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Lo si è visto la sera del 5 Agosto girare tra i tavoli  come un aeroplano di linea decollato male. Una stazza da campione di Box con  la sua birra e il vestito italiano che sventolava tra le sedie del bar e gli sguardi degli astanti. Abel Ferrara noto come regista di coraggio capace di entrare nell’anima malvagia dell’umanità e di ritirarla ripulita e stirata come fosse un saldo di  lavanderia. ABC_9799.jpgPoeta delle immagini cinetiche, inquadrature che formano spezzoni di riflessioni amare e che urlano  nel genere e nella sostanza  la promenade di un Edvard Munch  redivivo sul Ponte di Brooklyn convinto che “ dal suo corpo in putrefazione cresceranno dei fiori e lui sarà dentro di loro e che  questa è l’eternità “. ABC_9802.jpgQui a Casacalenda Abel Ferrara ha voluto giocare al fantasma; apparire per un istante come un bocciolo floreale prima della proiezione del suo ultimo film Napoli Napoli Napoli, in cui egli stesso afferma si tratti di qualcosa che ha l’idea di un capolavoro da rimettere al mondo intero esclusa l’Italia. Una frase ambigua per chi l’Italia la porta nel sangue; lo stesso sangue che il fantasma di passaggio a MoliseCinema, vuole deportare al mondo intero. Non fa piacere sentirsi dissanguati per nutrire il pianeta. Una performance di Abel Ferrara sullo stile artistico di un  JOSEPH BEUYS in ‘I like America and America likes me’ del  1974 nella galleria Renè Block di New York. La scena rievoca l’arrivo dell’artista  a bordo di un’ambulanza per non toccare il suolo americano, trascorre tre giorni in una gabbia con un  coyote che a poco a poco riconosce  e accetta la presenza di Beuys istaurando  una sorta di comunicazione silente che fa cambiare il significato dato in precedenza a tutto il contesto: il tempo si dilata e appare il corpo di  una realtà utopica dove il luogo diviene una sorta di spazio sospeso, in cui si svolge un rituale magico tra  l’animale selvaggio e l’artista tedesco ex aviatore della gioventù hitleriana.ABC_9801.jpg Napoli Napoli dunque, una performance ad alta gradazione che rievoca nel titolo anche il bellissimo romanzo di uno scomparso Tondelli nella sua adottata Rimini Rimini. Un  passaggio silenzioso captato dagli obbiettivi fotografici diventati strumenti per documentazioni d’arte. Un centro del Molise dimenticato dagli uomini e dagli italiani che ancora lo confondono con l’Abruzzo. Grandi uomini del calibro editoriale di Politi che nel suo Flash Art ABC_9798.jpgnon ha ancora separato le due regioni distinte dal 1963. Non è un bell’esempio per gli studenti di scuola elementare. Non è un bell’esempio per gli italiani che come il coyote guardano fantasmi di passaggio che da New York a Casacalenda si mischiano tra la gente comune, ABC_9804.jpgbevono la loro stessa birra e poi ripartono in silenzio per una Napoli Napoli  Napoli che non è mai esistita se non nell’immaginazione di qualche coraggioso americano. ABC_9805.jpg

Antonio Picariello

ABC_9811.jpgABC_9816.jpgABC_9814.jpgAbel Ferrara b.JPGAbel Ferrara.JPG

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F.to Thomas Tozzi