Dom 5 Dic 2010
Ilaria Sabbatini «Io ci vidi molti saracini»
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , Comunicazione , manifesti/CriticaNo Comments
La rappresentazione del mondo musulmano del Vicino Oriente nell’odeporica di pellegrinaggio tardo medioevale.
Ilaria Sabbatini
Laureata presso l’Università di Pisa, Ilaria Sabbatini ha coniugato nella sua formazione gli studi medievistici con quelli di filologia neolatina. Si è addottorata presso la sede fiorentina del SUM svolgendo attività di ricerca sulla rappresentazione del Vicino Oriente nei diari di pellegrinaggio tardo medievali. Collabora con diverse riviste occupandosi di specifici aspetti della religiosità nella storia, fa parte del consiglio scientifico de «La porta d’Oriente» ed è tra i collaboratori del PRIN Corpus italicarum peregrinationum. Nel 2009 ha pubblicato, per i tipi di Maria Pacini Fazzi Editore, l’edizione critica de La «jerosolomitana peregrinatione» del mercante Bernardino Dinali (1492). Il trait d’union dei suoi progetti più recenti è l’utilizzo dell’odeporica quale strumento di lettura dell’alterità culturale e religiosa nel medioevo.
Testi pubblicati
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La rappresentazione del mondo musulmano del Vicino Oriente nell’odeporica di pellegrinaggio tardo medioevale.
Saggio di Ilaria Sabbatini
«Io ci vidi molti saracini»
La rappresentazione del mondo musulmano del Vicino Oriente nell’odeporica di pellegrinaggio tardo medioevale.
L’articolo mira a definire la percezione occidentale nei confronti del mondo musulmano attraverso la rappresentazione dei diari di pellegrinaggio. In questa tipologia di fonti risulta infatti evidente la frizione tra gli stimoli suscitati dal confronto con l’alterità e la resistenza di un retroterra culturale generalmente ostile e conservativo. 
L’indagine ha riguardato l’intero corpus fiorentino di testi diaristici e in questa scelta consiste la sua peculiarità . 
Per quanto esistano nel panorama italiano eccellenti lavori sul pellegrinaggio nessuno ha sviluppato al loro interno uno studio sistematico sulla rappresentazione dell’alterità , argomento pregno di conseguenze per la storia del pensiero occidentale.
L’alterità etnico-religiosa e la sua percezione attraverso le fonti narrative non è stato argomento molto praticato dagli storici del medioevo. Proprio per questo, oggi, costituisce un campo di indagine privilegiato benché complicato dall’uso strumentale, fatto anche in tempi recenti, di un medioevo che risulta frutto di un folklore semplificante – di natura ludica e/o politica – piuttosto che di una rigorosa ricerca scientifica. E’ stata questa rappresentazione dell’altro che ha costituito uno dei nodi chiave del lavoro che ho da poco concluso relativo alla rappresentazione dell’Oriente nei diari di pellegrinaggio fiorentini tardo medievali. L’altro di cui mi sono occupata ha indossato per l’occasione i panni degli uomini e delle donne musulmane del Vicino Oriente che, grazie alle osservazioni dei pellegrini scrittori, hanno costituito un filone di indagine fondamentale del mio lavoro di ricerca. Le fonti individuate per questo studio sono appunto quelle della diaristica di pellegrinaggio, che a torto sono state lungamente considerate una tipologia di scarso valore documentario dal momento che si tendeva a relegarlo nella pura e semplice narrativa d’invenzione.
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