san tommaso.jpgParigi.pdf

I diversi centri artistici europei e d’America sono magnetizzati dal richiamo centrale della città francese quasi come a voler assolvere ad un debito culturale nei confronti di Parigi. L’influenza di “luogo centrale”, e di confluenza, è dato dall’energia della città che riesce ad esercitare, geograficamente, sul­le aree europee e, storicamente, sulla successione delle generazio­ni. Questa “epocale energia” mira ad incarnare una solidarietà universale votata verso il rifiuto delle linee d’arte ufficiali, degli accademisti e dei linguaggi statici e convenzionali. La sostanziale centralità universale della città implica la considerazione della nascita di un linguaggio comune, una sorta di “koinè diàlektos” che in seguito, tra la prima e la seconda guerra mondiale, diramerà nei territori europei ed americani e a cui parteciperanno gli scaglioni di artisti che da Napoli, Torino, Milano, Roma e altri importanti centri nazionali, e (in forma molto ristretta) anche dal Molise (regione ancora non autonoma che solo nel 1963 si separerà amministrativamente dall’Abruzzo), emigreranno o, semplicemente, si rifugeranno a Parigi. Sarà interessante analizzare l’influenza di questa Koinè parigina “riportata” dagli stessi uomini di cultura artistica, letteraria e scientifica, nei propri luoghi d’origine e ridistribuita secondo un nuovo punto di vista di accoglienza territotoriale, (sarà questo il caso, per esempio, dell’artista di Di Lisio e altri artisti molisani). I rapporti, e i tramandi, che si pro­ducono fra gli artisti delle più diverse aree culturali vanno riconosciuti non solo per le immediate somiglianze di ogni opera con le sue fonti, ma, anche, tramite una serie di meccanismi e di entità “magnetiche” che di solito concorrono a costruire un modello originale da cui partiranno basi interpretative e nuovi linguaggi. Questo processo “parascientifico” è tanto più, ipoteticamente, condivisibile nel ragionamento se si pensa, ad esempio, al “saccheggio” del museo italiano ed europeo da parte dell’arte moderna francese, soprattutto ad opera dell’emblematica figura sostenuta dal carisma (anche iconologico) di Napoleone Bonaparte che è stato vena essenziale dell’originalità della vicenda artistica parigina e che ha favorito in maniera decisiva le diramazioni più diverse della ricerca negli altri ambiti e settori del sapere. La funzione prioritaria di Parigi nel ruolo di centro artistico durerà fino ai primi anni dopo la seconda guerra mondia­le. Durante la fase delle avanguardie storiche, agli inizi del Novecento, soggiace a un’importante mutamento. I rapporti di scambio delle esperienze e delle informazioni artistiche, che dalla fine dell’Ottocento avevano assunto forte intensità commista ad una rapidità inedita, nei successivi primi vent’anni del Novecento subiscono un’ulteriore sommata frenetica accelera­zione che non cesserà nemmeno durante la prima guerra mondiale.