Aprile 2009
Monthly Archive
Lun 27 Apr 2009
Posted by Antonio Picariello under
arte/teatro No Comments
Marco Sclarandis.WAV
Potevamo noi
che siamo ossa in bilico
tenute in tale stato
da soffice e pensosa carne
sì da poter mirare
profondo d’orizzonte
dove dritte vie si fondono
potevamo non pagare noi
onore tanto grande
senza onere pesante
noi che scaviamo grotte
e delle cavate pietre
rotte con fatica e ingegno
innalziamo torri snelle
cupole bastioni e forti
posti ad ornare colli
e indurre a invidia monti
noi vertice di follia al mondo
abissi di pazienza e astuzia
di Damocle
sottostiamo a spada
la Terra dal profondo
ostinata ci ricorda il compito
lo fa con tremendo rombo
con aleatoria scossa
a pura coincidenza unita
stiamo su questa crosta
in transito verso altre oasi
forse più permanenti
macerie salme profughi
ne sono suoi testimoni
sisma acquattato al buio
insidioso come serpente
tu non sei mandante
neanche sei tu sicario
ma salomonico esecutore
sapremmo inocularci antidoto
scampare al tuo fatale morso
eppure ci distraiamo
incauti ammassiamo fango
fingendoci che sia marmo
scesa che sia la polvere
alzatosi su di lei il silenzio
piante le dovute lacrime
rialziamo le nostre vertebre
drizziamole come colonne
se noi erigiamo templi
può essere lo facciamo
per rispecchiarci in essi
ammirare luccichio d’eterno
filtrato da un divino lampo
altrimenti abiteremmo tane
di vesti non ci copriremmo
non avremmo soggiogato il ferro
non avremmo indagato il sangue
non dato nome ai campi
nemmeno c’interesserebbero
le angustie degli antenati
che pane mangeranno i posteri
se dal suolo veniamo scossi
è solo per ricordarci d’essere
viventi quanto mai speciali.
Marco Sclarandis
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http://mysticdriver.blogspot.com/2009/04/potevamo-noi.html
poesia inedita
Tu
Tu che sai
Perché mai noi umani
Ci siamo riempiti le mani
Di ordigni sempre più immani
Perché mai alla sciagura imminente
Opponiamo così minuto rimedio
Perché mai sempre più eliminiamo
Chi ci può rammentare
I segreti del perpetuarsi
Perché mai
Ci muniamo con tale mania
Per affrontare il domani
Perché mai
Raggiunta ogni meta
Rimaniamo comunque così menomati
Perché mai
Cos’è stato
Che ci spinge a voler essere immuni
Dal desiderio d’amarci
Parla spiegaci
Te lo intimiamo
Diccelo Tu
Che devi saperlo
Almeno sapremo anche noi
Che cosa davvero temiamo.
Dom 26 Apr 2009
Posted by Antonio Picariello under
arte/teatro No Comments
Bo-héme
H2O Art Space
a cura di C.Voltaire
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INAUGURAZIONI ore 19
H20 Art Space, via S.Isaia 80/a – Bologna
Info – 3388530817
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04 maggio GIANNI PEDULLA’                 18 maggio RAIMONDO GALEANO
05 maggio AURORE MARTIGNONIÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â 19 maggio LUIGI LEONIDI
06 maggio RICCARDO ANGELINIÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â 20 maggio SALVO PALAZZOLO
07 maggio SIMONA GAVIOLIÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â 21 maggio RAFFAELLA MIOTTELLO
08 maggio LAURA LEONEÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â 22 maggio ERIKA LATINI
11 maggio MICHELE BRANCATIÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â 25 maggio LUIGI MASTRANGELO
12 maggio FRANCESCA PASQUALIÂ Â Â Â Â Â Â Â Â 26 maggio FABIO MAURI
13 maggio CATERINA DE LUCAÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â 27 maggio NINO GALOGRE
14 maggio MARCO FORTUNATOÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â 28 maggio WANG YU
15 maggio MARTA HERNANDOÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â 29 maggio FRANCO SAVIGNANO
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Bohème-Pittura, Fotografia, Installazioni, Performance.
Una Kermesse di 20 artisti, che vivono a Bologna e sfilano uno al giorno nel piccolo ma elegantissimo H2O Art Space, spazio temporaneamente improprio. Alcuni sono già noti ma la maggior parte sono giovanissimi
Cosa li accomuna?…nulla!…tranne la voglia di uscire dall’isolamento a cui spesso questa città li costringe e il tentativo di mettere in moto pensieri nuovi e liberare energie creative insospettabili. Oppure…probabilmente visto l’imbarazzante impasse di presenzialismo, mediocrità e vuotezza che caratterizzano soprattutto nell’arte la nostra epoca, nostalgia di Bohème, voglia di questo stile di vita scomparso. Come da sempre nello stile di C-Voltaire.
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C-VOLTAIRE
Ven 24 Apr 2009
Posted by Antonio Picariello under
arte/teatro No Comments
Dante V Canto.WAV
INFERNO
CANTO QUINTO
 1 Cosà discesi del cerchio primaio
giú nel secondo, che men loco cinghia,
e tanto piú dolor, che punge a guaio.
 4 Stavvi Minos orribilmente, e ringhia :
essamina le colpe nell’entrata;
giudica e manda secondo ch’avvinghia
7Dico che quando l’anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa;
e quel conoscitor delle peccata
10 vede qual luogo d’inferno è da essa;
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che giú sia messa.
13 Sempre dinanzi a lui ne stanno molte:
vanno a vicenda ciascuna al giudizio;
dicono e odono, e poi son giú volte.
16 «O tu che vieni al doloroso ospizio»,
disse Minòs a me quando mi vide,
lasciando l’atto di cotanto offizio,
19 « guarda com’entri e di cui tu ti fide:
non t’inganni l’ampiezza dell’entrare! »
E ‘l duca mio a lui: «Perché pur gride?
22 Non impedir lo suo fatale andare:
vuolsi cosà colà dove si puote
ciò che si vuole, e piú non dimandare».
 25 Ora incomincian le dolenti note
a farmisi sentire; or son venuto
là dove molto pianto mi percote.
28 Io venni in luogo d’ogni luce muto,
che mugghia come fa mar per tempesta,
se da contrari venti è combattuto.
31 La bufera infernal, che mai non resta ,
mena li spirti con la sua rapina :
voltando e percotendo li molesta
34 Quando giungon davanti alla ruina,
quivi le strida, il compianto, il lamento ;
bestemmian quivi la virtú divina.
37 Intesi ch’a cosà fatto tormento
enno dannati i peccator carnali,
che la ragion sommettono al talento.Â
 40 E come li stornei ne portan l’ali
nel freddo tempo a schiera larga e piena,
cosà quel fiato li spiriti mali
 43 di qua, di là , di giú, di su li mena;
nulla speranza li conforta mai,
non che di posa, ma di minor pena.Â
 46 E come i gru van cantando lor lai,
faccendo in aere di sé lunga riga,
cosà vidi venir, traendo guai,Â
 49 ombre portate dalla detta briga:
per ch’i’ dissi: «Maestro, chi son quelle
genti che l’aura nera sà gastiga?»Â
 52 «La prima di color di cui novelle
tu vuo’ saper» mi disse quelli allotta,
«fu imperadrice di molte favelle.
55 A vizio di lussuria fu sà rotta,
che libito fe’ licito in sua legge
per tòrre il biasmo in che era condotta.
 58 Ell’è SemiramÃs, di cui si legge
che succedette a Nino e fu sua sposa:
tenne la terra che ‘l Soldan corregge.
 61 L’altra è colei che s’ancise amorosa,
e ruppe fede al cener di Sicheo ;
poi è Cleopatrà s lussurïosa.Â
 64 Elena vedi, per cui tanto reo
tempo si volse, e vedi il grande Achille,
che con amore al fine combattéo.
 67 Vedi ParÃs, Tristano»; e piú di mille
ombre mostrommi, e nominommi, a dito
ch’amor di nostra vita dipartille.
70 Poscia ch’io ebbi il mio dottore udito
nomar le donne antiche e’ cavalieri ,
pietà mi giunse, e fui quasi smarrito.
73 I’ cominciai: «Poeta, volontieri
parlerei a quei due che ‘nsieme vanno,
e paion sà al vento esser leggieri».
76 Ed elli a me: «Vedrai quando saranno
piú presso a noi; e tu allor li priega
per quello amor che i mena, ed ei verranno».
79SÃ tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: «O anime affannate,
venite a noi parlar, s’altri nol niega!»
82 Quali colombe, dal disio chiamate ,
con l’ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l’aere dal voler portate;
85 cotali uscir della schiera ov’è Dido,
a noi venendo per l’aere maligno,
sà forte fu l’affettüoso grido.Â
88 «O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l’aere perso
noi che tingemmo il mondo di sanguigno
91 se fosse amico il re dell’universo,
noi pregheremmo lui della tua pace,
poi c’hai pietà del nostro mal perverso.
94 Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a vui,
mentre che ‘l vento, come fa, ci tace.
97 Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ‘l Po discende
per aver pace co’ seguaci sui.
100 Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende ,
prese costui della bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.Â
103 Amor, ch’a nullo amato amar perdona
mi prese del costui piacer sà forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
106Amor condusse noi ad una morte
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fur porte.
109 Quand’io intesi quell’anime offense,
china’ il viso, e tanto il tenni basso,
fin che ‘l poeta mi disse: «Che pense?»Â
112 Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!»Â
115 Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
e cominciai:«Francesca, i tuoi martiri
a lacrimar mi fanno tristo e pio .
118 Ma dimmi: al tempo de’ dolci sospiri,
a che e come concedette amore
che conosceste i dubbiosi disiri?»
121 E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
nella miseria; e ciò sa ‘l tuo dottore.
124 Ma s’a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.
127Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse:
soli eravamo e sanza alcun sospetto .
130 Per piú fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
130Quando leggemmo il disïato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
133 la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno piú non vi leggemmo avante».
Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangea , sà che di pietade
io venni men cosà com’io morisse;
e caddi come corpo morto cade.
Ven 24 Apr 2009
Posted by Antonio Picariello under
arte/teatro No Comments
V006.WAV
Viaggio a Montevideo
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Io vidi dal ponte della nave
I colli di Spagna
Svanire, nel verde
Dentro il crepuscolo d’oro la bruna terra celando
Come una melodia:
D’ignota scena fanciulla sola
Come una melodia
Blu, su la riva dei colli ancora tremare una viola…
Illanguidiva la sera celeste sul mare:
Pure i dorati silenzii ad ora ad ora dell’ale
Varcaron lentamente in un azzurreggiare: …
Lontani tinti dei varii colori
Dai più lontani silenzii
Ne la ceste sera varcaron gli uccelli d’oro: la nave
Già cieca varcando battendo la tenebra
Coi nostri naufraghi cuori
Battendo la tenebra l’ale celeste sul mare.
Ma un giorno
Salirono sopra la nave le gravi matrone di Spagna
Da gli occhi torbidi e angelici
Dai seni gravidi di vertigine. Quando
In una baia profonda di un’isola equatoriale
In una baia tranquilla e profonda assai più del cielo notturno
Noi vedemmo sorgere nella luce incantata
Una bianca città addormentata
Ai piedi dei picchi altissimi dei vulcani spenti
Nel soffio torbido dell’equatore: finché
Dopo molte grida e molte ombre di un paese ignoto,
Dopo molto cigolìo di catene e molto acceso fervore
Noi lasciammo la città equatoriale
Verso l’inquieto mare notturno.
Andavamo andavamo, per giorni e per giorni: le navi
gravi di vele molli di caldi soffi incontro passavano lente:
Sì presso di sul cassero a noi ne appariva bronzina
Una fanciulla della razza nuova,
Occhi lucenti e le vesti al vento! ed ecco: selvaggia a la fine di un giorno che apparve
La riva selvaggia là giù sopra la sconfinata marina:
E vidi come cavalle
Vertiginose che si scioglievano le dune
Verso la prateria senza fine
Deserta senza le case umane
E noi volgemmo fuggendo le dune che apparve
Su un mare giallo de la portentosa dovizia del fiume,
Del continente nuovo la capitale marina.
Limpido fresco ed elettrico era il lume
Della sera e là le alte case parevan deserte
Laggiù sul mar del pirata
De la città abbandonata
Tra il mare giallo e le dune…
DINO CAMPANA
(Voce A.Picariello)
Ven 24 Apr 2009
Posted by Antonio Picariello under
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Gio 23 Apr 2009
Posted by Antonio Picariello under
arte/teatro No Comments
MUSEO CON CATASTROFE
Â
A causa del disastroso terremoto il MU.SP.A.C. Museo Sperimentale d'Arte
Contemporanea dell'Aquila, riconosciuto come museo di prima categoria dalla Regione Abruzzo,
ubicato nel centro storico, in via Paganica 17 , ha subito ingenti danni,sia alla struttura
che alle opere di artisti di rilievo internazionale della collezione permanente degli anni
'60 e '70 come Fabio Mauri, Joseph Beuys, Jannis Kounellis, Mario Schifano, Carmelo Bene,
Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto e molti altri, anche delle nuove generazioni,
ampiamente documentati nel sito
http://www.museomuspac.com .
Sono stati distrutti dalla caduta di pietre ed intonaci anche computer con banca
dati, archivio e multimediateca. Ancora oggi molto materiale è sepolto sotto i
calcinacci ed alcune pareti antiche molto spesse si sono purtroppo gravemente
lesionate.Proprio quest'anno il MU.SP.A.C. avrebbe dovuto festeggiare i 25 anni di
attività conla partecipazione di tutti gli artisti che nel corso degli anni hanno
collaborato epartecipato all'organizzazione di importanti eventi.
Il direttore Enrico Sconci,docente di Beni Culturali e Ambientali presso
l'Accademia di Belle Arti dell'Aquila,spera vivamente di poter contare sul
sostegno degli enti locali e del Ministero dei Beni Culturali per poter riprendere
al più presto l'attività con iniziative aperte al pubblico aquilano e ai numerosi studenti,
anche stranieri, che giornalmente frequentavano il museo e le numerose mostre,
conferenze ed iniziative culturali.Senza perdersi d'animo gli operatori del
MUSPAC si stanno già riorganizzando per poter offrire, all'interno dei vari
campi organizzati dalla protezione civile, il proprio contributo con interventi
artistici e culturali. Si cercherà inoltre di organizzare, per quanto sarà possibile,
mostre e laboratori didattici con bambini e ragazzi riguardanti la tragica esperienza
vissuta, cercando di esorcizzare la paura e il dolore. Verranno tenuti inoltre
incontri sulla storia della città e dei suoi monumenti: elementi conoscitivi da
cui partire per poter riconnettere la memoria del passato al presente,
base fondamentale per la ricostruzione e la rinascita dell'Aquila,
città territorio, che fin dalla sua fondazione ha rappresentato,
dal punto di vista urbanistico e architettonico, un esempio unico nel panorama europeo.
MUSPAC -Â Museo Sperimentale d'Arte Contemporanea
via Paganica, 17 67100 L'Aquila
tel./fax 0862 410505
info@museomuspac.com
http://www.museomuspac.com
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Mer 22 Apr 2009
Posted by Antonio Picariello under
arte/teatro No Comments
the madness.wma
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Caro Tony, prima di tutto ti ringrazio ancora una volta per la bellissima dedica che hai scritto per Gino. È  stata una rievocazione che ha commosso tutti coloro che lo ricordavano con affetto, soprattutto gli amici che gli sono stati vicini nel momento della sua malattia e della sua morte. Quando penso a tutti voi, ricordo gli anni della giovinezza trascorsi a Bologna, in modo particolare l’amicizia che c’era tra te e Gino. Una riflessione che faccio spesso riguarda ciò che tu hai realizzato nella tua vita, sei riuscito a fare quello che desideravi nella tua professione, sei un critico d’arte competente e intelligente. Leggo spesso le tue recensioni sull’arte contemporanea e sugli artisti di cui presenti le opere sul tuo sito. Per Gino sono appropriate le parole che il poeta francese Baudelaire ha scritto nella sua prefazione all’opera di Edgar Allan Poe:†In questi ultimi tempi, avanti ai nostri tribunali, fu condotto uno sventurato sulla cui fronte figurava un tatuaggio raro e singolare: NESSUNA FORTUNA! L’angelo cieco dell’espiazione si è impadronito di loro e li sferza col massimo vigore ad edificazione della gente. Invano la loro vita rivela talenti, virtù, grazia: la Società ha per essi uno speciale anatema e li accusa delle infermità che la stessa sua persecuzione ha dato loro. Esiste forse una Provvidenza diabolica che predispone la disgrazia sin dalla culla, che spinge premeditatamente delle creature spirituali ed angeliche in ambienti ostili, come i martiri nei circhi? Vi sono dunque delle anime consacrate, votate all’ara, condannate a marciare alla morte ed alla gloria attraverso le proprie rovine?†. Vorrei , se possibile anche con la tua collaborazione, riprendere quelle canzoni che tu avevi scritto e lui aveva cantato, renderle attuali e farle pubblicare. Spero di trovare un modo possibile.Spero di realizzare questo sogno soprattutto per non dimenticare. Non vorrei disturbarti con questa mia richiesta e spero di rivederti. Grazie ancora per come l’hai ricordato. Non ti chiedo niente della tua vita, perché mi ricordo ancora di come eri restio a parlare di te stesso. Ti abbraccio con affetto e aspetto un tua risposta.                                                                                                                  Giusy
Lun 20 Apr 2009
Posted by Antonio Picariello under
arte/teatro No Comments
Sab 18 Apr 2009
Posted by Antonio Picariello under
arte/teatro No Comments
Ven 17 Apr 2009
Posted by Antonio Picariello under
arte/teatro No Comments
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