve essere sfuggito che il presidente di detta associazione, con cui Lei o la sua struttura avrà pur dovuto intrattenere un qualche rapporto, nella vita si guadagni onestamente da vivere gestendo un bar; un bar che peraltro è annesso alla struttura comunale dell’ex OMNI.
            Purtroppo l’errore iniziale ha prodotto il “mostro” di una mostra in cui sono assenti buona parte dei Maestri storici mentre, incredibilmente, sono presenti quasi tutti i membri dell’associazione in oggetto, financo quelli che dipingono o fotografano da appena qualche annetto… Non Le sembra strano? A nostro parere sì, con un evidente effetto da “commedia all’italiana” che ha coperto di ridicolo l’ente proponente, la Provincia di Campobasso.  
            Forse non sarà neanche a conoscenza del fatto, facilmente verificabile con una telefonata ai diretti interessati, che molti tra gli artisti contattati per essere inseriti nella selezione hanno fermamente declinato l’invito, semplicemente perché non riconoscono nell’associazione proponente un interlocutore che sia al di sopra delle parti ed in grado di organizzare un evento di tal fatta. All’uopo intendiamo stigmatizzare il comportamento della sig.na Bastante che, una volta preso atto dei dinieghi, a nostro parere avrebbe quanto meno dovuto allertare l’Ente promotore nella persona dell’Assessore alle attività culturali o, del funzionario del settore. Purtroppo, e lo evidenziamo con stupore ed amarezza, sono stati del tutto assenti i controlli qualitativi che la sua struttura amministrativa avrebbe dovuto porre in essere. Una questione ineludibile a cui l’eventuale suo silenzio è risposta ancor più significativa.  All’approssimazione ed al ridicolo, carissimo Presidente, non c’è purtroppo ancora un limite perché i sedicenti organizzatori, pur di riempire con delle presenze la sezione “contemporanea”, hanno pensato bene d’invitare artisti che non sono nati e non risiedono nel Molise! Incredibile, ma vero…
              Con ossequio.
 Mario Serra                           Paolo Cardone                    Ernesto Saquella

ucciferri.jpgucciferri.jpgucciferri.jpg  Caro Antonio,
è venuto prematuramente a mancare a 54 anni, strappato alla vita da una terribile malattia, il pittore isernino Vincenzo Ucciferri. Artista di spicco nella scena molisana è stato un mio carissimo amico che ho incontrato l’ultima volta in occasione di una mia personale tenuta ad Isernia nel 2005.
Vincenzo era nato ad Isernia nel 1953 dove aveva frequentato l’istituto d’arte “Manuppella” per poi iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Successivamente, trasferitosi a Napoli, si era diplomato sotto la guida di Armando De Stefano. La sua prima mostra risale al 1972. Da allora ha esposto le sue opere ininterrottamente in Italia e all’estero, in centinaia di mostre personali o collettive. Alcune sue opere sono esposte alla Pinacoteca Civica di Pianella (PE) e al Museo d’Arte Sacra di Treia (MC). 
Per un ulteriore approfondimento:
http://web.tiscali.it/ucciferri_directory/
 Ti sarei grato se volessi dare la notizia ed aggiungere, ove lo ritenessi opportuno, un tuo pensiero.
Ernesto Saquella

Venerdì 16 marzo | ore 18.30
Libri & Dintorni | via Cannavina | Campobasso
 
Storia del Molise
a cura di Gino Massullo
Donzelli editore, 2006, pp. 717, € 38
www.donzelli.it

 Interventi
 
Norberto Lombardi
Gino Massullo
Giorgio Palmieri
 
 
Il libro – Nota di quarta
Sia pure in un contesto di evidente marginalità e fragilità economica e antropologica, l’area molisana si è trovata, negli ultimi due secoli, fortemente coinvolta in alcuni dei più significativi cambiamenti degli assetti sociali e politico-istituzionali innescati nel nostro paese dalla cosiddetta “grande trasformazione”.
Basti pensare al passaggio dalla condizione del comunitarismo pastorale a quella dell’individualismo agrario, e ancora, all’esperienza dell’emigrazione europea e transoceanica, al ruralismo dell’epoca fascista, ai diversi passaggi dell’Intervento straordinario per il Mezziogiorno; fino a giungere alla fase, tuttora in corso,  della costruzione di un modello di sviluppo ocale in tempi di globalizzazione. Processi economici e sociali tutti connessi alla formazione e articolazione del ceto politico locale, nell’ambito della costruzione della struttura amministrativa regionale partita con gli anni sessanta.
Sono questi i fenomeni e i processi qui analizzati da un gruppo di storici e scienziati sociali, in un’ottica più larga che guarda al raccordo tra il centro e la periferia dello sviluppo economico, al rapporto dialettico tra l’uomo e l’ambiente, all’intreccio tra natura e storia, e alle vicende demografiche e produttive.
Un’opera a più voci che con un ampio excursus dalla preistoria ai giorni nostri delinea i caratteri dell’area nel lungo periodo, per poi soffernarsi su un arco cronologico moderno e contemporaneo che parte dalla metà del Settecento.

 

dott. Vincenzo Lombardi
Direttore Biblioteca provinciale “P. Albino”
Via Luigi D’Amato, s.n.
86100 Campobasso
Tel. 0874 69354 – fax. 0874 698066
www.provincia.campobasso.it/biblioteca

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