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Forbici del nanomondo
E’ stata Realizzata la prima macchina molecolare capace di manipolare meccanicamente le molecole sfruttando la luce. Gli autori di questo innovativo strumento sono alcuni scienziati dell’Università di Tokyo. Lo strumento è simile a un paio di forbici che si chiudono e si aprono in risposta alla luce, talmente piccole (appena tre manometri di lunghezza) da riuscire a manipolare geni ed altre molecole biologiche.
“I chimici ed i biochimici possono anche utilizzare queste forbici per controllare precisamente l’attività delle proteine”, ha spiegato Takuzo Aida, professore di chimica e biotecnologia dell’Università di Tokyo. I particolari di questa nuova tecnica sono stati presentati
al meeting nazionale dell’American Chemical Society, la più grande società scientifica del mondo. Gli scienziati stanno ora lavorando per sviluppare un più grande sistema di forbici da maneggiare anche a distanza. Ma per poter applicare praticamente questa nuova scoperta bisognerà attendere ancora 5-10 anni. 

Il calcolo più difficile del mondo
Un gruppo di diciotto matematici di tutto mondo sono riusciti dopo quattro anni a mappare la struttura di un oggetto a 248 dimensioni. Si tratta di uno dei calcoli più complessi e astratti mai realizzati finora. Infatti E8, il nome dell’oggetto studiato, esiste solo nella mente umana o nei calcoli matematici perché non è in alcun modo rappresentabile concretamente.
Infatt, l’aver spiegato la struttura della simmetria di E8 sembra non aver alcun utilizzo pratico, anche se il professor Jeffrey Adams della University of Maryland e responsabile del progetto E8, crede che in futuro potrà spiegare alcuni problemi al momento apparentemente irrisolvibili. “Può essere utile, ad esempio, nello studio della teoria delle stringhe”. 

Gli schermi del futuro
Le pellicole sottili dei polimeri potrebbero migliorare la prossima generazione dei dispositivi Led. E’ quanto auspicato da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Energia del Oak Ridge National Laboratory e della University of Tennessee, che stanno sperimentando polimeri e molecole organiche per creare diodi luminescenti più efficienti.
In genere, i Led sono comunemente usati nei segnali stradali, nei fanali posteriori delle auto, negli schermi dei telefoni cellulari ed in altri dispositivi con uno schermo piccolo. I ricercatori hanno sviluppato elettrodi composti da nanotubi di carbonio e nanocavi per aumentare la luce emessa dai polimeri dei Led.
Dai primi esami, i nanotubi di carbonio hanno migliorato l’efficienza di elettroluminescienza del polimero Led ed hanno ridotto l’energia richiesta per funzionarle. 

A caccia del bosone
È stato eseguito con successo al Cern di Ginevra un importante test dell’acceleratore Large Hadron Collider (Lhc) del Cern. Si tratta del più importante rivelatore di particelle Cms (Compact Muon Solenoid), su cui l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) ha investito molto. Molto probabilmente l’acceleratore verrà messo in funzione entro la fine di quest’anno. Al Cms spetta uno dei compiti più ambiziosi che ci si attendono dall’acceleratore: individuare il bosone di Higgs, la sfuggente particella che secondo i modelli più accreditati è quella che dà massa alle altre particelle.
Inoltre il rilevatore potrebbe spiegare il motivo per cui noi viviamo in un universo dove tutto ciò che conosciamo è fatto di materia, attraverso l’analisi dell’asimmetria tra materia e antimateria.
Oltre al test del Cms è stato effettuato, sempre con successo, il test del magnete: un fondamentale strumento per l’acceleratore Lhc, realizzato in collaborazione con l’Infn. Quando l’acceleratore sarà in funzione, sarà usato per far scontrare fasci di protoni. 

  

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