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Nato a Buenos Aires, Maldonado si formò artisticamente alla Scuola Nazionale di Belle Arti Prilidiano Pueyrridón. Già durante questa tappa iniziale dei suoi studi fu coinvolto nell’attività dell’avanguardia argentina. Nel 1935 crea l’associazione Arte Concreta-Invenzione insieme a Lidy Praty, Alfredo Hlito, Manuel Espinosa, Raúl Lozza, Enio Iommi e Oscar Nuñez. Un anno più tardi l’associazione organizza la prima esposizione e pubblica un manifesto «invenzionista». Dopo un breve viaggio in Europa, nel quale prende contatti con Max Bill, il gruppo invenzionista si dissolve e Maldonado decide di fondare un nuovo gruppo di arte concreta, volto all’insegnamento dell’arte. Maldonado dal 1944 collaborò alla rivista Arturo, sulle pagine della quale si riflettevano le tendenze di questo gruppo di artisti. L’arte concreta propugnava un’arte non imitativa, non rappresentativa, né espressiva, ma basata sulla pura invenzione.

In Germania. La scuola di Ulm

Nel 1954, Maldonado si trasferì nella Repubblica Federale Tedesca per insegnare alla Hochschule für Gestaltung a Ulm. Tra il 1954 e il 1966 fu direttore di questa istituzione che orientò verso un estremo razionalismo e scientismo. Pubblicò le sue teorie nel saggio intitolato Ulma, scienza e proiezione. Durante i suoi trascorsi come direttore della scuola di Ulma, Maldonado introdusse cambiamenti significativi al programma di studio, come l’insegnamento della semiotica, di materie in relazione con la fisica e con l’architettura, cercando una rigorosità scientifica nello studio e perseguendo l’idea di una fusione fra arte e industria che trovava le sue radici nelle idee del Bauhaus.

Il trasferimento in Italia

Tra il 1964 e il 1967, in collaborazione col suo collega tedesco Gui Bonsiepe, sviluppo un sistema di icone per un progetto di design per la Olivetti e curò l’immagine e il design per La Rinascente. Nel 1976 si trasferì a Milano, continuando il suo lavoro di insegnante in Italia, presso la facoltà di Lettere all’Università di Bologna, focalizzandosi sulla filosofia e sulla critica di influenza semiotica. In uno dei suoi ultimi saggi (L’Eterodosso) sostiene il recupero del ruolo dell’intellettuale come guida della coscienza collettiva.

Carriera accademica

Tra il 1955 e il 1967 Maldonado ha insegnato alla scuola di disegno di Ulma, nota anche come «Il nuovo Bauhaus», ricoprendo anche il ruolo di direttore dell’istituto. Tra il 1967 e il 1970 insegnò alla scuola di architettura dell’università di Princeton. Tra il 1976 e il 1984 insegnò come titolare di cattedra di Design Ambientale presso l’Università di Bologna. Attualmente insegna Progettazione Ambientale presso il Politecnico di Milano.

Pubblicazioni

Che cos’è un intellettuale? Avventure e disavventure di un ruolo, 1995, “Elementi”, Feltrinelli, Milano ISBN: 88-07-47000-4

Critica della ragione informatica, 1997, “Campi del sapere” n. 221, Feltrinelli ISBN: 88-07-10221-8

Cultura, democrazia, ambiente. Saggi sul mutamento, 2 ed., 1991, “Idee” n. 24, Feltrinelli ISBN:88-07-09024-4

Disegno industriale: un riesame, 1991, “Campi del sapere” n. 142, Feltrinelli (ISBN: 88-07-10142-4)

Il futuro della modernità, 7 ed., 1990, “Campi del sapere” n. 69, Feltrinelli ISBN: 88-07-10069-X

Reale e virtuale, 6 ed., 1994, “Saggi” n. 110, Feltrinelli ISBN: 88-07-08110-5

La speranza progettuale. Ambiente e società (1970), 4 ed.,1981, “Nuovo Politecnico” n. 35, Einaudi, Torino ISBN: 88-06-28886-5