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(m. serra la fogna)

“Dunque, se con la moltiplicazione delle immagini del mondo perdiamo il “senso della realtà“, come si dice, forse non è poi una gran perdita.

Per una specie di perversa logica interna, il mondo degli oggetti misurati e manipolati dalla scienza-tecnica (…) è diventato il mondo delle merci, delle immagini, il mondo fantasmagorico dei mass media…….. (VI RENDETE CONTO CHE PROPRIO VOI FATE QUESTO).

 

Dovremmo contrapporre a questo mondo la nostalgia di una realtà solida, unitaria, stabile e “autorevole”? Una tale nostalgia rischia di trasformarsi continuamente in un atteggiamento nevrotico, nello sforzo di ricostruire il mondo della nostra infanzia (…). (VI RENDETE CONTO CHE PROPRIO VOI AVETE UN ATTEGGIAMENTO NEVROTICO).

Ma in che cosa consiste, più specificamente, la possibile portata emancipativa, liberatoria, della perdita di senso della realtà, della vera e propria erosione del principio di realtà nel mondo dei mass media? Qui, l’emancipazione consiste piuttosto nello spaesamento, che è anche, e nello stesso tempo, liberazione delle differenze  (LIBERAZIONE DELLE DIFFERENZE? SIETE PROPRIO VOI I PRIMI A FARE E DARE DIFFERENZE)…., degli elementi locali, di ciò che potremmo chiamare complessivamente il dialetto. Caduta l’idea di una razionalità centrale della storia, il mondo della comunicazione generalizzata esplode come una molteplicità di razionalità “locali” – minoranze etniche, sessuali, religiose, culturali o estetiche – che prendono la parola (…). Vivere in questo mondo molteplice significa fare esperienza della libertà come oscillazione continua tra apparenza e spaesamento. E’ una libertà problematica (…).”

Gianni Vattimo, La società trasparente, 1989 ( pp. 15-19)

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