Mer 26 Mag 2010
VALENTINO CAMPO – poesia lirica, modernista e oltre…
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , manifesti/CriticaNo Comments
Campo Valentino – “L’arte di scavare pozzi”
LietoColle – Collana Aretusa
 La «generazione degli anni Dieci», quegli autori che hanno pubblicato i libri significativi in questo scorcio del nuovo millennio, è una generazioÂne particolarmente sfortunata.[…] si assiste ad una presa di distanza, ad una estraneità nei confronti di una riforma che intendeva inÂtrodurre surrettiziamente un genere di «scrittura» poetica paradigmatica. Quello che viene abbandonato e disconosciuto è il concetto feticizzato del «quotidiano» e l’adozione del linguaggio piccolo-borghese.
Capita così che in un autore significativo della nuova generazione come Valentino Campo si rinvenga il contrario di un linguaggio piccolo-borgheÂse, un quotidiano de-quotidianizzato e de-poeticizzato, un contesto amÂbientale straniato e irriconoscibile, un «quadro» vulnerato e incidentato, con una versificazione che slitta a sintagmi e a spezzoni, sulla misura del frammento o del microframmento, come se la zattera significazionista fosse stata crivellata dai colpi delle scritture desultorie appoggiate su ciò che nel novecento veniva indicato come significante di un significato sfuggente ed elusivo.[…] Così, a Valentino Campo non resta altro che ripartire dalla «Quarta guerra sannitica» (quella che non è stata mai combattuta, la strenua resistenza opposta dai sanniti alla omologazioÂne culturale ed ideologica dei «romani»); oppure dalle «Epifanie», (quelÂle epifanie che si aprono come lacerazioni nel tessuto del «quotidiano» decontestualizzandolo); attraverso una severa scrittura che procede per straniamento e dis-locamento del discorso poetico in una procedura che obbliga il poeta a transitare in un sentiero altamente problematico e stiÂlisticamente «instabile». Un cammino olistico e un solipsismo stilistico tipico della globalizzazione e della sopraggiunta stagnazione, quasi che nell’epoca del digitale terrestre, degli aviogetti invisibili e dei treni suÂperveloci non fosse possibile, per i poeti, che procedere con le stampelle e i lapsus di un linguaggio deturpato e denaturato, conservato in frigorifeÂro, e sbrinato improvvisamente per una interruzione di energia elettrica.
 dalla prefazione di Giorgio Linguaglossa
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sezione prima
IL NERO DELLA TERRA
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Epifanie
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Domenica delle Palme
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Vidi, lo vidi
il nero della seppia
nel nero che recide
l’ombra dal suo doppio.
Persi la rotta nel timpano
                      del fiume,
gettai alla riva
all’ansa la mia voce,
al luccio chiesi
l’aria dei suoi bronchi
il filamento nel pantano;
all’onda resi
il sale dei miei anni.
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Lunedì Santo
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Ti so, ti sento,
ombra, mia presenza,
nel cavo dell’iride che sgrossa
il dalmata a nuoto nel trifoglio,
palla e fanciulla saldi al chiostro
stillano il miele dell’astro.
E tu ti celi nel cono
dei suoi dardi, nel midollo
delle cose, la schiena devo darti
se voglio il tuo perdono.
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seconda sezione
DI LUCE IN LUCE
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Angelica
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La trinità si mosse
in un cono
di luce,
           sazia di luce
si guardò intorno
in un’aria di mosche.
Dal basso
risaliva la corrente
di sterpi lavati
con l’acqua dei cani.
Ora che tutto stava
          per compiersi
sentiva la scure
invocare il legno,
un ronzio d’incenso
benedire i suoi passi.
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Angelica non parla,
dà la saliva
al nido delle tarme,
poi arriva al masso
dove il ramarro
                  dorme,
lo scuote, gli dà il cambio,
                    sale
per vedere il mare.
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METEMPSICOSI
Primo movimento
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Arginnide
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Angelica, questo è il mio nome,
ombra che disponi l’ordito
e non ti fai vedere,
filo su filo
per placarti poi nel grido
delle mie ali.
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…………………………
Ma tu sai il mio nome,
                         lo tiene
l’occhio del ramarro,
sul dorso lo sento,
scaglia che beve
e raspa il pigmento.
E torno lì dove
non ero mai stata
                        sull’ara
da dove non mi sono
                   mai mossa.
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ANABASI
Secondo movimento
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Di luce in luce
fin dove traduce
            la luce,
di cielo in cielo
m’involo;
sono e non sono
altro non fui
altro che Lui.
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Non piangere la sventura – dice la poesia – poiché essa sarà cantata. Canta la sventura – dice il poeta – poiché essa fu pianto. Così Angelica è morte e il poeta forma della morte. E la poesia circonferenza attorno al centro-vuoto. Questo centro-vuoto è l’ara-masso. Dove il ramarro prega. Il ramarro è il poeta e il poeta è rettile come cervello rettile, sepolto e custodito dalla pia mater. Qui giunge Angelica a scuotere il dormiente e dargli il cambio. La poesia dice – o Angelica o poeta. Dice il poeta – io sono Angelica.
Stefano Calzi
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 http://www.lietocolle.info/it/campo_valentino_l_arte_di_scavare_pozzi.html
In copertina: Ascensione di Mario Serra
 Giorgio Linguaglossa
La Nuova Poesia Modernista Italiana
(Roma, EdiLet, 2010 pp. 262 € 13,00)
Dopo molti anni di lavoro da parte dell’autore, finalmente è uscito il libro di critica della poesia italiana che mancava e che riempie un vuoto di trenta anni. Uno studio analitico e in rapida sintesi della poesia italiana dagli anni Ottanta agli anni Dieci del Duemila.
Dice l’autore: “Vista l’assenza di lavori critici sistematici credo che, forzosamente, occorrerà far riferimento a questo studio per comprendere che cosa è successo nella poesia italiana degli ultimi decenni.
È una riflessione che dovrà essere continuata nel prossimo futuro, e non è da escludere che io stesso o altri possa  (debba) continuare con una appendice il lavoro così avviato.”
Il libro è in vendita presso le principali librerie ma può essere richiesto anche all’editore via mail info@edilet.it  e-mail: info@edilazio.com che riserverà offerte speciali per acquisti pari o superiori alle 3 copie .
Indice
Introduzione di Carmine Chiodo
LA «NUOVA POESIA» MODERNISTA ITALIANA
per una critica della costruzione poetica
per una fenomenologia del poetico
LA« RAPPRESENTAZIONE» COME VIA INDIRETTA ALL’OGGETTO
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la via indiretta all’oggetto:Â sperimentalismo, ex Linea lombarda, informale
Andrea Zanzotto, Giovanni Raboni, Camillo Pennati
la generazione degli anni novanta
il «nullismo» come frontiera del post-moderno
Roberto Bertoldo
il punto di non-ritorno delle poetiche novecentesche
LE LINEE LATERALI DEL SECONDO NOVECENTO
la poesia lirica dopo il mitomodernismo
Giuseppe Conte
dal post-ermetismo alle poetiche del realismo
Alfredo de Palchi, Luciano Luisi, Alberto Bevilacqua
LA «NUOVA POESIA» MODERNISTA
la questione del realismo integrale nella «nuova poesia» modernista
Dante Maffìa
l’interrogazione dell’assenza nella poesia di Dante Maffìa
l’irrealismo onirico-surreale della poesia post-lirica
Giuseppe Pedota
la regalità funebre e apollinea della «nuova poesia» post-simbolistica
Roberto Bertoldo
la poesia civile, il tema amoroso, lo stile metaironico
Fabio Scotto, Mirko Servetti, Salvatore Martino, Francesco De Girolamo
il discorso degli «spazi interiori» e la linea incendiario-umoristica
Vincenzo Anaìa, Leopoldo Attolico
la poesia deterritorializzata, l’anti-carnevalizzazione e il «discorso sulla menzogna»
Luca Benassi, Faraòn Meteosès (pseudonimo di Stefano Amorose), Daniele Santoro
LA «NUOVA POESIA» MODERNISTA FEMMINILE
la retro-rivoluzione del linguaggio poetico
Helle Busacca
la koiné espressionistica della posizione monadologica
Maria Rosaria Madonna, Maria Marchesi
l’illuminismo stilistico e la poesia tra prosaicizzazione e stile alto-numinoso
Giorgia Stecher, Chiara Moimas
la poesia tra disumanizzazione e sublimazione
Lidia Are Caverni, Laura Canciani, Maria Rita Bozzetti
il canto monodico della monadicità dell’io
Maria Consolo, Maria Benedetta Cerro, Anna Ventura
la poesia neo-pagana e l’espressionismo «significazionista»
Rosita Copioli, Isabella Vincentini, Gabriella Sica, Giovanna Sicari
la procedura stilistica simbolico-allegorica
Daniela Marcheschi, Maria Teresa Ciammaruconi
il «dialogo» come autorappresentazione dell’io e il reale neo-iposurreale
Lidia Gargiulo, Giuseppina Amodei, Serena Maffìa, Elena Ribet, Daniela Bellodi
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IL VERSANTE LIRICO DELLA «NUOVA POESIA» MODERNISTA
la linea metafisico-escatologica
Fornaretto Vieri, Mauro Germani
la stanchezza del tempo e la sensiblerie del Tramonto
Francesco Giuntini, Tiziano Salari
il modello del «nuovo realismo» e il neocrepuscolarismo post-moderno
Valentino Campo, Fabrizio Dall’Aglio
LA «NUOVA POESIA» VERSO LA SOLUZIONE NARRATIVA: LA POST-POESIA
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dallo sperimentalismo alla narratività dello sguardo «interno»
Cesare Viviani, Fabio Troncarelli
post-simbolismo, esistenzialismo, carnevalizzazione
Sandro Montalto, Alfredo Rienzi, Adam Vaccaro
dal post-discorsivo alla post-poesia
Davide Rondoni, Roberto Pazzi, Luciano Troisio, Giancarlo Baroni
lo sguardo prospettico e la lingua poetica del «falegname»
Davide Puccini, Nello Rosolino Rosolini
la «fine» della civiltà del modernismo verso la post-poesia
Mauro Ferrari, Massimo Giannotta, Plinio Perilli, Andrea Di Consoli
LA VERSIONE ANTIMODERNA DELLA «NUOVA POESIA» MODERNISTA
la parola «remota» e la figuralità «arcaica»
Luigi Manzi, Giancarlo Pontiggia, Luigi Celi
la poesia lirica dopo l’età della lirica
Pietro Civitareale, Marco Onofrio
LA LINEA MERIDIONALE DELLA «NUOVA POESIA» MODERNISTA
Giovanni Occhipinti
Carlo Cipparrone
Pino Corbo
Rocco Taliano Grasso
Eugenio Nastasi
Angelo Lippo
Antonio Spagnuolo
Franco Riccio
Nicolino Longo
 http://www.lietocolle.info/it/campo_valentino_l_arte_di_scavare_pozzi.html
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