diagramma2.jpgdiagramma2.jpgdiagramma2.jpgReale e virtuale rappresentano due categorie che sempre più, nel nostro immediato futuro, andranno a permeare il nostro agire sociale. Sempre più il nostro destino antropologico e sociologico sarà contraddistinto da un’ambigua commistione tra ciò che vivremo in “atto” e ciò che vivremo in “potenza”.

Il corpo ed il luogo, le categorie fenomenologiche che ci legano saldamente al vissuto quotidiano, stanno, già adesso, acquisendo confini labili e prospettive incerte. L’identità, ad esse legata in maniera indissolubile, acquista uno statuto sempre più fluido. Il “liquid self” è il protagonista nascosto (neanche tanto) di questo lavoro sulla disseminazione nelle reti della nostra costituzione antropologica.

Se questo è il dato teorico di partenza, perché allora una ricerca su Pasolini? Due le ragioni essenziali. La prima è di natura emotiva. Pasolini, il suo prodotto artistico, estetico, etico ed intellettuale, ha rappresentato un punto di riferimento di grande rigore per il mio pensare ed il mio sognare. La seconda è di natura speculativa. Pasolini, artista ed intellettuale del sottoproletariato, è stato il più grande cantore del valore esistenziale del rapporto col reale. Un reale che ha assunto il volto scavato, netto, spigoloso, espressivo della marginalità e della vitalità “popolare”. Un reale che ha assunto le sembianze sensuali, a volte lascive, ma sempre di estrema e spontanea esuberanza, del corpo; con i suoi “odori endocrini”, le sue ormonali secrezioni, che richiamano il fascino e la profonda qualità sessuale della natura. Ma il reale ha assunto anche le forme dei luoghi. I luoghi tipici dell’esistenza “naturale” di un pullulare di vita carico di spontaneità. Questo reale pasoliniano, emblematicamente espresso dalla sua semiologia, lo abbiamo sentito negli “odori” e nei “sapori” delle sue più significative sequenze cinematografiche.

Ebbene, aver trovato su Internet, sito privilegiato del regno del virtuale, un così diffuso “culto” pasoliniano ha suscitato un processo di profonda riflessione. Cosa unisce il poeta del reale al culto virtuale che di lui si fa ? Quando parlo di culto, intendo sostanzialmente la fortuna postuma di Pasolini su Internet. Qual E’, dunque, il nesso tra tutto ciò? In realtà, capire se esista una contraddizione tra il reale pasoliniano e il virtuale del suo culto, significa capire se esista una contraddizione più generale tra il reale ed il virtuale che caratterizzerà il nostro prossimo futuro.

Il dato già acquisito è che Pasolini, anche oggi, si presenta come il personaggio che più ha rappresentato il suo essere, nei media. Costantemente all’avanguardia e profetico, anche adesso, seppure al di là della sua volontà, si è fatto corsaro nell’indicare le contraddizioni della società futura. Quindi, non stupisca la decisione di “usarlo” come spunto privilegiato per una riflessione che ha nei media e nel divenire sociale il suo precipuo punto di riferimento.

La fortuna postuma di Pasolini su Internet, qui, ci serve come osservatorio privilegiato per analizzare le idiosincrasie che contraddistingueranno il nostro vivere sociale. Lo scopo di questo lavoro, quindi, è duplice. Esso vuole, su un piano meramente empirico, “scoprire” la peculiarità di questa specifica forma di interesse per Pasolini. Ad un livello speculativo, invece, esso vuole, attraverso un’ampia rassegna dei più interessanti contributi teorici sulla materia, analizzare i termini di questa apparente contraddizione che sempre più rivestirà un ruolo fondativo nel nostro essere uomini e donne nel mondo.(Guido Nicolosi)
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