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COMUNICATO STAMPA

SOMEONE IS WATCHING YOU FROM ON HIGH
The magnetism of the angels’ science

di Gianni Pedullà

testo scritto di Antonio Picariello

Galleria Pettinato arte contemporanea – Roma
Dal 1 giugno al 21 giugno 2007
Inaugurazione venerdì 1 giugno 2007 ore 18.30

Alla Galleria Pettinato Arte Contemporanea, Via della Lungaretta, 12 – Roma,
si inaugura venerdì 1 giugno 2007 alle ore 18.30 la personale
“SOMEONE IS WATCHING YOU FROM ON HIGH
The magnetism of the angels’ science”
che presenta sino al 21 giugno 2007 le opere di Gianni Pedullà
testo scritto di Antonio Picariello.

QUALCUNO TI OSSERVA DALL’ALTO
Il magnetismo degli angeli di scienza

Antonio PICARIELLO

“Una volta che si era recato a casa di un maestro di musica suo paziente, Sacks, estratto dalla borsa lo spartito di Dichterliebe di Schumann, lo accompagnò al pianoforte mentre cantava: fintanto che s’impegnava nella musica, la mente disturbata dell’uomo ritrovava ordine e coerenza. In un’epoca di consulti specialistici da due minuti, queste storie hanno un evidente fascino umano”.

Non c’è dubbio che viviamo un tempo in fermento. L’arte si nutre di se stessa, si autofagocita e in questa sua cinetica forma di sopravvivenza, cerca inevitabilmente il cuore di verità che le dia nome e identità. Il caos, nel periodo del post-umano, non gode più di strutture affidabili e di timori che rimandino alla sospensione dell’ordine. L’ espressività artistica oltre-concettuale, adesso chiede autoapprovazione esistenziale a se stessa e si risponde con la voce delle opere che l’artista rimette alla sostanza del mondo. Così la voce solista di Gianni Pedullà, come in un’opera di Sacks che ha trasformato il racconto del caso clinico, rimette sulla tela lo sguardo della dignità dell’altrove. L’opera di Pedullà gode, per propria fattura naturale, di un privilegio fausto che veicola con l’immagine che appare sul supporto, tela e altro, anche una sorta di aureola benigna descritta a suo tempo lucidamente da Benjamin. Le opere di Gianni Pedullà, quindi, sono buone conduttrici di buona magia, entro cui il feticcio e la memoria corrispondono al grado benefico dello sguardo che gli si rivolge. E così tra 20 quadri e 5 sculture Appaiono come angeli evanescenti le “figure umane e sagome di animali; elefanti, pesci palla, ippopotami, sospesi nello spazio e nel tempo, che guardano nel cielo aspettando il da farsi, nell’attesa che accada qualcosa”. Appaiono sottoforma di energia magnetica, la stessa che in qualche modo mette a disposizione delle nostre riflessioni, ancora umane, il pensiero di Schopenhauer, attraverso il Magnetismo animale e la magia. Il tema, anche nel titolo, sprona interrogazioni millenarie : “Siamo soli? Il nostro vivere è scrutato da qualcosa e da altro, siamo inermi ad aspettare corpi desiderosi di partire, desiderosi di capire, di essere persi nel cosmo” . Lo stesso Pedullà per autobiografia e memoria di infanzia, riesce a rispondere ai quesiti che pone con questa mostra. L’apparizione di una figura magica, una madonna calabrese che incontra lo sguardo di tre fratelli incantati e ipnotizzati ritornerà spesso nel linguaggio artistico che Gianni Pedullà ha scelto come voce narrante per ciò e per cui di solito “non si può parlare”. Dove la parola stessa potrebbe occludere nella sua mera significazione fatta di codici comuni, il trasporto sincero dell’alone magico-mitologico e visivo cristiano che di solito chiamiamo fede. È nel fraintendimento dell’immaginazione che qui, invece, nell’opera e nelle opere di Pedullà, il senso esatto si scambia con la rivelazione naturale e con tutta la compiutezza del carico veritiero che il segno e “l’immagine apparita” mettono a disposizione degli iridi anatomici. Qui l’arte apparentemente figurativa dell’artista recupera con leggerezza visiva quanto lo stesso Sacks utilizza con le parole. Ed è con queste che mi preme chiudere questo discorso che autonomamente si regge anche nel vortice nel caos ordinato del nostro accelerato periodo storico.
“Tradizionalmente, l’obiettivo dell’anamnesi è quello di pervenire a una diagnosi. Per Sacks, al contrario, la questione della diagnosi è quasi al limite della non pertinenza, configurandosi più come un preambolo o una riflessione a posteriori. Poiché molti degli stati di cui parla sono incurabili, la forza motrice che anima i suoi racconti non è tanto la corsa alla ricerca di un rimedio, quanto la lotta ingaggiata dal paziente per conservare la propria identità in un mondo completamente alterato dalla malattia. Nei casi clinici descritti da Sacks, l’eroe non è né il medico né la medicina. Suoi eroi sono invece i pazienti che hanno imparato, nel caos della propria mente disturbata, a fare appello a capacità innate di sviluppo e adattamento”. Quello che per la scienza diventa metodo analitico per l’arte, è qui il respiro divino dell’arte si ascolta e si vede, diventa diffusione del senso come sguardi di angeli che sorreggono altri sguardi impossibili da poter guardare negli occhi dalla profondità della superficie terrestre e che, per amore, si configurano nel silenzio parlante di queste opere presenti nella città eterna.

Per informazioni:
Galleria Pettinato Arte Contemporanea
Via della lungaretta, 12 – Roma
Tel. 06-5880904

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