Pasqua 2016 in Sicilia.

La Processione del Giovedì Santo a Caltanissetta

“Processione del Cristo deposto” – La Scinnenza di Guadagnuolo

 

Incontriamo a Roma il pittore Francesco Guadagnuolo, il noto artista, siciliano nativo di Caltanissetta il quale testimonia, in occasione della Santa Pasqua, con un suo eccezionale lavoro pittorico la processione del “Giovedì Santo” di Caltanissetta.

L’artista la ricorda così: «Nel 1974 decisi di realizzare assieme a una cartella di gouache una grande opera olio su tela ispirata alla Processione del Giovedì Santo. Seguendo tutti i riti della settimana, ho cercato di far vedere le parti meno in evidenza, ritraendo oltre i gruppi, i siciliani con le loro gesta, i volti scavati, le anziane signore che venivano a toccare i gruppi in segno di fede e commozione, la loro è una partecipazione ad uno tra i più suggestivi e popolari eventi religiosi. La mia opera su tela è intitolata: “Processione del Cristo deposto” è dedicata al gruppo detto La Scinnenza misura 3 x 1,5 m. Dal bellissimo Duomo della Città, partono due raggi di luce, dove si mette in cammino la Scinnenza che raffigura la deposizione dalla Croce. Sopra la Croce due giudei, che assieme a Giuseppe D’Arimatea e Nicodemo con San Giovanni fanno scendere lentamente il corpo di Cristo, sottostante il dolore della Madonna e delle altre donne. Nella parte bassa del dipinto, la scena di Gesù deposto e immobile. É una rievocazione cui si commuove tutta la città. Le donne che hanno le sembianze dei profughi di oggi che circondano il Cristo indicano il dolore di Maria madre di Gesù e madre di tutti che viene a vedere il figlio morto; mentre la gente s’impressiona a scorgere l’inquietante scenario realistico accompagnato dalle musiche delle marce funebri delle bande. La fede in questa circostanza è di straordinaria compartecipazione, unita di tristezza e pietà, questa fede non è vissuta in maniera intimistica, ma è avvertita come forma collettiva, i nisseni si fanno trascinare in questo rito popolare in cui la gente diviene protagonista».

 

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Francesco Guadagnuolo possiede il dono della visione. L’ artista per essere tale deve fruire, oltre la capacità della percezione, il senso dello spirito che agisce sugli elementi dell’incanto e per esclusiva “qualità” indossa la potenza di trasformare il segno della composizione in emanazione in magnetica attenzione. Questo stato differenzia   il respiro dell’uomo comune in alito di grazia.  Quando la figura evocata rappresenta il Cristo e la Passione l’icona diventa sacra e lo spettatore trova focalizzato nel suo percorso di fede il referente visivo cui dedicare la sua  linea di devozione. Questa operazione diventa  simbolo del  proprio martirio di supplica devozionale capace a volte di attivare   la funzione “ascensionale” del rito. In queste immagini traspare una dimensione insolita dell’icona come se il segno stesso si trasformasse in qualche modo in corridoio unificante il simbolo, la  fede e la spiritualità dei gesti rituali elevando così lo stato di preghiera verso una sorta di lievito espansivo dove l’uomo per sua inconscia natura incontra il divino. A.P.