madonna con bam e giov.jpg

Negli ultimi anni la geografia mondiale è cambiata molto, introducendo nei planisferi paesi dal nome strano. Al contrario, la

geografia socio-economica è mutata assai meno: al nuovo ruolo della Cina si affianca l’antica permanenza dei luoghi della fame,

della sete e dei senza-diritti, mentre lo squilibrio tra il Nord e il Sud del mondo si è presentato, nuovamente, in aumento.

Un’importante trasformazione in atto riguarda la percezione della geografia planetaria. Per dare un’idea di che cosa implichi

tale novità ci si ispira al cammino dell’evoluzione della specie umana. Immaginiamo che a contribuire al mutamento nella percezione della geografia globale sia intervenuta una nuova variante evolutiva della nostra specie, l’Homo sapiens planetarius, i cui primi esemplari si stiano  velocemente moltiplicando negli angoli del globo. L’idea di mondo propria di questo nuovo “ominide” è di-versa da quella dei suoi immediati predecessori; ad esempio, non sembra facile convincerlo che i problemi sociali debbano fermar-si laddove cominciano i confini di altri stati, né del fatto che la geografia delle disuguaglianze mondiali sia qualcosa di naturale e di immutabile. Figli e fratelli dei volontari dei decenni precedenti, questi uomini

e queste donne paiono affiancare il valore della cittadinanza, della politica (intesa come azione per il bene comune) alla volontà

e alla gratuità dei loro avi e sembrano avere un’idea della “città”, della “polis” larga quanto l’intero pianeta, arrivando a di-re

che ciò che avviene in luoghi remoti dell’Africa o dell’Amazzonia è qualcosa che riguarda tutti. Le pagine che seguono provano a descrivere sommariamente questa nuova tipologia di cittadini, nata all’interno di geografie mondiali rimescolate, presentandone con un po’ d’ironia, come in un documentario sull’evoluzione, le caratteristiche antropolo-3.giche, le attività preferite, i luoghi che frequenta. Mantenere viva l’indignazione

L’indignazione è un sentimento di pancia, forte e aspro ma

volatile, impossibile (per fortuna, lo stomaco ringrazia) da man-tenere

per lungo tempo. Capita così che la tensione positiva che

spesso accompagna la presa di distanza dalle ingiustizie e la mo-tivazione

a lottare per un cambiamento lasci presto il posto alla

rassegnazione. Il cittadino planetario mantiene viva l’indignazio-ne,

non dimentica e non lascia passare. Il trucco consiste nel cer-care

di trasformare l’indignazione in azione, nel documentarsi

sempre, nel nutrire costantemente uno spirito critico.

Il nostro cittadino ha un fegato molto più sviluppato delle al-tre

“sottospecie”, e non potrebbe essere altrimenti, vista la sua

continua tendenza a non rassegnarsi di fronte ai problemi e la

sua predisposizione a lottare per un mondo migliore.

Â