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(F.to- Lupo Mannaro, madre a 9 teste, radiografia del tiranno, donna degli abissi, cripto- strumento fot.)

Là dentro Scilla vive, orrendamente latrando:
la voce è come quella di cagna neonata,
ma essa è mostro pauroso,
nessuno potrebbe aver gioia a vederla,
nemmeno un dio, se l’incontra.
I piedi son dodici, tutti invisibili;
e sei colli ha, lunghissimi; e su ciascuno una testa
da far spavento; in bocca su tre file i denti,
fitti e serrati, pieni di nera morte.
Per metà nella grotta profonda è nascosta,
ma spinge la testa fuori dal baratro orribile,
e lì pesca, e lo scoglio intorno frugando
delfini e cani di mare e a volte anche mostri più grandi afferra, di quelli che a mille nutre l’urlante Anfitrìte….
….L’altro scoglio, più basso tu lo vedrai, Odisseo,
vicini uno all’altro,
dall’uno potresti colpir l’altro di freccia.
Su questo c’è un fico grande, ricco di foglie;
e sotto Cariddi gloriosamente l’acqua livida assorbe.
Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe
paurosamente. Ah, che tu non sia là quando riassorbe. (/)- Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi ‘mpediva tanto il mio cammino,ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto. Temp’era dal principio del mattino, e ‘l sol montava ‘n sù con quelle stelle ch’eran con lui quando l’amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch’a bene sperar m’era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l’ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m’apparve d’un leone Questi parea che contra me venisse con la test’alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l’aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza,e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch’uscia di sua vista, ch’io perdei la speranza de l’altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne ‘l tempo che perder lo face, che ‘n tutti suoi pensier piange e s’attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi ‘ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove ‘l sol tace.

[Vedi:Ezio Bassani; un grande conoscitore italiano dell’arte africana, Le immagini segrete del pianeta, La magica arte africana, Comparatismo come verità del mondo, Solo Shows -Thierry Fontaine -artista dell’Oceano Indiano, Malangatana come Giovanni da Modena, Jack Beng-Thi, plasticien : arte a forte sensibilia, Omar Calabrese, Due parole sugli archetipi… La Critica D’arte Africana]