Dom 16 Apr 2006
Modo di figurare una battaglia, Leonardo Da Vinci
Posted by Antonio Picariello under arte/teatroNo Comments
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Farai in prima il fumo dell’artiglieria mischiato infra l’aria insieme colla polvere mossa. dal movimento de’ cavagli, de’ combattitori, la quale mistione userai così: la polvere, perché è cosa terreste e polverosa e benché per la sua sottilità facilmente si levi e mischi infra l’aria, nientedimeno volentieri ritorna in basso, e ‘l suo sommo montare è fatto dalla parte più sottile. Adunque lì meno fia veduta e parrà quasi di colore d’aria. Il fumo che si mischia infra l’aria impolverata., quanto più s’alza a certa altezza, parirà oscura nuvola, e vederassi nelle sommità più espeditamente il fumo che la polvere. Il fumo penderà in colore alquanto azzurro e la polvere trarrà al suo colore. Dalla parte che viene il. lume parrà questa mistione d’aria fumo e polvere molto più lucida che dall’ opposita parte. I combattitori, quanto più fieno infra detta turbolenza, meno si vederanno e meno differenzia fìa. dai lor lumi alle loro ombre. Farai rosseggiare i volti e le persone e l’aria e li scoppettieri insieme co’ vicini, e detto rossore, quanto più si parte dalla sua cagione, più si perda, e le figure che sono infra te e ‘l lume, essendo lontane, parranno scure in campo chiaro, e le loro gambe quanto più s’a.ppresserari alla terra, men fieno vedute, perché la polvere è li più grossa e più spessa. E se farai cavalli correnti fori della turba, fa’ li nuboletti di polvere distanti l’uno dall’altro quanto può essere lo intervallo de’ salti fatti dal cavallo, e quello nuvolo ch’è più lontano da detto cavallo men si vegga, anzi sia alto, sparso e raro, e ‘l più presso sia più evidente e minore e più denso. L’aria sia piena di saettume di diverse ragione: chi monti, chi discenda, qual sia per linia piana, e le ballotte delli scoppietti sieno accompagnate da alquanto fumo dirieto al lor corso. E le prime figure farai polverose, i capelli e ciglia e altri lochi piani atti a sostenere la polvere. Farai i vincitori correnti co’ capegli e altre cose leggeri sparsi al vento, colle ciglia basse, e cacci contrari membri innanzi, cioè se manderai innanzi il piè destro, che ‘1 braccio stanco ancor lui venga innanzi,, e se farai alcuno caduto, farà li il segno dello isdrucciolare su per la polvere condotta in sanguinoso fango e dintorno a la mediocre liquidezza della terra farai vedere istampite le pedate degli omini e cavalli di lì passati. Farai alcuno cavallo strascinare morto il suo signore, e dirieto a quello lasciare per la polvere e fango il segno dello strascinato corpo. Farai 1i vinti e battuti pallidi, colle ciglia alte nella lor congiunzione, e la carne che resta sopra loro sia abbondante di dolente crespe; le facce del naso sieno con alquante grinze partite in arco da le anarise e terminate ne1 principio dell’occhio; le anarise alte, cagion di dette pieghe; le labbra arcate scoprino i denti di sopra, i denti spartiti in modo da gridare con lamento; l’una delle mani faccia scudo ai paurosi occhi, voltando i1 dentro inverso il nimico, l’altra stia a terra a sostenere il levato busto; altri farai gridanti colla bocca isbarrata e fuggenti. Fara’ molte sorte d’arme infra i piedi de’combattitori, come scudi rotti, lance, spade rotte e altre simili cose. Farai omini morti, alcuni ricoperti mezzi dalla polvere, altri tutta la polvere che si mischia coll’uscito sangue convertirsi in rosso fango, e vedere il sangue del su’ colore correre con torto corso dal corpo alla polvere, altri morendo strignere i denti, stravolgere gli occhi, strignere le pugna e la persona e le gambe storte. Potrebbesi vedere alcuno disarmato e abbattuto dal nemico volgersi al nemico, con morsi e graffi fare crudele e aspra vendetta. Potresti vedere alcuno cavallo leggeri correre coi crini sparsi al vento, correre infra i nimici e co’ piedi fare molto danno. Vedresti alcuno storpiato, caduto in terra e farsi copritura col suo scudo, e lì ‘l nemico chinato in basso fare forza di date morte a quello. Potrebbesi vedere molti omini caduti in un gruppo sopra uno caval morto. Vederai alcuni vincitori lasciate il combattere e uscire dalla moltitudine, nettandosi colle due mani li occhi e le guance ricoperti di fango fatto dal lagrimare degli occhi per l’amor della polvere. Vederesti le squadre del soccorso stare pien di speranza e sospetto colle ciglia aguzze, facendo a quelle ombra colle mani, e riguardare infra la folta e confusa caligine, dell’essere attenti al comandamento del capitano, e simile il capitano, col bastone levato e corrente inverso il soccorso, mostrare a quelli la parte dove di loro è carestia. E alcun fiume dentro i cavalli correnti, riempiendo la circunstante acqua di turbulenza di onde, di schiuma e d’acqua confusa, saltante infra l’aria e tra le gambe e corpi de’ cavalli. E non fare nessun loco piano, se non le pedate ripiene di sangue.Â
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