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Requiem per una fu città?

 

di Antonio Gasbarrini *

 

Domenica mattina 16 maggio 2010 ore 11: nel Corso agibile della città fantasma non girava più nemmeno un cane….

P. S.  Più o meno alla stessa ora, una folta rappresentanza del Popolo delle carriole marciava con i centomila pacifisti da Perugia ad Assisi. Contemporaneamente altri carriolisti, a L’Aquila, affluivano a  Collemaggio. Qui, nell’ex ospedale neuro-pschiatrico, effettuavano un lavoro di autentica bonifica in un paio di ambienti di una delle 27 palazzine colpite più dal degrado e dall’incuria, che dal terremoto. I solerti funzionari della Asl – primi responsabili dell’ingiustificato stato di abbandono dell’ingente patrimonio civico dell’intero complesso su cui già prima del terremoto avevano messo gli occhi speculatori d’ogni risma – anziché ringraziare il Popolo delle carriole, hanno denunciato alle autorità (così si legge nella stampa) i Comitati di base per l’occupazione di alcuni spazi. Le fotografie documentano, tra l’altro, il lerciume attorniante decine di costosissime apparecchiature riabilitative: chi risponderà dei danni finanziari arrecati alla collettività? La parola d’ordine “Collemaggio alla città” circolante nell’assemblea cittadina all’aperto che ha discusso di detassazioni, ricostruzione sulla faglia attiva di Pettino, predazione delle pietre storiche e monumentali, ed altri argomenti capitali per la reale rinascita della città morta, vale più di mille spiegazioni.

La creatività del Popololo delle carriole non conosce tregua. La performance nel piazzale antistante la Basilica, doloroso teatro di una delle tendopoli cittadine, ha utilizzato il giorno 23 la sola poetica della land art per far riaffiorare simbolicamente l’erba con la grande scritta “Collemaggio ai cittadini” sulla ghiaia da rimuovere totalmente per restituire agli stessi lo scomparso prato annaffiato con lacrime.

* Critico d’arte – Art Director del Centro Documentazione Artepoesia Contemporanea Angelus Novus, fondato nel 1988 (L’Aquila, Via Sassa 15, ZONA ROSSA). Attualmente “naufrago” sulla costa teramana. antonio.gasbarrini@gmail.com

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