Sab 25 Ago 2012
Scheda tecnica:
Regia: Wim Wenders
Durata: 105 minuti
Produzione: Germania/Portogallo
Anno: 1995
Fotografia: Lisa Rinzler
Scenografia: Zé Branco
Suono: Vasco Pimentel
Musica: Madredeus
I personaggi principali del film e gli interpreti:
Rüdiger Vogler (Philip Winter), Patrick Bauchau (Friedrich Munro),
Teresa Salgueiro, Pedro Ayres Magalhes, Rodrigo Leão, Gabriel Gomes, José Peixoto, Francisco Ribeiro (i Madredeus), Manoel de Oliveira (sé stesso),
Vasco Sequeira (il camionista), Ricardo Colares (Ricardo), Joel Ferreira (Zé), Sofia Benard da Costa (Sofia), Vera Cunha Rocha (Vera),
Elisabete Cunha Rocha (Beta), Canto e Castro (il barbiere),
João Canijo (il truffatore), Viriato José da Silva (il calzolaio).
Commento:
Philip (nel manifesto), tecnico del suono, trova un messaggio di un suo amico regista che lo chiama a Lisbona per aiutarlo a finire un film che sta girando. Arrivato a Lisbona non trova il suo amico Friedrich, ma dopo qualche giorno passato nella sua casa trova del materiale girato da lui e comincia a lavorarci sopra. Gira per la città per cercare e registrare suoni. Poi incontra Teresa, la cantante del gruppo Madredeus che sta registrando la colonna musicale del film e si innamora di lei (nel manifesto). Quando finalmente ritrova il suo amico lo trova in preda a una grottesca ossessione: ha ripreso centinaia di ore di pellicola della città di Lisbona, puntando la macchina dietro le spalle per non vedere le immagini mentre gira. È arrivato alla conclusione che l’occhio del fotografo rovina le immagini, le rende false e contaminate. Philip lo richiama in terra, lo convince che anche nell’epoca dell’inquinamento visivo si possono ancora fare dei film e ricominciano a girare il loro film in modo “tradizionale”.
I momenti più belli e poetici del film sono quelli quando Philip ascolta suonare i Madredeus. La loro musica è la tipica musica popolare di Lisbona, il “fado”. “Fado” esprime malinconia, tristezza, nostalgia per ciò che si è perduto o il rimpianto per ciò che si è mai raggiunto. Spesso cantato da donne e accompagnato dalla chitarra, il “fado” è l’anima profonda del Portogallo. La bellezza della musica di Madredeus e la dolce, ma espressiva voce della loro cantante renderebbero da sole il film degno di essere visto. Ma poi ci sono anche le immagini di Lisbona, non quella turistica, ma per questo non meno affascinante. Certamente Wenders non rinuncia ai suoi discorsi sul senso della vita, e qui c’è forse una piccola debolezza del film che in certi momenti si allunga un po’ troppo.
Ma alla fine è soprattutto un film sul cinema. Si può, nonostante le immagini che ci inondano ogni giorno da parte di giornali, riviste e TV, ancora fare del cinema senza inserirsi nella superficialità della cultura odierna delle mass-media? Wenders risponde con un convinto sì e con questo film ci da anche un bel esempio. Il film è una specie di dichiarazione d’amore ai 100 anni di cinema, è pieno di citazioni, usa in parte tecniche e macchinari degli anni Venti e non rinuncia neanche a delle invenzioni comiche che ricordano i film muti dei primi anni di questo secolo. Il film è un piacere per gli occhi e per le orecchie e in alcune scene Wenders si è anche ricordato del fatto che il cinema può far ridere…
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