Il luogo apre l’entrata viscerale di una grotta. In realtà è l’entrata un po’ angusta di  un castello trasmutato da torre di avvistamento marino a postazione di difesa bellica. La pietra racconta il processo della storia e la pietra è la materia che la spiritualità  dello Scultore Gianni Fano modella rendendola opera segreta che racconta i segreti dei processi storici. La sua potenza di ricerca questa volta combina con il pensiero  sensibile e  coraggioso della femminilità artistica. Maria Grazia Orlando  in concerto tra scultura e pittura apre vibrazioni riflessive e  stati d’animo particolari che impattano  con le immagini evocate dalla sincronia di guida spirituale offerta dalla forza sincronica della scultura e la visionarietà pittorica e lo sguardo diventa slancio che ci proietta oltre i confini della conoscenza percettiva. Simboli e visioni si combinano in una sfera dimensionale che il luogo riveste di magico come una condizione antica medievale in cui ancora si poteva rendere umano il fantastico, la significazione di un sogno profetico, o la riproduzione di un bestiario in cui partecipavano figure inesistenti, mai viste, mai catalogate nelle mappe scientifiche dei geografi o nelle rappresentazione dei testi lavorati dagli amanuensi. Mappe delle divinazioni, riproduzioni di animali fantastici che diventeranno zoologia astrale, segni cosmici e calcoli geometrici in cui ogni figura rappresenterà una solitudine dei numeri primi, una remunerazione pitagorica mascherata di bellezza malinconica e allo stesso tempo, nell’attimo accadente, svelatura di un desiderio armonico che spinge le percezioni oltre il confine designato dai protocolli e la precettistica umana. Qui si entra nel mondo silenzioso dei segni che suonano oltre gli involucri della mente e aprono le porte di entrata per assistere al concerto dell’arte dove femminilità che ci riporta il sogno cosmico, ancora la scultura simbolica ponendoci in uno stato di sicurezza. Si naviga oltre le nuvole, si entra nel celeste e poi lentamente ci si cala in un terrestre ipogeico ritornando esseri della terra che ogni giorno conducono azioni automatizzate; lavarsi, abluzioni, lavarsi il viso, sciacquarsi le mani, mangiare il pasto del mattino, bere un caffè, riti del progresso della civiltà informatica ex industriale pur sapendo che su ogni gesto che si compie c’è una direttiva cosmica invisibile e impercettibile che ci guida. Due artisti ci dicono di fare attenzione, non tutto l’apparente è reale. Dietro di noi nelle profondità dello spirito le mappe pittoriche di un cosmo segreto e le epigrafi scultorie suggeriscono nuovi mondi che possiamo ancora accettare, amare e se si vuole rispettare per fede. In fin dei conti i segni dell’arte sono i segni che la mente distribuisce ai giusti quando gli elementi compartecipano al simposio che decide questo momento possa accadere.  Al castello la cui entrata sembra l’entrata di una grotta, alla mostra Fano Orlano, questo sembra sia un momento di rivelazione, che tanto quanto promesso dagli elementi sia accaduto. Antonio Picariello