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http://www.nicolamacolino.org/messaggi/index.asp

NOC Z PERFORMANCE
Galeria Miejska bwa 85-006 Bydgoszcz, ul.Gdańska 20 PL
venerdì 25 e sabato 26 giugno 2010

Il tema della “Noc Z performance” (notte con Performance) sarà “Nienawiść” (L’odio). Le presentazioni avranno luogo sia nella BWA Galleria Comunale, oltre che nello spazio della città – in particolare nel Mercato Vecchio (Stary Rynek), l’Isola Mill (Wyspa Mlýnská) e la Piazza della Libertà (Plac Wolnosci) – luoghi che sono frequentati sia da residenti e turisti. Gli artisti che si occupano di odio nelle loro opere hanno a porre la domanda: qual è la fonte di odio nella vita umana? Da dove viene l’odio, individuare il suo enorme potere, quali risultati ci si mettono circa nei rapporti umani, nella vita sociale? Quando e in quale spazio odia mettere in evidenza un comportamento negativo? Possiamo scoprire, neutralizzare, e sopraffare dentro di noi? Ovviamente, le opere realizzate non conterrànno alcuna risposta alle domande poste. Essi sono tenuti a presentare un problema esistente nel contesto della vita personale, i rapporti umani, e dei sistemi nazionali di politica, finanza, società e religione.
L’obiettivo del compito non è solo quello di presentare le questioni illustrate dagli artisti, ma anche per tentare di ottenere risposte individuali da parte del pubblico e acquisire la capacità di far fronte a questa emozione distruttiva.

La “Noc z performance” è curata dalla Galleria Miejska istituzione comunale di Bydgoszcz in Polonia a circa 300 km da Varsavia http://www.galeriabwa.bydgoszcz.pl

Alla “Noc z performance” partecipano, su invito, artisti provenienti da tutta Europa.
Tra gli artisti italiani invitati, il duo Nicola Macolino – Azzurra De Gregorio.

PROGETTO/PERFORMANCE:
O – DIO
Odiare è semplice. Nel nascosto del proprio inconscio, il sentimento vive, come un batterio indisturbato, si nutre divorando pezzo a pezzo, in silenzio e nel buio. Per questo odiare è semplice, ma molto più difficile è capire cosa si odia sul serio. Si odia quella persona o la nostra inadeguatezza nei suoi confronti? Si odia quel determinato sentimento o la nostra paura di viverlo?
Sta di fatto che se si riesce a comprendere per un solo attimo ciò che si odia veramente, se si riesce ad esplicitarlo, in quel preciso istante l’odio cambia.
La parola il pensiero uscito dalla stanza buia del nostro inconscio acquisisce un anelito di luce e già cambia natura intraprendendo il suo dissolvimento.
Il progetto/performance che gli artisti propongono, segue questo percorso psicologico, ma anche antropologico, che idealmente la mostra stessa incomincia, l’odio quando è esplicitato è già sulla strada della propria illuminazione, e quindi della propria fine.
L’opera infatti, prenderà forma attraverso un’investigazione che gli artisti condurranno intorno a ciò che la parola odio evoca in un individuo. Verranno interrogate quindi (attraverso vari mezzi: social networks, posta elettronica, interviste dirette, fogli di carta etc.) diverse persone, un numero non definito. A tutti verrà rivolta una domanda semplice, e a bruciapelo, “Cosa Odi?” L’importante è che rimanga una traccia tangibile delle opinioni di ciascun “partecipante”.
La stessa cosa proseguirà nei giorni di permanenza in Polonia fino alla fase finale del progetto, nella Galleria d’Arte.
Qui tutti i concetti raccolti rivivranno esteticamente (attraverso l’uso di luci e proiezioni) negli spazi della Galleria incrociandosi e intrecciandosi tra di loro, creando nuove frasi, nuovi significati.
L’attore li raccoglierà, si farà carico sciamanicamente del messaggio e lo condurrà in alto. Col fuoco, con l’aria. (Tutto il materiale raccolto e storicizzato artisticamente in Galleria, volerà con un enorme pallone nel cielo)
L’odio viene accompagnato dal basso all’alto. Dal terrigno all’etereo, dal buio all’atmosfera. E questo rito psicomagico interpreterà l’essenza stessa dell’odio: un sentimento che vive nell’essere recondito, che nella sua pesantezza si lega alla terra (e spesso alle cose terrene) ma che ha la potenza di poter bruciare, infiammarsi, quindi volare, quindi creare.
Come diceva Karl Kraus : “L’odio deve rendere produttivi. Altrimenti è più intelligente amare.”
Il tutto con la consapevolezza della esistenza di una complementarietà degli opposti, della compresenza di due principi che mai possono essere considerati definitivi, ma sono sempre in continua trasformazione.
Il progetto è una sorta di work in progress che ricaverà la sua forza dalla relazione diretta ed immediata con il pubblico che parteciperà all’evento, sarà inoltre un atto performativo creato grazie all’energia degli artisti e a quella dei fruitori della loro opera.