Mar 3 Mag 2016
Noi vecchi professori in estinzione tra Fornero e concorsi nuovi
Posted by Antonio Picariello under arte/teatroNo Comments
Noi vecchi professori in estinzione tra Fornero e concorsi nuovi
Kipling ci raccomandava come educare i figli per farli diventare uomini. Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano, tenendo però considerazione anche del loro dubbio […] allora sarai un Uomo, figlio mio! – Kipling aveva le idee chiare, considerava il dubbio e il “se” il mezzo per connotare la dignità umana. Oggi i modelli Kipling “sono stati estinti”. Oggi qualcuno ha puntato sulla costruzione delle nuove società partendo dal punto progetto che la tipologia sociale debba basarsi esclusivamente sulla tecnocrazia. Uomini e macchine devono avviare il processo per diventare “una sola carne” come nel racconto della Genesi (2:21-24) che descrive il processo tramite il quale Dio ha creato Eva prendendo una costola dal fianco di Adamo mentre dormiva. E così Adamo riconobbe che Eva era una parte di lui e che erano di fatto “una sola carne”. Chi sta progettando la tipologia delle nuove società desidera l’umanità diventi una sola carne con le macchine; che le sposi, le fecondi e ne procrei una discendenza che si prevede già qualificata dalla genialità di Ridley Scott. Scott si avvale delle scene girate dalla buon anima di Kubrick; sempre lui. Quello che per una parte dell’umanità votata a san Tommaso, ha simulato lo sbarco sulla luna. Siamo in Blade Runner. “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”. Il concorso scuola sembra tendere verso la costruzione di questo tipo di società. È stato un incontro primordiale tra lo sposalizio di una umanità intelligente come l’uomo sapiens e il primordiale “neandertalmachin”. Ecco la scena. Un tecnico di laboratorio dall’aspetto medievale, una icona di Pieter Bruegel il vecchio, due anziani professori, il primo con barba bianca e capelli corti mi dice se non fosse stato per la Fornero sarei già in pensione. Difficilmente se avessero partecipato al concorso che controllavano questi due professori lo avrebbero potuto superare; loro sono abituati a lavorare con carta e penna bic, due elementi di evoluzione tecnologica del passato. Difficilmente avrebbero saputo usare una specie di terminale e una tastiera che non permetteva autocorrezioni, tagli e cuci, cancellazioni rapide come in uso per l’elaborazione di testi e documenti nel Software Word. I concorrenti docenti di Italiano degli ambiti AD4 (per spiegarlo a mia madre ottantasettenne vecchie scuole medie e superiori insieme) avrebbero dovuto in 150 minuti leggere le tracce, capirle e svilupparle come in “La vita fugge e non s’arresta un’hora”. Forse in un’ora no, ma in centocinquanta minuti passati in compagnia del ragionier Montale e la memoria di Leopardi, Pascoli, Gozzano e Ungaretti, dopo trent’anni di insegnamento disperato in giro per l’Italia, di sicuro la vita si arresta. E come potrebbe continuare sapendo che un vecchio professore abituato alla carta e alla penna bic debba saper usare con velocità da dattilografo una tastiera, leggere e comprendere le tracce, schiacciare dei bottoni virtuali che chiudono finestre e ne aprono altre calcolando che ogni operazione richiede almeno venti, venticinque secondi, rileggere cosa si è scritto, correggere i refusi, la punteggiatura e gli errori di ortografia, passare con il maus che non scorre bene sul piano di formica del banco scolastico, richiudere la pagina, aprire la pagina con i quesiti generali schiacciare sul numero, leggere le due tracce in lingua francese composte da più di otto righe, domande tratte da un documento ufficiale che analizza l’andamento della scuola francese, chiudere, rispondere correttamente alle dieci (cinque per quesito) domande. Il tempo di concentrazione, di interpretazione e comprensione del testo, il tempo di risposta, il tempo di utilizzo gestuale dello strumento, l’impossibilità di correggere, rileggere e, insomma… invidio il mio collega che la Fornero non ha ancora mandato in pensione. Il suo tempo di carta e penna bic è tramontato, ma la sua funzione di vecchio professore abituato ai sensi e alle percezioni umane è ancora lì a insegnare il pensiero di Leopardi, la poesia di Montale, di Ungaretti che condivide il luogo natale con Marinetti il Futurista e poi, infine, come una prova di Invalsi dei miei studenti, arriva Gozzano “ Non fate agli altri ciò che non vorreste fosse a voi fatto! Nella notte incerta ben questo è certo: che l’amarsi è buono”. Io sono ancora umano, non sono pronto per vivere in Blade Runner. Provo ancora amore per la Costituzione italiana. No! Mai un mercimonio “]…[È tempo di morire”
Antonio PICARIELLO
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