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Lo scultore Michele Carafa ha ragione da vendere. Sembra che in questi ultimi tempi il Molise, da Campobasso a Termoli, passando per Casacalenda,( dove verrà seppellita Kalenarte) senza minimamente scalfire la tradizione del nulla ( in fatto di arti visive) di Larino, ( il vanto storico vive ormai da generazioni di mutuo ipotecato sulle spalle degli antenati) voglia dimostrare alla sua stessa giovane esperienza amministrativa, (1963) di saper fare molto di più, in fatto di programmazioni culturali e artistiche, che le sue più anziane sorelle regionali figlie di Italia mammona. Quest’anno con il cambiamento politico avvenuto, come ben spiega Carafa, per i fatti di cronaca che ben si conoscono, la nuova amministrazione termolese ha deciso di passare alla storia con una manovra di alta strategia militare: la battaglia di Salamina, ma non quella descritta da Eschilo. Si tratta, invece, di quella tanto amata da Jacovitti nelle sue elaborazioni di elevata intelligenza grafica e di contenuti ( Alonza per la malonza e tutt’intorno salamini podistici, fette animate di cibarie e apine titubanti e ingenue). La Salamina nostrana dice che dopo cinquanta anni di onorata carriera internazionale, il “ Premio Termoli” verrà licenziato senza neanche una comunicazione, un preavviso canonico di otto giorni. Si è deciso di passare alla storia che nel futuro degli annali scriverà più o meno così – Correva l’anno (….) quando lo notaro, constatata la genialità artistica del figliolo Lionardo decise di protocollare un anno sabbatico per la categoria e le confederazioni delle arti e mestieri, abolendo lo affaticante impegno proprio de lu premio della città marinara. Tanto lu Molise molto confina con lu litorale adriatico, chilometri e Kilometri di costa fino a tangere l’altra sponda. Così avvenne, fatto curioso, che destra e sinistra finirono per convergere nello stesso punto onde passa lu meridiano di Greenwich. – Una sommessa domanda: Cosa avranno mai fatto di male gli artisti e la cultura a questa giovane regione per essere trattati a modo di reietti e vagabondi?. Forse è davvero emblematica la rappresentazione revocatrice dell’ invasione dei turchi. E poi dicono che non pensiamo alla cultura straniera….

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