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Il periodico “Eolo Edizioni & Comunicazione” e il mensile d’informazione “Il Giornale di Eboli – dal 1915” hanno promosso il Concorso d’arte contemporanea, dal 14 al 17 settembre del 2006, dal titolo “Vento d’Avanguardia”, che si svolge nella sede monumentale del complesso di San Francesco, già storico municipio cittadino ed oggi sede del Museo Archeologico Nazionale di Eboli. La scelta di far ospitare la manifestazione nel museo è stata senz’altro felice, perché questo gratuito Concorso d’arte non solo raccoglie e cataloga una piccola selezione di tanti giovani da poco introdotti nel mondo dell’arte, ma desidera premiare quelle forme artistiche che più si avvicinano all’esperienza innovativa delle cosiddette avanguardie storiche.
Il mondo dell’artistico degli ultimi movimenti, infatti, oggi, è caratterizzato da una nuova organizzazione della grammatologia [Gilles Deleuze], attraverso cui si strutturano i segni che evidenziano l’attesa estetica [Hans Robert Jauss] cioè il riconoscere ed il tradurre [Cesare Brandi] ciò che si sente [Mario Perniola] in strutture informative [Giuseppe Siano] (o strutture logiche del logos) [Piergiorgio Odifreddi].
Tutto l’universo artistico si palesa, così, come racconto scritto attraverso o l’evoluzione dei materiali e delle forme plastiche della scultura, o il tracciare segni che riconducono a forme iconiche o aniconiche della pittura, o usando la tecnologia della macchina fotografica, o sperimentando l’elaborazione grafica al computer (questa, va qui ricordato, che rientra nelle produzioni artistiche delle neotecnologie [Mario Costa] dell’informazione), o cercando la sovrapposizione di vari medium con cui ogni autore costruisce il racconto coevo del proprio sentire artistico.
Gli organizzatori della rassegna d’arte “Vento d’Avanguardia” sono stati attenti, pertanto, anche alla reminiscenza delle forme del passato, richiamando, nel titolo, ciò che è stata la stagione delle cosiddette avanguardie storico-artistiche dell’inizio del secolo scorso, dando così continuità ideale a quel nuovo modo di costruire il racconto e di organizzare sia le forme che il linguaggio.
È risaputo che ogni opera d’arte, sia essa del passato o contemporanea, è accomunata da due istanze fondamentali ed imprescindibili l’una dall’altra, che sono: la materia ed il pensiero.
Il mostrare sia le passate che le nuove tendenze di rinnovamento del linguaggio, in un unico ambiente, è perciò la formula su cui si fonda la manifestazione “Vento d’Avanguardia”. Si è voluto promuovere, così, non solo i giovani artisti che si cimentano – attraverso la materia – col linguaggio dell’arte, ma, anche, al contempo, si è desiderato organizzare una mostra, di un artista, Alfredo Bortoluzzi del movimento Bauhaus che, nel suo periodo, è stato promotore di cambiamenti, e che è stato assunto, nel Concorso, come segno di ciò che si desidera rinnovare con l’evocazione dell’Avanguardia. Si è voluto, infine, che la manifestazione si svolgesse in un Museo che accoglie, tra l’altro, forme ancora più lontane di strutture di narrazione e di fiction figurativa dipinte su oggetti vascolari, dall’indiscusso valore artistico ed archeologico.
Questo per evidenziare, anche, come la relazione tra arte e bene culturale stemperi le differenze e renda sempre più impercettibile il giudizio di valore, tra ciò che intendiamo e cataloghiamo come semplici produzioni umane e tra ciò che prima contraddistingueva in modo inequivocabile le opere d’arte.
È risaputo, infatti, che ogni opera d’arte acquisisce il valore aggiunto, di ciò che noi oggi reputiamo artistico, attraverso l’azione di riconoscimento dell’informazione nella sua struttura linguistica. Solo attraverso un tale riconoscimento si può evidenziare, pertanto, com’è organizzata, nella forma e nel pensiero, la materia dell’arte e a quali principî si fa riferimento quando analizziamo la narrazione di un evento artistico, che si struttura, hic et nunc (qui ed ora), attraverso il punto di vista dell’artista, prima, e del critico, poi.
L’evocazione del vento è segno, per la manifestazione, di tutti cambiamenti su cui si sono costruite le nuove relazioni tra codici vecchi e nuovi. Questi codici sono – qui ed ora – compresenti e inducono a guardare, con la nostra struttura logica, alle informazioni che ricaviamo sia dallo sguardo verso il passato che verso il futuro dell’arte. Esso è costellato d’infiniti ambienti con cui sono state create delle nuove grammatiche linguistiche e delle nuove relazioni per nuove interpretazioni degli eventi; per questo si può affermare che, ogni volta che si sperimenta una nuova strada sorge un nuovo modo di intendere la vita .
I critici più che giudicare gli ambienti linguistici delle produzioni dei giovani artisti sono oggi preposti a dare informazioni sulle opere, dal momento che trascorsi cinquanta anni, qualsiasi produzione umana potrà essere conservata come un bene culturale.
Tutte le produzioni umane, infatti, potrebbero essere custodite, trascorso il mezzo secolo, in un museo, allo stesso modo (e con lo stesso valore?,) di un’opera d’arte; com’è già successo, dopo tempo, a tante altre produzioni del passato.
Giuseppe Siano