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A seguito dei negoziati di venerdi’ con il capo di stato ceco, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che l’installazione di elementi missilistici statunitensi in Europa rappresenta una parte integrante degli armamenti nucleari degli Stati Uniti. “Si tratta di elementi in grado di modificare radicalmente il sistema di sicurezza in Europa”, ha sottolineato Putin.
Tuttavia la Russia non e’ intenzionata a “tollerare” questa situazione e ricorrera’ alle relative contromisure, ha inoltre affermato il leader del Cremlino. “Questi sistemi saranno in grado di controllare il territorio russo sino alla regione degli Urali se non prenderemo le adeguate contromisure, cosa che siamo intenzionati a fare. Qualsiasi altro paese agirebbe in questo modo”, ha detto Putin.
Inoltre il presidente russo ha affermato che la Russia non sospendera’ i propri rapporti commerciali ed economici sia con la Polonia che con la Repubblica Ceca, anche nel caso in cui sul territorio di questi paesi vengano installati elementi dello scudo americano. “Vogliamo sviluppare i nostri rapporti con l’Europa, con molti paesi europei tra i quali anche la Repubblica Ceca, anche se va tenuto presente che sia la minaccia che il potenziale danno crescono a dismisura”, ha dichiarato il capo di stato russo.
Putin ha altresi’ provveduto ad invitare alcuni esperti militari cechi al fine di discutere la situazione con rappresentanti dello Stato Maggiore dell’esercito russo. “La Russia non e’ intenzionata ad interferire nelle questioni interne della Repubblica Ceca e della Polonia. Vogliamo solo che le informazioni a riguardo della nostra posizione siano obiettive”, ha detto il leader del Cremlino.
Come tutti sappiamo, gli Stati Uniti sono intenzionati ad installare elementi missilistici sia in Polonia che nella Repubblica Ceca, nonostante il fatto che la Russia piu’volte abbia dichiarato di essere contraria a tale iniziativa. Ricordiamo a questo proposito che nel 1979 il blocco NATO decise di installare nell’Europa occidentale i nuovissimi missili americani “Pershing-2” e “Tomahawk” i quali, in caso di conflitto armato, sarebbero stati in grado di colpire le principali citta’ sovietiche nel giro di qualche minuto, mentre il territorio statunitense sarebbe stato allo stesso tempo invulnerabile.
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A San Pietroburgo il movimento a favore dei diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali ha in programma di svolgere una marcia lungo le vie centrali della citta’.
Come riportato nella nota ufficiale diffusa dal movimento, il 23 aprile scorso e’ stato formato il comitato organizzatore della marcia che al momento e’ programmata per il prossimo 26 maggio, e alla quale partciperanno circa 200 esponenti, una parte dei quali proveniente da nazioni straniere. Da parte sua il sindaco di San Pietroburgo, la signora Valentina Matveenko, non ha ancora preso al momento una posizione ufficiale in merito alla questione.
Ricordiamo a questo proposito che per il 27 maggio prossimo era gia’ stata annunciata una manifestazione analoga da effettuarsi a Mosca, proibita successivamente dal sindaco della capitale russa Yurij Luzhkov.
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Il servizio stampa del Patriarcato di Mosca ha provveduto a smentire le voci relative alla presunta morte clinica del Patriarca della Chiesa ortodossa russa Aleksej II, aggiungendo che attualmente il Patriarca sta completando un corso di guarigione all’estero e che gia’ nel corso delle festivita’ di maggio fara’ il suo rientro a Mosca.
In precedenza infatti, alcuni mass-media russi avevano pubblicato la notizia secondo la quale Aleksej II si troverebbe attualmente in fin di vita, mentre secondo altri come ad esempio il “Moskovskij Komsomolets”, Aleksej II sarebbe addirittura gia’ morto. A questo proposito infatti, il quotidiano moscovita, citando fonti anonime ma ufficiali della clinica svizzera nella quale si trova attualmente il Patriarca della Chiesa ortodossa russa, ha fatto sapere che, secondo quanto dichiarato dal personale medico che ha in cura Aleksej II, “le possibilita’ di sopravvivenza di Sua Santita’ sono estremamente ridotte”.
Sempre secondo quanto riportato dal “Moskovskij Komsomolets”, il 78enne Patriarca si troverebbe attualmente in stato di morte clinica. Ricordiamo a questo proposito che nel 2002 Aleksej II fu colpito da un ictus dal quale si riprese nell’arco di un anno. Nel febbraio di quest’anno il Patriarca della Chiesa ortodossa russa ha compiuto 78 anni.
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Antica Pittura Russa

Mosca è il centro delle pitture monumentali (freschi) russe così come pitture da cavalletto (icone). Il secondo terzo del XIV secolo è generalmente legato alla nascita della scuola moscovita di pittura dell’icona. A partire da questa epoca i tratti caratteristici dei maestri moscoviti sono diventati chiari. La loro pittura era in modo leggero e filosofico, molto diverso dal prototipo bizantin o quello di Kijev o quello delle scuole di Nóvgorod. Alla fine del XIV secolo una galassia di pittori moscoviti d’icona apparì in scena. Tra quest gruppo di artisti furono Prókhor di Gorodéz, Daniele il Nero ed il rinomato Andréj Rublióv. Le opere posteriori di Rublióv divennero lo standard ufficiale per varie generazioni d’artisti. Tra loro furono tali artisti come Dionicio ed il suo figlio Feodósio, e nel XVIII secolo Simón Usciakóv e José Vladímirov. Gli ultimi due artisti sono diventati ben conosciuti per la sua capacità di reunire insieme la pittura spirituale e secolare, più che qualunque altro artista prima di loro.     Un campione unico ed impresionante di antiche pitture russe s’è conservato nelle cattedrali del Kremlino. La cattedrale dell’Assunzione contiene molte belle antiche icone di Dionicio ed altri artisti dei XII – XVII secoli.
La cattedrale dell’Annunciazione contiene icone di A. Rublióv, Prókhor, Teofano il Greco. La galleria d’arte Tretjakóv possiede la più grande collezione d’icone a Mosca. Le opere di A. Rublióv si rappresentano bene qui. Le sue opere famose sono “la Trinità” ed “il Salvatore di Zvenigoród”. Qui si trovano le icone ben conosciute “La Madonna di Vladímir ” (il XII secolo) e “L’Annunciazione Ustiúzhskoje” (il XII secolo). Questa collezione include opere di Dionicio, Simón Usciakóv e freschi di chiese demolite.
Un altro museo si trova nello stabile dell’antico monastero del Salvatore-Andronik nel quale visse Andréj Rublióv. Contiene 3 000 opere d’arte antica russa che risalgono ai XIV – XVII secoli.
Lei può vedere molti freschi ed insiemi d’icone dei XV – XVIII secoli in molte chiese di Mosca. Qui Le diamo la lista dei più importanti: “la chiesa di S. Trinità in Nikítniki” (vicolo Nikítniki, stazione “Kitájgórod”) che contiene i bei freschi del XVII secolo, icone di S. Usciakóv ed i suoi discepoli, e frammenti di freschi dalle chiese demolite a Mosca, la cattedrale del Monastero Srétenski (via Bolsciája Lubiánka, stazione “Kusnézki most” ) che contiene un affresco dall’anno 1707, la chiesa di S. Giovani el Guerriero (via Bolsciája Jakimánka, stazione “Oktiábrskaja”) che contiene icone dalla fine del XVII secolo della chiesa della Resurrezione in Kadásci, il Nuovo monastero del Salvatore (la Piazza Krestjánskaja zastáva, stazione “Proletárskaja” che contiene un affresco della Cattedrale della Resurrezione del XVII secolo.
Esempi eccelenti di collezioni d’icone anche si sono conservati bene nella chiesa “del profeta Elijá Ob?denni” (vicolo Ob?denski, stazione “Kropótkinskaja”), la chiesa dell’Apparizione della Vergine (stazione “Rízhskaja”), la chiesa della Resurrezione nell’Uspénski Vrázhek (via Nezhdánov, stazione “Okhótny Riád”), la cattedrale della Resurrezione in Sokóglniki (stazione “Sokóglniki”), la chiesa di S. Nicola in Khamóvniki (Komsomóglski prospéct, stazione “Park Kultúry”), il monastero di Danílov (stazione “Sciábolovskaja”).
Le collezioni le più significative d’icone si trovano nel monastero della Trinità San Sergio (Serghéjev Possád), nel museo del monastero Nuovo di Gerusalemme (città Istra), e nei musei delle città di Zvenigoród, Dmítrov, Volokolámsk, Kolómna y Serpúkhov.

Galleria D’Arte Tretjakóv

La galleria nazionale d’arte Tretjakóv, l’orgoglio di Mosca, è il più grande museo famoso attravverso il mondo per l’arte pre-revoluzionaria russa e multinazionale soviética. La collezione gode immensa popularità ed è ben conosciuto all’estero.
L’origine della galleria è legato con il nome del collezionista moscovita, un mecenate eccezionale russo Pável Tretjakóv (1823-1898). Dopo aver ereditato una gran fortuna Tretjakóv l’ha spesa per comprare pitture. Lui cominciò a collezionarle in 1856. Tretjakóv cominciò a interessarsi dell’arte nazionale russa sotto l’influenza degli ideali degli intelettuali democrátici russi. Il loro obiettivo principale fu lo sviluppo della cultura nazionale basato sul realismo al fine di promuovere il sistema educativo e l’educazione morale della gente. Nel suo testamento, fatto in 1860, Tretjakóv abbozzò l’obiettivo delle sue attività: la creazione d’un museo d’arte a Mosca per il popolo. “Io vorrei creare una galleria d’arte nazionale e legarla alla città di Mosca. Veramente adoro la pittura e non desidero ardentemente tutt’altro che lo stabilimento d’un museo accessibile al pubblico per che sia utile a molta gente e porti gioia a tutti.”
La base della collezione di Tretjakóv è composta delle pitture que riflettono non solo l’aspetto poetico della vita russa ma anche le sue contradizioni contemporanee. Tretjakóv frequenta studi ed esposizioni e compra tutto quello che gli paia degno di comprare, cerca instancabilemente antichità in collezioni private e negozi d’antiquariato. Lui considera come il suo dovere civile di creare una galleria di ritratti degli scrittori, musicisti, compositori, attori, scienziati russi. Lui commissiona questi ritratti ai principali pittori russi tali come Peróv, Kramskój, Répin ed alcuni altri. Tretjakóv colleziona le opere di “peredvízhniki” (membri della società chi partecipano nelle esposizioni d’arte). Uniti sotto lo stesso tetto loro demostrano il carattere unico e la potenza artistica della tradizione artistica nazionale russa.

Tretjakóv era uno dei primi collezionisti d’aprezzare una icona come un monumento rimarchevole dell’arte russa. Lui collezionò più di 50 icone di prima classe delle scuole della pittura iconica di Nóvgorod, Mosca e Pskov che risalgano ai XV-XVI secoli. In 1872 la collezione di Tretjakóv conta più di 500 pitture e lui comincia a costruire le prime sale del futuro museo confinandole con la casa nella quale viveva la sua familia. In 1881 l’acceso era gratuito per vedere la collezione. In quel tempo più di 8000 visitatori avevano visitato la sua galleria ed in 1898 la cifra aveva raggiunto circa 100 000. In 1892 Pável Tretjakóv a preso una decisione di donare le sue collezioni e quelle del suo fratello Serghéj alla città di Mosca. Il suo regalo contava più di 1200 pitture e 500 disegni. Da allora il museo si chiamava “galleria di Pável e Serghéj Tretjakóv della città di Mosca”. Pável Tretjakóv era mecenate fino alla sua morte il 4 (16) dicembre 1898.
Dopo la morte di Pável Tretjakóv la galleria era diritta dal Consiglio con il governatore di Mosca a capo. In 1905 Iván Ostrúkhov fu nominato mecenate, nello stesso anno la facciata fu recostruita in stile russo dal pittore Vasnezóv, ed in 1913 Grabár diventò mecenate. Dopo 1917 la galleria acquistò molte collezioni nazionalizzate, la collezione del museo di Rumiánzev che aveva collezioni e regali di molte familie di nobili e commercianti, opere confiscate dalle proprietà alla campagnia, opere esposte dal Museo d’icone e pitture.
A partire degli anni 1920 il museo cominciò ad acquistare opere dell’arte multinazionale soviética. La galleria nazionale d’arte Tretjakóv è un museo che riflette lo sviluppo dell’arte russa a partire del XI secolo fino a oggi. Il museo contiene più di 45 000 opere esposte adesso.
I nomi e le immagini della galleria Tretjakóv rimangono nella nostra memoria nell’infanzia e ci accompagnano tutta la vita. Questo è l’icona “La Vergine di Vladímir”, “La Santa Trinità” di Andréj Rublióv , immagini poetiche delle donne russe – Lópina, Djákova, Struískaya – pinte da Borovikóvski, Levízki, Rókotov, pitture di Veneziánov e Tropínin, Kiprénski e Briulóv, paesaggi di Vassíljev e Scíshkin, Levitán e Savrássov, “la Mattina dell’Esecuzione di streglzí(truppe rebelli)” e “Ménscikov a Beriósovo’ di Súrikov, “Cristo nel Deserto” e “una Donna Sconosciuta” di Kramskój, “Principessa Cigno” di Vrúbel e “una Ragazza con Pesche” di Seróv, “La Quiete e la Serenità” di Nésterov e molti altri…
Nel nuovo edificio della galleria d’Arte Tretjakóv in Krymskij Val si trova un’esposizione unica dell’arte russa del XX secolo: dell’avanguardia degli anni 1910 fino alle opere create negli anni 1980-90. Attraversare le sale d’esposizione si assomiglia al viaggio. Un panorama spettacolare, contradittorio, a volte drammatico e anche tragico del secolo passato si rivela davvanti al visitatore. All’inizio del secolo c’era un’aspettativa che qualcosa di nuovo e straordinario dovesse succedere. Il vero simbolo dell’epoca ha trovato la sua espressione nella pittura “i Bagni del Cavallo Rosso”. I contemporanei l’ho percepito come un’incarnazione dei cambiamenti a venire.
Alle soglie del nuovo mondo sconosciuto, l’arte si sforzava di trovare un nuovo linguaggio artistico e nuovi mezzi espressivi. Nella pittura russa degli anni 1910, c’era uno spazio per il cubismo e futurismo, neoprimitivismo ed il simbolismo tardo, il neoimpressionismo e neoclassicismo insieme con i primi tentativi di creare l’arte non figurativo. L’astrazione era come una svolta cruciale nello sviluppo dell’arte. Le sale d’esposizione della galleria presentano opere dei pionieri della tendenza.
Vassílij Kandínskij, il creatore della pittura espressionista astratta, sognava un impatto inaudito dell’arte sulla vita della società. Lui paragonava i colori saturati intensivi delle sue composizioni con i suoni, e la pittura stessa con “i suoni d’una orchestra immensa”.
Kazimír Malévich: il suo suprematismo ha rotto irrevocabilmente tutti i ligami associativi tra la pittura ed il mondo reale. Nell’esposizione c’è una legendaria “Piazza Nera”. L’autore stesso l’ho chiamato “un icono della nuova era”.
Pável Filónov era un degli artisti russi più eccezionali della prima metà del XX secolo. Nei suoi pitture il mondo si fracassa in frammenti di colori differenti e poi si sintetizza di nuovo in immagini complicate che hanno il significato simbolico.
Marc Chagall, già nelle sue prime opere, riesce à trasformare magicamente la routine della vita quotidiana della provincia in una realtà poetica e fantasmagorica.
“La rivoluzione” nella pittura si è rivelata essere il precursore della rivoluzione politica. In 1917 molti pensavano che le loro aspettative si fossino realizzate ed il nuovo mondo era nato. La vita artistica era molto fiorente nei primi dieci anni del potere sovietico. Posizioni antagonistiche si scontravano; dibattiti animati continuavano all’infinito. Tutti volevano mettere in evidenza lo spirito dell’epoca ed accelerare la venuta della nuova vita. Non è stato fortuito che più tardi il periodo a metà degli anni 1910 ed a metà degli anni 1920 è stato chiamato “la grande utopia”.
All’inizio degli anni 1930 il boom è stato terminato. Fino a metà degli anni 1950 un solo metodo ufficialmente reconosciuto era il cosi-detto realismo socialista. Oggi le opere create durante questo periodo si considerano più come archivi documentali che i successi artistici. L’accusazione di “formalismo” ha avuto un impatto tragico sulla vita di alcuni artisti e a fatto gli altri deludere i loro ideali artistici.
Il breve periodo del così-detto “disgelo” (alla fine degli anni 1950 – all’inizio degli anni 1960) era di importanza cruciale nella vita spirituale del paese. Durante questo periodo c’era uno sviluppo lento e graduale, però irrevocabile dei limiti quanto alla libertà artistica.
Le opere esposte rientrano in due gruppi distinti che permettono di vedere la tendenza alternativa, l’arte underground che sta prendendo lo slancio paralello all’arte ufficiale. Questa nuova tendenza è stata chiamata più tardi “altra arte” o “la seconda avanguardia russa”.
Negli anni 1970, ed in particolare, negli anni 80, gli artisti hanno riuscito a sfondare la cortina di ferro e si sono sforzati di integrare l’arte russa nel processo artistico a livello mondiale. Le tradizioni nazionali del postmodernismo, del concettualismo, dell’arte sociale, dell’azione ecc si sono stabilite in questo periodo. I cambiamenti drammatici nella vita pubblica e politica del paese hanno eliminato il problema di censura ideologica.L’arte russa entra nel XXI secolo dopo aver guadagnato il diritto di esprimere la sua propria personalità e cercare continuamente qualcosa di nuovo.

Museo di Belle Arti Púshkin

Il museo di Belle Arti aprì le sue porte a Mosca il 31 maggio 1912. La creazione del museo fu un avvenimento notevole per Russia perché non aveva avuto qualcosa del genero prima. Il nuovo museo ha accumulato le tradizioni democratiche dell”Illuminismo russa e l’esperienza della cultura europea.
L’idea di creare un museo straniero d’arte a Mosca risale a metà del XVIII secolo. I rappresentanti della intellighenzia russa cominciarono questa impresa; l’architetto Bazhénov, i professori dell’università di Mosca Pogódin e Scevírev, la musa di Púshkin Zinaída Voljónskaya sognavano un tal museo. Però questo diventò possibile solo quando i fratelli Tretjakóv avevano donato la sua galleria a Mosca alla fine del XIX secolo. Influenziato da quest’avvenimento si cominciò una campagnia per la collezione di donazioni per costruire il primo museo moscovita dell’arte classica straniera.
Il professore dell’università di Mosca Iván Zvetájev fu l’anima di questa impresa nobile. Il popolo russo gli è riconoscente per il suo lavoro desinteressato. L’architetto Román Klein ed il capo mecenate Júrij Netsciájev-Málzev lavoravono insieme con Zvetájev ed anche meritano la nostra ammirazione e gratitudine.
La collezione originale del museo era composta dai gessi delle sale di studio delle belle arti ed antiquià dell’università di Mosca. Si ordinarono all’estero per il museo una grande collezione architettonica e scultorea di gessi (portici dei tempi greci, portali delle cattedrali medievali, rilievi dell’altare di Pergamo, “Le Porte del Paradiso” di Ghiberti, statue equestri di Donatello e Verocchio, “David” di Michelangelo, Venus de Milo, Nike volante). “Nessuno dei visitatori dimenticcherà l’angolo del Partenone ed il portico di cariatidi”, scrisse Zvetájev. La collezione di rarità antiche egizie collezionate dall’egittologo russo professore Goleníschev, che si può paragonare con le miglori collezioni esistenti, è diventato la parte la più preziosa del museo. Grazie a lui il museo possiede 6000 oggetti originali dell’antico arte egizio: papiri, stelle, rilievi, statue, oggetti dell’artigianato decorativo, ritratti di Fajum.
In 1909 Zvetájev accettò la donazione delle icone italiano-greche e pitture protorenascimentali del consul russo Schékin in Trieste. Fra loro era “la Crucifizione” di Sénia di Bonaventura, un’icona rara italiana che adesso è diventata la decorazione della sala dei XIII-XV secoli dell’arte italiana.
Questo fu la prima donazione – la pinacoteca nel museo fu fundata solo 12 anni più tardi. La base della pinacoteca era composta dalle pitture dell’antico museo Rumiánzev ed i capolavori delle collezioni private di Mosca. I musei di Mosca devono il suo splendore e varietà alle familie dei comnercianti tali come Sciúkin, Tretjakóv e Morósov. La collezione di Sciúkin è diventata una contribuzione preziosa ai tesori del museo. “Non esiste altra collezione organizzata di maniera così perfetta e meticulosa”, scrissero i suoi contemporanei sulla collezione. “Paesagio d’Inverno con los patinadores” di Avercamp, “copa de nácar y frutas” de Kalf, “Lezione della Musica” di Ter Borch, i paesagi di Guardi e Rober, pitture di Cranach adornano le sale del museo.
La collezione di pitture francesi del XIX secolo proviene delle collezioni di Serghéj Tretjakóv, fratello minore di Pável Tretjakóv, e Bótkin. I paesagi di Millet, Daubigny, Corot, “amore n el campo” di Bastien appartennero a loro.
Qualche pittura vinieron delas fincas de Moscú, a saber, Ostáfjevo, dove una collezione interessante di pitture e disegni había sido acumulada da un numero di generazioni della familia Viásemski: “paisaje della montagna”, i disegni del pittore romantico Friedrich ed altri maestri tedeschi chi si trovano raramente nelle nostri musei.
L’orgoglio del museo è la collección d’impressionisti e post-impressionisti representadas por le pitture di tutti i principali artisti di questi movimenti. Los colectores de arte de Moscú comenzaron a adquirir queste pitture prima che gli impressionisti e post-impressionisti comenciassero a gozar de la fama europea; loro demostrarono il dono artistico straordinario e el sentimento di contemporaneità. Le collezioni di Serghéj Sciukin ed Iván Morósov, i collezionisti di opere d’arte i più conosciuti, formano la base della nuova parte della collezione del museo. Tutte le pitture famose di questo período provengono della sua collezione: “Desayuno en la hierba”, “Peñones” de Claude Monet, “la Nuda” de Auguste Renoir, Vincent Van Gogh y Gauguin, Henri Matisse e Pablo Picasso, Paul Cezanne, Maurice Denis, “il mare mediterraneo” di Pierre Bonnard, statue de bronce de Mayol e scolture “un Bacio” e “la Primavera Eterna” di Rodin. La scoltura “Eva” di Auguste Rodin, los pasteles di Edgar Degas ed “il Ritratto dell’attrice Jeanne Samary” Renoir fueron adquiridos da Morósov.
Uno dei suoi contemporanei scrisse che queste collezioni “sono la crema della scuola europea della pittura la más avanzata”.
Mosca prima della revoluzione possedeva le collezioni d’arte le più ricche que se remontaban a la segunda mitad del XIX secolo– all’inizio del XX secolo, pero no tenía obras anteriores. Le opere di arte reunidos en el Hermitage y le mansioni della nobiltà di Pietroburgo reflejaron la tendenza europea general de la colección de obras de arte desde el siglo XVIII – hasta el principio del siglo XIX. I collezionisti cciones enormes. Molte opere d’arte che avevano aparso in Russia durante la seconda metà del XVIII secolo quando furono acquistate da Caterina II furono trasladadas del terraplén del Palazzo in San Pietroburgo a via Volkhónka in Mosca.
Tra loro ci sono due opere di Rembrandt: quella del primo Rembrandt è “Incredulità di San Tomas” y quella dell’ultimo Rembrandt è “Asuero, Haman y Esther”, “La morte di Virginia” di Simon Vouet, varie belle pitture della collezione di Crozat da Parigi – “Il ritratto di cardinale Pallavichini” di Sebastiano del Piombo chi sufrió l’influenza di Rafael (pittura fue en la colección di Furgoneta Dyck) y “David con la testa di Goliat” di Domenico Fetti que una volta appartenevano al re inglese Charles I Stuardo. “Minerva” de Veronese, “Rinaldo y Armida” de Poussin conocidos por su magnífico esquema de color, “Bacanales” de Rubens que merece la atención del visitante y “Apoteosi della duquesa Isabella”, enorme lona de Jacob Jordaens “Sátiro visitando la casa di un contadino”, tre ritratti di Van Dyck notable per la sua penetrazione profonda nel mondo interiore dei caratteri – tutti questi lienzos vinieron del Ermitage.
Le pitture di Snyders, un maestro flamenco típico de la naturaleza muerta, sono le perle del museo. El caso es mismo con “los Desposorios del Doge veneciano hacia el mar adriático” di Canaletto, i paesagi di Pannini y de Bellotto ed i paesagi urbani melancólicos di Guardi. Le collezioni de los Stróganov, Jussúpov y Sciuválov di San Pietroburgo contribuyeron un numero di pitture ben conosciute al museo. Se ha asociado desde hace tiempo el nombre de los Stroganov con la vida artística rusa. “La Virgine y el Niño” de Perugino, “l’Annunciazione” di Botticelli, “la Santa Familia” di Bronzino, “San Sebastián” de Boltraffio, discipolo di Leonardo da Vinci, de su colección se han hecho tesori del museo. Le pitture francesi dei XVII-XVIII secoli de las colecciones de los Yusúpov y Shuválov hanno arricchito enormemente il museo. Il publicista russo Ghérzen nel suo libro “los Recuerdos del Pasato” scrisse que “Jussúpov tenía don de un istinto artistico…” De sus 150 lienzos se puede mencionar en especial le pitture di Chardin, Fragonard, Greuze, David, Bouchet, “la Mañana” y “la Tarde” de Claudio de Lorena (Claude Lorraine), ritratto ecuestre enorme di Jussúpov por Antoine-Jean Gros, pitture de Hubert Robert, paisajista favorito de los colectores rusos de arte.
Il museo di Mosca di Belle Arti è el resultado di uno sviluppo di quasi 200 anni dell’época de la Luz rusa. La sua creazione corona gli sforzi titanici di un numero di generazioni dei scientifici, colectores, mecenas, entusiastas que creyeron en el gran impacto del arte en los pensamientos humanos y las almas.
Il museo ha experimentado muchísimos cambios desde los comienzos. Sus colecciones han aumentado de 50 veces gracias a las donaciones de los colectores contemporáneos de arte y a las adquisiciones regulares. El museo preserva cuidadosamente la atmósfera de un templo de artes. Como una entidad viva el museo busca nuevas posibilidades de informar a espectadores sobre el arte invitando los moscovitos y huéspedes de Moscú a las exposiciones, discusiones de mesa redonda y a los conciertos de la música clásica.
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