Giugno 2011
Monthly Archive
Mer 29 Giu 2011
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54° Biennale Internazionale d’arte di Venezia 2011
“Iniziativa promossa da Padiglione Italia alla 54° Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia per il 150 ° dell’Unità d’Italia ” a cura di Vittorio Sgarbi
25 giugno-27 novembre 2011
Vincenzo Mascia alla 54esima Biennale di Venezia, Padiglione Italia/Molise espone due strutture MADI’
INAUGURAZIONE: Lunedì 11 luglio 2011, ore 19 – Officina della Cultura – Isernia
Vincenzo Mascia, segnalato dal Prof. Giorgio Di Genova, approda alla 54° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, e più precisamente nel Padiglione Italia curato dal Prof. Vittorio Sgarbi/Sezione Regionale Molise con due strutture MADI’.
Il Movimento Madì (da MAterialismo DIalettico) è stato fondato a Buenos Aires nel 1946 da Carmelo Arden Quin e da altri artisti aniconici che già avevano collaborato alla rivista “Arturo” nel 1944, in pieno periodo peronista, spinti dal desiderio di modificare la tradizionale concezione del quadro, sia accorpando diverse superfici dipinte sia abolendo la cornice, che per secoli ha imprigionato i dipinti.
Gli artisti madì si prefiggevano con l’introduzione della poligonalità, del movimento reale, della componente ludica, la distruzione di tutti i condizionamenti e limiti imposti dalla tradizione geometrica europea, chiusa nei quattro angoli retti del supporto tradizionale del piano, un ulteriore sviluppo delle intuizioni di alcuni pionieri costruttivisti di inizio secolo, tra i quali Laszlo Perì, Cristian Schad e Vladimir Tatlin, che si concretizza in un vero e proprio cambiamento.
Il Madì rappresenta l’avanzato traguardo raggiunto dall’arte aniconica, dopo il Concretismo e il Costruttivismo, che ha coinvolto inizialmente molti artisti latino-americani e poi di altri paesi, facendo proseliti dalla metà degli anni Ottanta e soprattutto dell’inizio degli anni Novanta in Italia.
Nel 2003 è stata fondata l’associazione – ARTE MADI ITALIA – Movimento Internazionale, con sede a Portici (Napoli) in corso Garibaldi 40, e oggi annovera tra le proprie fila diciotto artisti contemporanei che operano secondo i principi del MADI’.
Vincenzo Mascia nasce a Santa Croce di Magliano nel 1957. Nel 1976 si iscrive alla Facoltà di Architettura di Roma laureandosi nel 1982. Durante gli studi segue i corsi di storia dell’arte tenuti dal professor Filiberto Menna appassionandosi all’arte Concettuale. Di questo periodo sono alcuni suoi lavori nati dall’indagine e dall’analisi del lavoro di Magritte, Duchamp e Kosuth.
Presto si convince che l’arte sia soprattutto un fatto mentale, per cui non praticherà mai la pittura in senso tradizionale. A partire dal 1986, inizia a comporre i primi lavori Concretisti.
Prosegue la sua ricerca nel campo dell’astrazione geometrica e nel 1991 realizza le sue prime strutture estroflesse.
Nel 1992 entra in contatto con gli ambienti artistici milanesi, attraverso la conoscenza di Anna Canali, direttrice della galleria Arte Struktura.
Nel 1996 entra a far parte del Movimento Madí e da allora ha partecipato a tutte le manifestazioni promosse in campo nazionale ed internazionale.
Nelle sue realizzazioni recenti è evidente il richiamo al Costruttivismo da un lato ed al Suprematismo dall’altro, sempre rivolto al superamento del limite, all’indagine pluridisciplinare, al coinvolgimento dell’esperienza conoscitiva relativa ai processi percettivi. Del Neoplasticismo sono invece indagati i principi fondamentali: sintesi, piani, colore, composizione, equilibrio. La sua ricerca rifiuta il dato metafisico e si concretizza nell’insieme di relazioni complesse rese in forme essenziali che tengono conto della particolarità del materiale. La presa in considerazione della spazialità legata al supporto lo conduce alla creazione di lavori i cui elementi sono indipendenti e componibili.
L’attività artistica è svolta parallelamente alla professione di architetto. Quello con l’architettura è un rapporto che cerca costantemente. L’approccio metodologico è identico: anche l’architettura si esprime attraverso l’unità di forze contrastanti orizzontali-verticali, pieni-vuoti, superfici lucide-opache, concave o convesse.
Mer 29 Giu 2011
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54° Biennale Internazionale d’arte di Venezia 2011
“Iniziativa promossa da Padiglione Italia alla 54° Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia
per il 150 ° dell’Unità d’Italia ” a cura di Vittorio Sgarbi
25 giugno-27 novembre 2011
Illuminazione. L’arte è cosa (mia) nostra.
Opera aperta di Anna Seccia alla 54esima Biennale di Venezia,
Padiglione Italia/Abruzzo
Grande successo di pubblico e di critica, lo scorso 25 giugno, per Anna Seccia e per Illuminazione. L’arte è cosa (mia) nostra
l’opera aperta esposta dall’artista abruzzese negli spazi dell’Aurum di Pescara nell’ambito del Padiglione Italia/Abruzzo della 54. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, curato da Vittorio Sgarbi.
Anna Seccia, impegnata da tempo nell’operazione, da ella stessa inventata e definita, “La Stanza del Colore”, ha compreso prima di molti altri come le mille maniere nelle quali si esprime la creatività possano essere utilizzate in quell’intervallo di comunicazione che mette insieme scienza ed arte, conferendo ad essa non solo precisi ruoli e significati espressivi ed interpretativi quant’anche e perfino terapeutici.
Convinta che l’arte, e solo l’arte, possa risolvere anche definitivamente situazioni complesse che coinvolgono la fisicità oltre che l’anima degli individui, Anna Seccia ha progettato, per questa 54. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, un’opera che dalle dimensioni della pittura in quanto tale si dilata fino a divenire happening e coinvolgimento totale.
Come è stato ben visibile dal grande numero degli “Amici di Anna” che hanno partecipato a Pescara alla vernice della 54. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia e dal trascinamento emotivo di gran parte del pubblico, che ha compreso il vero significato del messaggio proposto, conferendo all’arte, e quindi anche all’opera di Anna Seccia quella particolare dimensione di bellezza che nel ”salvare il mondo”, come afferma Fedor Michajlovic Dostoevskij, saprà anche salvare il singolo individuo, quale cittadino del mondo.
Ma l’opera aperta di Anna Seccia, continua ad essere tale per definizione, e lo dimostrerà in alcuni eventi che accompagneranno questo lungo tempo espositivo della 54. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, non ultimo un convegno in programma a Pescara nella prima decade del mese di settembre, con la partecipazione di un critico d’arte, d’uno psicologo e di un sociologo, ed alcune chiamate alle armi degli “Amici di Anna” in luoghi e spazi quali gli asili, gli ospedali, gli spazi lavorativi pubblici e privati.
Lun 27 Giu 2011
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l ‘Architetto Marcello Annunziata Scultore Materano del legno, ha per tema dominante la cultura di un antico Popolo Nomade unico detentore dell’archteypo etnico americano che abitava le praterie di quella loro terra : gli Indiani d ‘America. La sua tecnica immersiva nel pensiero evocativo del popolo scomparso gli permette di rilevare aspetti magici contenuti nel legno, il materiale delle sculture, che ha dominanza ascetica e linguaggio guida alla gestualità costruttiva dello scultore. Ogni opera è contenitore, oltre della forma percettibile, di una sostanza spirituale adiacente il senso sciamanico della rivelazione segreta della fede di questo onorevole popolo antico. Sculture dunque come azione mantrica atte a riportare alla contemporaneità il segreto della fede scomparsa contenuta dalla cultura Indiana e del primordiale continente americano precolombiano.
sculture : il Bastone Sciamanico con figure di uccelli sacri; gli Ibis, i Condor, le Cicogne. I bastoni sono incisi di canti mitologici Indiani realizzati con il pirografo. Le tipologie del legno : ciliegio ligustro e nespolo.
Altre sculture sono le maschere. I Totem richiamano le divinità Azteche, Orientali e Africane. Arte pregna di spiritualità in dote all’artista archetypale Marcello Annunziata.
Sab 25 Giu 2011
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Sab 25 Giu 2011
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Sab 25 Giu 2011
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Ven 24 Giu 2011
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Ven 24 Giu 2011
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Lun 20 Giu 2011
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cesare pascarella + politi
Cerchiamo un redattore per Flash Art e uno per il nostro sito: www.flashartonline.com.
Si richiede, anche qui, un’ottima conoscenza dell’inglese, scritto e parlato, vasta conoscenza del panorama artistico attuale, italiano e internazionale, buona capacità di scrittura e di interpretare (sic) l’arte di oggi.
Non ci interessano le lauree in Storia dell’arte o in Conservazione dei Beni Culturali né tanto meno Master alla Bocconi né in altre università italiane, che sappiamo benissimo (sic) non offrire alcuna competenza né conoscenza dell’arte di oggi (ragazzi-domani non va bene- come oggi contanti domani credito-). La sola conoscenza che a noi interessa e apprezziamo è quella ricevuta sul campo, lavorando in gallerie o Istituzioni specializzate in arte contemporanea o frequentando il sistema dell’arte internazionale. Grande dimestichezza con Internet e Google, per la ricerca di notizie, informazioni, curiosità sull’arte di oggi.
A noi, dunque, interessa solo ed esclusivamente ciò che abbiamo richiesto: perfetta o ottima conoscenza dell’inglese; grande versatilità; ampia e articolata conoscenza dell’arte di oggi (a ridaglie- politi, che non possiede lauree, intende arte contemporanea) in Italia e all’estero; buon uso del computer e del programma in Design. ( politi prima che ti arrivino le jene, scrivi anche il compenso; sai, i giovani empirici magiano anche. A proposito ricordi quella famosa battuta di totò che si dispiaceva della morte del cavallo proprio quando aveva appreso la sana abitudine a non mangiare?)
Lun 20 Giu 2011
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Si les festivités ont d’ores et déjà commencé dès ce week-end, le point d’orgue sera sans nul doute ce mardi 21 juin. Musiciens amateurs et grands noms de la musique réunionnaise se produiront sur les scènes improvisées ou non à différents endroits de l’île. Et, il y en aura pour tous les goûts.
Lancé officiellement par Jack Lang, ministre de la culture de l’époque, un certain 21 juin, la fête de la musique marque le début de l’été dans l’hémisphère nord tout en célébrant l’expression musicale sous tous ses styles, sons et formes. Depuis, on la célèbre dans 110 pays à travers le monde.
Et pour cette trentième édition nationale, «gwokas guadeloupéens, biguines martiniquaises, maloya réunionnais et tamure polynésien ainsi que toutes les musiques traditionnelles mais aussi actuelles seront mis en lumière», indique le site du ministère de la culture. Une édition placée donc sous le signe des Outre-Mer.
À l’occasion, le ministère de la culture prévoit également de sortir, ce mardi 21 juin, jour de fête, un triple album, composé d’œuvres d’artistes ultra-marins. L’album sera diffusé à 12 000 exemplaires au niveau local et national. On y retrouvera une quinzaine d’artistes réunionnais. Parmi eux, Christine Salem ou encore Davy Sicard. L’occasion, selon Alain Courbis, à la tête du pôle régionale des musiques actuelles (PRMA) de La Réunion, «de faire connaître notre patrimoine musical à l’extérieur mais aussi une façon de développer et d’accompagner les artistes locaux».
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