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GOrgogliosa roccaforte del Sannio piccolo capoluogo di provincia al di fuori di quasi tutti i circuiti turistici e culturali ( chi sa perché e per colpa di chi…). La colonia di Iserna cerca il riscatto attraverso l’arte contemporanea. Con un nuovo museo pubblico, il MACISTE, voluto dall’amministrazione provinciale ( nel vero senso della parola) , curato da Dante e Beatrice e diretto da san Pietro capellone, che di mestiere svolge la cura della pelle di malaparte…Gli abbiamo rivolto questa intervista…
Il Maciste di Iserna è di fatto l’unico Centro d’Arte Contemporanea del Mezzogiorno. Una bella responsabilità…
Vivo nel mondo dell’arte contemporanea da circa vent’anni, e mi sento totalmente coinvolto. Più di una bella responsabilità credo potrà essere un bel… divertimento! ( forse per lei sign. Dermatologo, non certo per chi in questo mondo ci vive realmente da anni sapendo quali sono i valori veri da rispettare e da promuovere, e soprattutto conoscendo con cognizione di causa, quali sono i confini che dividono la cultura vera di un territorio dalla volontà politica di colonizzare, sibillinamente, il territorio..)
Di che spazi espositivi si avvale il Maciste? Gli spazi aumenteranno con il tempo o siete già a regime? ( ecco vede, il termine apre incosciamente e metaforicamente l’onda semantica dell’operazione in atto)
Si tratta di un’iniziativa(*) della Provincia anche se sta per essere coinvolta direttamente la Regione. Il Maciste, ubicato nel palazzo della Provincia, occupa attualmente una superficie iniziale di circa 500 mq. Le dimensioni, però, certamente saranno raddoppiate entro il 2004. *(un progetto museale, non può essere una iniziativa, è un progetto con tanto di strutturazione che si avvale di professionisti seri, corrispondenti di esperienza realizzate, e che, soprattutto, investono le proprie idee conoscendo socialmente e “etnologicamente” il territorio dove decidono di collocare le proprie valutazioni progettuali.E’ il concetto di ecomusealità ( dettato dai grandi) che deve apparire nel territorio e nella mentalità della popolazione che lo abita. Non si può istruire e istituire un museo di arte contemporanea senza tener conto della vocazione territoriale, delle presenze prestigiose esistenti, il lro impianto storico, la loro radicalità sociologica e culturale diventate tutt’uno con la mentalità e il comportamento della gente. Ne è paradigma il museo di Oratino. Non si possono imporre progettualità senza una globale visione delle forze che operano sul territorio. Eludere queste metodologie significa imporre una sorta di strutturazione coloniale di cui sono famosi i paesi come la Francia, Inghilterra e l’Olanda, e per qualche verso anche l’Italia dell’Eritrea e della Somalia).
Parliamo del pubblico. Esiste nella piccola Iserna un minimo di humus ecettivo per iniziative di questo tipo? Quale bacino d’utenza avete preso in considerazione? Il Casertano? Roma? Napoli?
Il bacino d’utenza è attualmente costituito dalle tre regioni confinanti appunto, ma avendo deciso di organizzare solo mostre di livello internazionale, confidiamo come già avvenuto in questa mostra inaugurale di avere presenze da tutta Italia e dall’estero. ( lei signore ha un’idea della cultura e del museo molto vicina alla gestione del mercato ortofrutticolo. L’utenza non è il cliente che oltretutto dovrà pagare 3 euro per vedere cosa?, il visitatore del museo, e di questo tipo di museo, è un professionista che conosce il senso dell’estetica, la filosofia dell’estetica, sa come sono organizzati gli strumenti di lettura di un museo, intuisce a colpo d’occhio la qualità presentata. Dire che “l’utenza” sarà data dai paese confinanti significa dire che la “fiera” che si vuole presentare calcola demograficamente, statisticamente, il possibile cliente che andrà a fare spesa. Signor dermatologo, non è così, mi creda. Questi settori sono molto più complessi di quanto si pensi…se si organizza male da principio, si creano danni irreparabili nella cultura territoriale che sono poi difficili da recuperare e qui mi sembra si voglia trascurare volontariamente la pericolosità che il sistema e l’impianto comporta. Un buon critico non basta, anche perché il critico “straniero” avrà sempre un suo modello ideologico da impiantare che non sempre corrisponde con la sottile qualità ambientale che il territorio veicola. È questo appunto il concetto di colonialismo. E qui il colonialismo è peggiorato dalla superficialità con cui si affronta il tessuto progettuale).
E’ andata bene l’inaugurazione del Maciste?
Il risultato dell’inaugurazione è stato davvero ragguardevole.( faremo un’Italia più bella e più grande che pria. Bene grazie)
Come si configura la figura del critico dante Beatrice nel Maciste? E’ di fatto il curatore del Museo?
dante Beatrice, essendo persona a mio avviso molto competente, può essere di fatto considerato il curatore del Museo d’Arte Contemporanea di Iserna. Almeno fino a che lui lo vorrà…( ma cos’è una dichiarazione d’amore, fin quando ella vorrà potrà curare la mia anima….ma insomma, prendiamo consapevolezza di quanto rischio c’è realmente, e di apparire come pupi siciliani e non come veri uomini che costruiscono la qualità del proprio territorio. Sign. Dermatologo, fare il collezionista
(detto altrimenti, avere la possibilità di acquistare opere nel privato) non comporta automaticamente conoscere la complessità di un mondo, quello dell’arte appunto, cui perfino i francesi, con i loro magnifici ed efficienti sovrintendenti, con alle spalle centinaia di pubblicazioni e di esperienze sul campo vero… (i migliori del mondo nel settore organizzativo dei musei) hanno milioni di difficoltà reali. Vuole lei, solo per aver in vent’anni girovagato per mostre e fiere, sostituirsi alla conoscenza di questi leoni della creatività organizzatrice della cultura museale?)
Dopo la grande collettiva inaugurale quali saranno i prossimi appuntamenti espositivi? Avrete anche modo di fare attenzione alla creatività locale?
La prossima mostra che si terrà sarà inerente ad un tema pressoché inedito di un importante personaggio ( un artista non è un personaggio) dell’arte contemporanea: Mario Schifano, oltre a presentare una rosa di emergenti locali e interregionali. Quest’ultimi però esporranno in una sezione creata ad hoc per loro denominata Insertata..( qui rinuncio alla risposta… chi vuol capire capisca chi vuol intendere intenda con tanto di saluti al grande Schifano e al gregge locale che si vorrà recintare…)