Mar 14 Mag 2013
Complessità e semplificazione nella pittura di Simone Zaccarella -Maria Stella Rossi
Posted by Antonio Picariello under arte/teatroNo Comments
Un’esigenza di racconto, come sintesi e quintessenza di conoscenze, esperienze e riflessioni esistenziali, anima il percorso artistico di Simone Zaccarella.
Il viaggio inizia nel laboratorio di suo padre, il noto ceramista Antonio Zaccarella, in un luogo di forti situazioni creative, frequentato da artisti italiani e stranieri.
La pittura come necessità espressiva totale e riassuntiva si affaccia già chiara e trascinante a otto anni “ desideravo solo dipingere e questo ero sicuro avrei fatto” così si esprime Simone che ora a ventotto anni dopo un’incubazione ventennale, intesa come lavorio incessante di ricerca e di studio, viene allo scoperto e mostra i suoi lavori.
Lungamente custoditi in una cartella -sempre la stessa, portata con sé nei viaggi e nelle pause- i bozzetti, realizzati su carta- il supporto adatto e caldo che gli corrisponde- sono la testimonianza anche cronologica di tappe espressive personali come snodo e concretizzazione di avvenimenti e di approfondimenti di idee e di pensieri.
Zaccarella percepisce e vive la pittura come energia creativa, testimonianza della forza della natura intesa come unica possibilità per capire e carpire le domande dell’esistenza.
Sono sempre momenti di forte rottura o crisi a innescare processi che alla lunga si rivelano costruttivi e positivi. A otto anni l’artista partenopeo Sergio Spataro gli regala una scatola di colori ad olio che il piccolo pittore non riesce a dominare nella maniera voluta per cui vive questa esperienza in maniera traumatica tanto da nascondere i colori, dimenticarli per poi riprenderli dopo cinque anni e custodirli ancora oggi come preziose reliquie.
Dal tubetto che contiene il giallo Simone Zaccarella spreme macchie di colore che andranno a significare e a caratterizzare la sua pittura quando, la scorsa estate, la proposta di realizzare una mostra diventa occasione risolutiva per trasferire i bozzetti sulla tela.
“ A partire dal giallo”-Apotheca Art Gallery, Pozzuoli Marzo 2013 – è il titolo della mostra che raccoglie le sue opere che trovano respiro su uno spazio più consono alla realizzazione dei lavori ma non alla forza creativa tutta spesa nella fase ideativa del bozzetto.
“ Potevano rimanere solo bozzetti perché ero arrivato alla mia personale espressività e questa mi bastava”, ancora una frase cardine di Simone il cui percorso esistenziale precede sempre quello espressivo-creativo- artistico, ed è questo il suo modo di vivere l’arte nella sua complessità e nel rapimento totale che ne segue.
Roma e la frequenza dell’Accademia sono il vero incipit come la conoscenza e la collaborazione con artisti provenienti da vari luoghi del mondo formano il contesto giusto e consono per scoprire non solo culture diverse ma punti di vista anche lontani fra loro che fanno luce su alcuni nodi imprescindibili della vita.
Quel momento così coinvolgente e significativo si rompe ma non perderà mai il suo valore di scoperta anzi diventa il motivo del segno espressivo di Simone Zaccarella che si concretizza nell’elaborazione di lavori dove ogni forma è spigolosa e rappresentata con triangoli.
“ Non disegnavo più le forme perché avevo perso la loro realtà come quando si rompe uno specchio e restano solo pezzi aguzzi ”.
Ma il dolore provocato dal cambiamento di una realtà amicale e creativa amata, il senso dell’abbandono e dell’ impossibilità di fermare ciò che invece muta e sgretola
affetti e certezze si trasformano nel tempo in una nuova opportunità di crescita e di riappropriazione del cammino a cui contribuisce in maniera forte il viaggio a New York. Ancora un’esperienza corale di lavoro tra artisti, soprattutto con un pittore messicano e uno peruviano, una sorta di full-immersion creativa,
di oltre una settimana trascorsa solo a dipingere creano un impatto coinvolgente che rimesta e decide nuovi equilibri.
Il lungo periodo dei triangoli finisce e si manifestano nuove espressività in concomitanza con la ricerca di sintonie dal mondo che proprio tramite intoppi forzati (come il grave incidente che lo immobilizza per mesi e lo costringe a rinunciare all’esperienza artistica di Bruxelles), porta ad altre strade e fasi.
Cambia la rotta che decide il ritorno in Molise e l’inizio dell’attività lavorativa nel laboratorio di ceramica in cui aveva provato la prima ebbrezza che dona e pretende l’arte.
“ Non volevo fare ceramica perché mi avrebbe legato a un luogo” ma i luoghi hanno le loro malie e storie che come propizie vendette ti richiamano e riaffermano la loro presenza.
Simone Zaccarella inizia a creare oggetti in ceramica realizzando una propria linea
che raccoglierà anche successo di vendite e di apprezzamenti.
Ma il viaggio è la sirena da seguire quando si fa forte il suo richiamo e così il ritrovarsi con altri pittori amici in Spagna, a Cullera, cittadina sul mare vicina a Valencia, quando il giallo, che è divenuto la spina dorsale della costruzione dell’opera, insieme con la pura semplicità del bianco e della matita nera, rappresenta l’energia e la forza del mondo e delle sue complesse manifestazioni.
Ancora altri approdi e altre esperienze si mescolano e danno vita ai bozzetti e quindi alle tele che hanno come tema Berlino, Roma-Amsterdam, Barcellona, Valencia, Australia e la ricerca del mistero e della necessità di decondizionarsi da ciò che la cultura di un luogo di appartenenza segna e decide anche come percorso di vita.
Togliere lacci, uscire dagli schemi predeterminati, cercare una cultura il più possibile personalizzata, per scovare l’essenza, farsi domande e darsi risposte che siano le più vicine alla realtà e trasferire tutto quanto sperimentato e compreso nella pittura che diviene mezzo insostituibile di racconto.
Ma è sempre il viaggio della mente ad andare avanti, la pittura viene dopo come sintesi e sigillo.
Ora Simone Zaccarella è pronto a iniziare un altro iter di ricerca già mentalmente delineato, lo attende il Messico e il suo amico artista Alberto Alvarez Solis.
Una meta cercata perché vista e interpretata come riassuntiva della forza primordiale della creazione.
Il Messico come altro tassello di un puzzle la cui figura sarà ben visibile solo alla fine
quando tutti i pezzi sono incastrati nella maniera dovuta, luogo che darà altri input creativi e grafici che si andranno a comporre in questo tragitto segnato dall’Arte che traccia percorsi e segni di complessa realizzazione e lettura.
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