Sab 9 Ott 2010
un tuffatore facebook di nome cristo
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , Fotografia , manifesti/CriticaNo Comments
A Paolo Dell’Elce e Mauro Rea piace questo elemento.
Ettore Le Donne Sembra il culo del Nano ai raggi x….
Criticart PCriticart caro ettore tu da una vita lavori sui Bunker devi dire qualcosa di più su quest’immagine….
Paolo Dell’Elce interessante l’effetto ottico dovuto allo sfalsamento delle rocce…l’idea della stratificazione è molto forte…verticale e orizzontale…una decostruzione costruttivista…insomma povero chi ci capita là dentro!…ma che speravano di trovare? l’acqua santa?
paolo per dare consistenza al tuo ottimo e professionale percettivo aggiungo che il fondo diventa conclusivo per l’immagine documentaristica e apre all’infinito storico e teologico con il simbolismo della della croce e dell’acqua. il tem…a riguardo le condizioni del nostro pianeta, l’unico che conosciemo per adesso, è stato “ob(b)iettivamente” sondato da un artista del tuo stesso calibro sensitivo. come dico in www.criticart.it Nadav Kander inglese, in altri scatti, ricorda l’intimo respiro pittorico di Hopper. solitudine sociale e solitudine archetipa, non spaziale, si condensano nel messaggio che dice dov’è il luogo del male. non è nella natura, ma nell’artefice che la manipola. l’uomo avido e i suoi peccati capitali, compreso l’ottavo, la tristezza, sono gli elementi e il luogo che questa immagine ci risputa addosso. a.p.Mostra tutto
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Paolo Dell’Elce quella croce sul fondo è troppo cercata però…sarebbe interessante andare oltre…abbiamo vestito per troppo tempo la morte di croci e di marmi… la “dura” terra ci rigetta addosso tutto il nostro male…e tutti i nostri simboli…
http://www.criticart.it/?p=8304
andare oltre però è esattamente il compito degli artisti. nella retorica per esempio- quella croce sul fondo è troppo cercata – potrebbe diventare: quel fondo della croce il che rimetterebbe in discussione mol…te riflessioni spicciole. sappiamo che il visivo non si cura molto di queste cavolate ma un buon Dalì potrebbe ripresentarsi come spillatrice tra parola, immagine pittorica e fotografia. che ne dici? d’altra parte tu stesso hai parlato di decostruttivismo e di chi povero ci capita dentro. povero come un cristo appunto….un cristo uomo che destruttura il mondo che gli dona la vita… i simboli poi, fino a quando non ne riusciremo a creare di nuovi e contestuali a noi, potenzialmente capaci di sostituire l’ancestrale, restano imperituri il nostro marchio esistenziale. abbiamo solo la possibilità di patteggiare per uno o per l’altro. libero arbitrio appunto….un abbraccio a.p.
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