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Le migliori menti della mia generazione – dicono – sono state distrutte dalla droga. Ma non è vero. Le migliori menti della mia generazione sono state distrutte dal professionismo. Possibili poeti, scrittori, pittori, musicisti sono diventati copy, designer, giornalisti, ospiti televisivi. Roberto Antoni è un micidiale dilettante (uno che si diletta) e per questo mi piace e gli voglio bene. Ha fatto di tutto (il rock, la televisione, il teatro, i dischi) senza diventare un rocker, né un personaggio televisivo, né un attore. Se avesse guadagnato miliardi non sarebbe un ricco e se tutti lo riconoscessero per strada non sarebbe uno famoso. Perché sarebbe un dilettante anche come ricco e anche come persona famosa. Le sue poesie riflettono, mi sembra, la sua lontananza dal mostruoso sussiego del modo di vivere contemporaneo: che è, a ben vedere, il vero “demenziale”. Alcune poesie sono tristissime, altre molto allegre. Alcune bellissime. Sono, comunque, le poesie del vecchio Freak Antoni. Che il Grande Mario (dio dei distanti) ce lo conservi.
Michele Serra