Dom 11 Mag 2008
vitaldo conte, – apparenze costruite –
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , ComunicazioneNo Comments
apparenze costruite
‘Racconti’ in generazioni di pittura d’immagine a Catania (1978-08)
a cura di Vitaldo Conte
Franco Piruca
Salvo Russo
Agata Bulla
Alfio Giurato
Salvatore Santoddì
Giovanni Zoda
“Il quadro diviene schermo e specchio per pulsioni, proiezioni, intime e sociali, filtranti emozioni, aspettative e cronaca: l’atto pittorico, il cosiddetto painting, muove la staticità oggettuale del quadro come memoria, divenendo “evento che fa accadere†la sua realtà .â€
“Il mare e il Mediterraneo sono diventati, negli ultimi tempi, ‘sintomi’ e ‘ambientazioni’ per diverse suggestioni creative ed espositive, soprattutto nel Meridione italiano. ‘Ambientazioni interiori’ espresse, necessariamente, con un immaginario creativo “a tutto campo†che implica panoramiche dai risultati artistici eterogenei.
“La mia “visioneâ€, teorica e creativa, sulle realtà dell’arte tende, talvolta, ad essere “iconoclasta†verso quelle espressioni che affidano ancora la propria esistenza a un quadro, alle tecniche tradizionali della pittura, alla separazione tra se stesse e “l’ambienteâ€. Ma “verso†l’azzurro di una grande tela che vuole esprimere un frammento di mare e del suo “oltreâ€, “velati†dalle loro memorie e pulsioni, inspiegabilmente mi “riavvicino†a questa dimensione come a un possibile perturbante: l’azzurro del mare e cielo, “commisto†e significato nella sua essenza extreme, può essere rappresentato ancora, misteriosamente, “al meglio†dalla materialità pittorica, con le sue manualità e con i suoi toni interiori, di un quadro dipinto (risultando lo stesso procedimento un imprevisto “estraniamento†per l’occhio contemporaneo).â€
“[…]La costruzione dipinta, più che un genere espressivo, è un’altra possibilità di leggere il linguaggio dell’architettura come narrazione e significazione psico-esistenziale. L’artificio della tecnica pittorica serve per raccontare e segnalare – con le immagini – inquietudini interiori e sociali: come nelle città nuove dei Futuristi, nelle piazze di Giorgio De Chirico o nei profili metropolitani di Arnau Alemany. L’architettura dipinta diviene l’ambiente della nostra esistenza quotidiana e immaginale, insieme ai suoi possibili contatti con l’atmosfera mistica. L’oltre di queste architetture dell’anima può richiedere la poesia di un fiore alchemico: il pittore crea così la sua rosa rossa, che fiorisce per indicare le sue “accensioni†di erotismo, o i suoi fiori bianchi di sacralità simbolica (da intendere bianchi anche quando non lo sono). (…) per diversi mistici l’arte è stata (e continua ad esserlo) una ‘maschera’ per comprendere i fiori e le costruzioni dell’oltre.â€
La mostra, successivamente, si trasferirà a Ragusa, Palermo, Giulianova, Roma, Torino.
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