Ven 19 Mag 2006
La scuola arma di ditruzione di massa. Stupidi burocrati
Posted by Antonio Picariello under arte/teatroNo Comments
 L’insegnante manipolatoreIl giornalista banale e sciovinista ha buone probabilità di avere successo perché la manipolazione del lettore inizia sin dalla sua infanzia, attraverso la scuola di stato. L’insegnante è il primo anello di una catena di superstizioni che, a tempo debito, soffocherà il cervello dell’essere umano in una specie di camicia di forza mentale. L’insegnante ingenuo è convinto di compiere la nobile missione di trasmettere sapere; in realtà egli sta solo instillando conformismo a idee e pratiche obsolete che sono funzionali allo stesso potere (lo stato) che controlla e amministra il processo educativo attraverso l’insegnante manipolatore. Accettando questo imbroglio l’insegnante si pone in una posizione di grave abuso di fiducia in quanto egli dà ai giovani studenti l’impressione di presentare una conoscenza valida universalmente mentre sta trasmettendo unicamente o principalmente nozioni scelte e accettate dallo stato nazionale. In tal modo egli mina e compromette lo sviluppo delle facoltà critiche e creative di individui che, per la loro età e per il ridotto bagaglio di conoscenze di cui dispongono, sono ancora incapaci di giudicare da sé la validità di quanto stanno imparando o non ancora abbastanza esperti nell’avviare esperienze di apprendimento alternative.burocrate ottusoLa società di massa del nostro tempo può essere caratterizzata come una società statalizzata al cui centro sta la figura del burocrate il cui compito è di osservare e applicare le regole, non importa quanto idiote e irrazionali esse siano. I burocrati e la mentalità burocratica possono essere trovati. in misura crescente, in qualsiasi aspetto della vita sociale degli ultimi cento e più anni, e in molte figure sociali, quali ad esempio il burocrate di partito, il burocrate sindacale, l’assistente sociale burocratizzato, il manager burocrate ed altre ancora. L’ascesa al potere dello stato è, nei fatti, l’ascesa al potere in maniera generalizzata di piccoli e grandi burocrati. Essi sono l’espressione e il veicolo di un modo di pensare e di agire che ha infettato tutta la vita sociale e che ha ridotto l’essere umano al livello di un idiota di massa, reso dipendente e preso in giro dal potere –
 Lo psichiatra Vittorino Andreoli avvertiva da tempo un forte desiderio di parlare della scuola e in questo nuovo libro scrive direttamente agli insegnanti, scegliendo lo stile epistolare e il “tu†per creare una relazione affettiva col suo interlocutore. Andreoli ama i maestri come gli allievi, persone e attori principali della formazione, ricorda con piacere il carisma educativo del suo professore di filosofia, o del suocero insegnante di matematica, o la sua maestra delle elementari, severa ma rispettosa dell’equità . Andreoli ha un’altissima considerazione di tutti gli insegnanti tanto che anche lui avrebbe voluto esserlo. Perché sono dei punti di riferimento per la vita dei giovani allievi, “allevatori†più che docenti, ai quali consiglia di non mollare, di essere fieri di questo ruolo cruciale di modello educativo da “direttori d’orchestra†nella propria classe. Andreoli spiega i meccanismi dell’antipatia e della simpatia verso certi alunni, le forme di difesa, le punizioni (alle quali lo psichiatra è quasi sempre contrario), invitando a considerare sempre le condizioni familiari e ambientali dalle quali proviene l’allievo. Sottolinea il valore del gruppo nell’esperienza scolastica, della classe, con le sue dinamiche interne fatte di invidie, desideri, assenze da colmare. In un certo senso lo psichiatra veronese si cala nei panni del maestro e vuole segnalare gli aspetti psicologici nella relazione educativa: individualismo eccessivo spinto fino all’eroismo, depressione, gerarchie e vittimismo, il bullismo dentro e fuori la scuola, quell’opporsi a tutto e tutti dei giovani che spesso è “servilismo al contrarioâ€. Sono pagine dense di tensione, Andreoli ha davvero a cuore le sorti dei giovani e degli insegnanti nella scuola italiana di oggi, scrive con mentalità esperta e aperta, col cuore e con la ragionevolezza, ricorda anche quella dimensione estetica dell’educare, quello stile dell’ex-ducere, il difficile e sempiterno compito del “condurre fuoriâ€, “portare via†dall’infanzia e dalle certezze della gioventù per andare incontro alla vita adulta. Il compito più arduo, che spetta a tutti i veri maestri. [lettera a un insegnate]Â
Andreoli: Sono il professor Vittorino Andreoli e sono uno psichiatra. Mi occupo cioè di folli, di persone che vengono considerate quanto meno strane, perché hanno dei comportamenti che si diversificano completamente da quella che si chiama la normalità , e quindi il mio lavoro è di interrogarmi perché certe persone hanno comportamenti così distanti dalla maggior parte delle altre persone. E poi, una volta capito il perché, cercare di aiutarli, quindi in qualche modo di curarli. In particolar modo mi occupo di comportamenti anomali, se volete di follia del mondo giovanile. E quindi mi pongo tante domande: perché i giovani hanno alcuni comportamenti che non sono accettati, perché spesso sono contro, per esempio, contro le regole, contro la società , contro la famiglia, contro il Codice Penale. Ecco perché mi sono occupato di casi estremi, perché nella follia c’è la piccola follia, ma c’è anche la follia estrema. Mi sono occupato di un giovane, di Pietro Maso e mi sono chiesto perché ha ucciso i genitori per avere un’eredità . Mi sono occupato del caso di Chiatti, quel giovane che è arrivato ad uccidere due bambini, abusandone, anche dal punto di vista, oltre che affettivo, anche sessuale. Ecco, perché, di questi comportamenti? Naturalmente uno psichiatra non si occupa solo di casi estremi, ma in fondo si occupa del comportamento. Cioè, perché ci comportiamo in certo modo, perché i giovani si comportano in questo modo? E allora, tra tutte le domande che uno psichiatra si pone, c’è anche questa: perché la paura, perché alcune volte noi e voi siamo presi dalla paura, la paura nel mondo giovanile? Ecco, oggi parleremo di paura e cominceremo con una scheda.
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