Lun 17 Lug 2006
Negli ultimi anni la geografia mondiale è cambiata molto, introducendo nei planisferi paesi dal nome strano. Al contrario, la
geografia socio-economica è mutata assai meno: al nuovo ruolo della Cina si affianca l’antica permanenza dei luoghi della fame,
della sete e dei senza-diritti, mentre lo squilibrio tra il Nord e il Sud del mondo si è presentato, nuovamente, in aumento.
Un’importante trasformazione in atto riguarda la percezione della geografia planetaria. Per dare un’idea di che cosa implichi
tale novità ci si ispira al cammino dell’evoluzione della specie umana. Immaginiamo che a contribuire al mutamento nella percezione della geografia globale sia intervenuta una nuova variante evolutiva della nostra specie, l’Homo sapiens planetarius, i cui primi esemplari si stiano  velocemente moltiplicando negli angoli del globo. L’idea di mondo propria di questo nuovo “ominide†è di-versa da quella dei suoi immediati predecessori; ad esempio, non sembra facile convincerlo che i problemi sociali debbano fermar-si laddove cominciano i confini di altri stati, né del fatto che la geografia delle disuguaglianze mondiali sia qualcosa di naturale e di immutabile. Figli e fratelli dei volontari dei decenni precedenti, questi uomini
e queste donne paiono affiancare il valore della cittadinanza, della politica (intesa come azione per il bene comune) alla volontÃ
e alla gratuità dei loro avi e sembrano avere un’idea della “città â€, della “polis†larga quanto l’intero pianeta, arrivando a di-re
che ciò che avviene in luoghi remoti dell’Africa o dell’Amazzonia è qualcosa che riguarda tutti. Le pagine che seguono provano a descrivere sommariamente questa nuova tipologia di cittadini, nata all’interno di geografie mondiali rimescolate, presentandone con un po’ d’ironia, come in un documentario sull’evoluzione, le caratteristiche antropolo-3.giche, le attività preferite, i luoghi che frequenta. Mantenere viva l’indignazione
L’indignazione è un sentimento di pancia, forte e aspro ma
volatile, impossibile (per fortuna, lo stomaco ringrazia) da man-tenere
per lungo tempo. Capita così che la tensione positiva che
spesso accompagna la presa di distanza dalle ingiustizie e la mo-tivazione
a lottare per un cambiamento lasci presto il posto alla
rassegnazione. Il cittadino planetario mantiene viva l’indignazio-ne,
non dimentica e non lascia passare. Il trucco consiste nel cer-care
di trasformare l’indignazione in azione, nel documentarsi
sempre, nel nutrire costantemente uno spirito critico.
Il nostro cittadino ha un fegato molto più sviluppato delle al-tre
“sottospecieâ€, e non potrebbe essere altrimenti, vista la sua
continua tendenza a non rassegnarsi di fronte ai problemi e la
sua predisposizione a lottare per un mondo migliore.
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