La perdita di Stefano Chiarini, è incommensurabile.
Ci mancherà un amico.
Per noi Stefano è stato un interlocutore intenso, e una possibilità di
orientamento, allor quando a partire dal testo di Jean Genet sul
massacro di Sabra e Shatila del 1982 a Beirut, per noi è nata forte
l’esigenza di approfondire ancora di più la condizione dei profughi
palestinesi in Libano,
lui con la sua conoscenza e capacità ci ha aiutato a comprendere meglio
i fatti, le circostanze e gli avvenimenti storici, sociali e culturali
della causa palestinese e per questa causa e anche per questo ci
mancherà sempre.
Ci mancherà questo uomo capace di introdurre, i giovani, gli studenti e
il pubblico a questa storia, suscitando il desiderio di approfondimento
e coscientizzazione.
Ci mancherà questo uomo per la sagacia e la determinazione con cui, in
tutti questi anni, ha tenuto viva la necessità di difesa dei diritti
del popolo palestinese.
Le ultime due volte che abbiamo incontrato Stefano sono momenti che
custodiamo con amore nei nostri cuori:
a settembre 2006 eravamo nel campo profughi di Rashidye, a sud del
Libano, a quasi neanche un mese dal cessate il fuoco della guerra,
stavamo svolgendo un workshop sulla costruzione dei burattini con
diversi bambini e ragazzi del campo e un pomeriggio sono arrivati
Stefano, Monica, Sandro, Carlo, Stefania e altri del “Comitato per
non
dimenticare Sabra e Shatila”, in delegazione, in visita al campo
e per
incontrare Sultan Abu Alaynen, responsabile di Fatah in Libano; poi ci
siamo rivisti, a distanza di un mese, ad ottobre al bar vicino alla
sede del Manifesto dove ci si incontrava, nell’intervallo di
pranzo,
per scambiarci pareri e opinioni sui film, autori e ospiti da invitare
e spettacoli da proporre per “La Linea di Pace”,
manifestazione
dedicata alla questione dei profughi palestinesi.
Se la memoria ha ancora un senso gli uccelli riusciranno a volare
liberi senza frontiere oltre l’ultimo cielo.
Tutto il nostro cordoglio alla sua compagna e ai due giovanissimi figli.
Cam e Joerg – Deposito Dei Segni