Mar 18 Mar 2014
Gervasio ha espunto l’ennesimo libretto evangelico.
Posted by Antonio Picariello under arte/teatroNo Comments
Dalla prefazione di gervasio barone al libro redatto in stile napoleone stelluti:
per la realizzazione di quest’opera dell’ingegno (sic) desidero ringraziare i Soci sostenitori (il parrucchiere) cleofino casolino, lucia di miceli (il carrozziere) antonio marcovicchio e tutti i soci …..
si conviene quindi che siano d’accordo la galleria ex Archetyp’Art attuale officina sociale sia a copertura di un centro di riunione politica di parte?…
al di là dei valori rispettabili della politica è giusto che artisti vengano presentati a loro insaputa, senza un consenso scritto in un luogo che dichiara, come dalla foto, essere addetto a riunioni politiche? Lo statuto lo prevede? E se non lo prevede allora vuol dire che l’arte è connivente con la politica di gervasio barone?. Ci si può f….. di qualcuno che scrive : concludendo, in sintonia con la filosofia della galleria, vorrei citare Coelho (tradotto coniglio) che nel suo libro manuale del guerriero di luce così riferisce- un guerriero della luce condivide con gli altri tutto ciò che conosce del cammino- dunque barone il guerriero di luce condivide con gli artisti che presenta o fa presentare dai suoi adepti, la sua linea politica ? Forse sarebbe bene che qualche responsabile firmatario dell’associazione culturale ONLUS che in passato nella pratica gervasiana vendeva i testi prodotti ( testi di cui lui si limita a scrivere qualche introduzione per poi risultare sempre presente in ogni occasione storica, infatti lo si ritrova nei libri di Saquella e cardone, nel libro al centro degli elementi gli elementi al centro dell’IRRE Molise di cui non ha stilato neanche una virgola, nei libri catalogo genius loci, nelle mostre 500 artisti nell’arcobaleno degli angeli, invece lo si ritrova nel suo libretto del gruppo solare di cui da anni si fa portavoce – ecc ecc – molti libri prodotti dalla galleria sono stati venduti alla regione ( anche perché barone è responsabile nominale della commissione musei regionale) ed essendo barone il presidente unico amministratore della galleria chiaramente ha incassato i proventi omettendo il consenso sia mio che degli altri due soci. Scrive che la galleria officina solare nasce nel 2010. Falso, il nome nasce nel 2010 la galleria nasce intono agli inizi del duemila prima con la società di l. Mastropaolo, io, e. nocera e lui, poi alla morte di Mastropaolo (uno degli ultimi veri artisti molisani) si decide in quattro di aprire la galleria attuale a Termoli. Sotto la mia direzione non si facevano riunioni politiche anche perché lo statuto parlava chiaro. Non avrei mai permesso che per scopi individuali si confondesse la qualità dell’arte e degli artisti con manovre che potessero inquinare la cultura e la ricerca dei linguaggi artistici. La linea di qualità che pure lui, il gervasio sosteneva è immediatamente decaduta quando l’insegnante di disegno ha capito che doveva marciare con la forza dell’arte e della verità costruttiva della ricerca artistica. Non essendone capace, o perlomeno dopo aver misurato le sue potenzialità con quelle di altri artisti veri come Lombardo, Serra, Cerrone, Colangelo, Rea, Saquella, Mastropaolo, Mastrangelo, Manzan e tanti altri… ha subito impostato il meccanismo del “detto all’orecchio” facendo in modo che non si arrivasse mai ad un confronto pubblico (sempre ben accetto anche adesso), ma che con il passaparola avvenisse una sorta di spergiuro che mi ha portato a lasciare il mondo delle critica e dell’arte dopo tanti anni di serio e duro lavoro. Adesso scrivono le memorie del luogo partendo dal 2010 – qualunque onesto studioso riderebbe di queste manovrina provinciale ( tolto la buona casa editrice di persona seria Palladino) il resto del libro è una lista di avvenimenti senza spirito ne linea critica.
Una serie di banco dell’ortolano dove a giorni alternati viene deposta ordinatamente la merce. Così risulta che nella filologia Boris Brollo, uno che ha lavorato sodo e ha le palle, sia un presentatore di banane, la docente seria Brigida di Leo ( l’insegnante universitaria con cui baron (diplomato all’istituto d’arte vasto) ha sostenuto l’esame di storia dell’arte all’univ. Di architettura di pescara) diventa una presentatrice outsider territoriale, nonostante lavori in Abruzzo e che in fatto di storia dell’arte condivida con il Molise anni di storia gemellare – stessi artisti stessi scrittori visto che fino al 63 la regione si nominava Abruzzi e Molise. Sergio lombardo testimone vivente della scuola romana sembra sia venuto a svernare a Termoli come Neruda in Sicilia nel postino diretto da Michael Radford con l’ultima comparsa di Troisi- quando sappiamo bene che l’ideatore dell’arte stocastica approda in Molise per motivi seri giuridico pedagogico…cui il barone ha fatto da testimone oculare…in cambio ha avuto un’opera del maestro romano che lui presta ai bar per farlo appendere tra profumi di caffè e bicchierini di prosecco. Poi Vincenzo Mascia l’ultimo Madì che a dire del barone non avrebbe dovuto mai mettere piede in galleria, forse perché il Mascia non lo aveva sponsorizzato in passato come aveva invece fatto per fuori luogo di borrelli gentile lorusso… invece Mascia pronto e servito…poi il piccolo formato di marini che artista serio romantico e solitario nella sua Campomarino ha gestito la vita con onestà intellettuale innamorandosi di grandi esponenti della cultura come Hugo Orlando vero precursore del campo e del premio Termoli ( e che dovrebbe essere considerato per il Molise come Elio Di Blasio per l’Abruzzo). E tanti altri di cui adesso non vale la pena citare per non annoiare con la gora della provincia gente seria che ricerca la qualità della vita nonostante la crisi uccide e falcidia intere schiere di artisti sparsi nel mondo. Alla fine le solite schifosissime fotografia di bassa qualità che inneggiano all’ombelico del barone e all’illusione dei passanti che una volta passata la festa ricordano il prezzo pagato per risultare in un libretto inutile per qualunque presentazione nazionale tanto meno internazionale visto che manca di una seria linea critica che possa far riflettere o provocare le coscienze dell’arte. Un semplice libretto arancione –segno di povertà- cui scorre alla fine un testo evangelico tommaseo con l’approssimazione al tentativo di una rotatoria della storia dell’arte molisana strutturata in forma di tesina da scuole superiori e che omette una quantità mostruosa di dati. Si comprende che il bravo evangelista non avrebbe potuto far miracoli e che la linea discorsiva è stata in parte impostata da lui, in parte dal committente mago che naturalmente aveva interessi si dicesse il necessario a non intaccare l’intreccio accurato che dal 2010 il gervasio aveva elegantemente stilato a suo favore ombelicale.. cosa abbia intenzione di “messaggiare” questo libretto, non si capisce . Non è un saggio, non è una testimonianza e se pure lo fosse sarebbe una terminale testimonianza di un giovane critico che non ha vissuto direttamente nulla di quanto scrive e poi carica di omissioni e di ingiuste valutazioni sull’operato degli artisti seri che hanno dato la vita, come Saquella e Mastropaolo, per questa regione sempre con accostato a latere gervasio l’unto del signore ( in senso reale visto che ha avuto i sacramenti dell’estrema unzione- Molise mon amour diario di un critico d’arte ed. enne) che ha saputo marciare benissimo ( come un sottile stratega democristiano di altri tempi) tra i corridoi scuri del territorio molisano. Ora loro, quelli che hanno lottato con il sangue affinché la regione approdasse a un senso minimo di qualità e di rispetto degli artisti e dell’arte, loro sono morti e il gervasio si spaccia per guerriero di luce sedendo al tavolino verniciato dal socio carrozziere alla riunione in galleria d’arte del partito (giusto e serio – loro si) che decide le strategie per le nuove votazioni comunali.
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