Ven 21 Gen 2011
gian ruggero manzoni – parliamone con la storia
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , ComunicazioneNo Comments
La felicità è autentica solo quando è condivisa.
Tommaso Ausili – The Hidden Death (Slaughterhouse)
Tommaso Ausili ha vinto il Sony World Photography Award nella categoria “Vita contemporaneaâ€, con la serie “The Hidden Death†(la morte nascosta), dedicata all’uccisione degli animali nei mattatoi.
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Winners gallery 2010 (World Press Photo of the Year 2009)
Molto belle le foto di quest’anno, non vedo l’ora di prendere il catalogo.
Ci sono anche diversi italiani.
Questa serie di Tommaso Ausili mi ha colpito molto, mi ha fatto tornare in mente la serie “Mattatoio†di Mario Giacomelli del 1961, realizzata nei macelli comunali di Senigallia, di cui disse:
“Serie iniziata e finita in pochi minuti per il grido spaventato, pauroso dei poveri impotenti animali che mi hanno straziato l’anima e mi hanno portato a scappare da quel posto maledetto.â€
(verso di una stampa della serie)
“Al mattatoio volevo capire da vicino come avveniva l’uccisione delle bestie, perchè il solo pensarci mi metteva tristezza. Al maiale io sapevo che tagliavano la gola, ho visto invece che lo colpiscono alla tempia, in fronte, qui, con una rivoltella e allora stramazzavano al suolo; gli tiravano su le gambe con un colpo e poi… tan! Ma non è questo che mi ha messo paura.
Da sopra buttavano giù i maiali, si vede nelle fotografie; dal camioncino che avevano scivolavano giù, così. Li vedevo da dove stavo a fotografare. I maiali, poverini, si mettevano, se questo è il muro, con la testa a ventaglio , così: qui c’era la testa di uno, qui la testa di un altro, come un ventaglio… E gridavano, con una tale forza! Questo fatto mi ha messo un tale male dentro l’anima che ho preso e sono fuggito subito, di corsa.
Mi sembrava che capissero proprio. Capiscono: un uomo con un bastone e una grossa corda non riusciva a tenere ferma una mucca che stavano portando dentro per ucciderla; per fortuna era legata con la corda, perchè se no sarebbe fuggita! Mica ce la facevano a tenerla! Solo dopo è riuscito a darle una legata; c’erano dei pali di ferro, l’ha legata lì. Non ci riusciva perchè lo senti che loro sanno che le uccidono. Gridano proprio, non vogliono. Quello dei maiali era proprio un grido… Sai quando i bambini piccoli tutto ad un tratto si mettono a piangere? Mi ha fatto così male il cuore che ho preso e ho detto: basta, vado via, non voglio saperne più niente.
Potevo ritornare, conoscevo chi ci lavorava, avevo il permesso, ma non sono tornato più, non ne ho più avuto il coraggio.â€
(dalla lunga conversazione di Mario Giacomelli con Simona Guerra)
Una foto durissima della Performance napoletana di Hermann Nitsch (e dire che il Maestro è uomo di una dolcezza unica… oltre che pittore, anche compositore musicale e poeta)
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- A te, Cinzia Mastropaolo e altri 2 piace questo elemento.
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Antonio Privitera quando l’arte è il frutto della sofferenza du un altro essere vivente si chiama: abuso di potere, disonestà intellettuale, egocentrica ipocrisia (…) inutilità e spreco.
5 ore fa · Mi piaceNon mi piace più ·
Ilaria Sabbatini Penso che l’arte non debba essere bellezza.
3 ore fa · Mi piaceNon mi piace più · 2 personeCaricamento in corso… ·
Ilaria Sabbatini O meglio non debba esserlo necessariamente.
3 ore fa · Mi piaceNon mi piace più · 2 personeCaricamento in corso… ·
Antonio Privitera l’arte non deve essere (necessariamente) bellezza, ma ricerca estetica. certamente. sono laureato in estetica, ma la sofferenza di un altro essere vivente non è arte non è estetica e neanche bellezza. potrebbe esserlo se documentata, ma non indotta.
circa un’ora fa · Mi piaceNon mi piace più ·
Gian Ruggero Manzoni Caro Antonio il discorso sarebbe molto lungo da farsi; in sintesi… penso che esista anche un’arte che ficca il coltello nel sociale (almeno, così, nel 900, ma anche prima, in accezioni e con allegorie diverse e ‘modi’ altri), quindi non mi trovi assolutamente d’accordo.Secondo il tuo ragionamente anche un Caravaggio non avrebbe dovuto fare Arte; infatti il fare Arte è pur sempre e anche un’induzione.
circa un’ora fa · Mi piaceNon mi piace più · 2 personeCaricamento in corso… ·
non discuto io sono laureata in lettere-storia. Però francamente non mi colpisce ciò che dici. Non voglio neanche stare a discutere su quanto sono animalista, lo considero scontato. Non so se l’animale sia stato fatto soffrire (presumo di n…o), se sia un pezzo preso dal macello o cosa. Però so, anche se non ho i titoli per fare il critico d’arte, che quanto vedo mi comunica una nausea e un’angoscia che vanno ben oltre. Se mi potesse vedere dentro in questo momento di grande delusione, tristezza, rabbia e non cos’altro penso che sarei nauseante anch’io.Mostra tutto
circa un’ora fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Antonio Privitera Caravggio si esprimeva in un’epoca diversa. Era necessario il suo ruolo e la sua “durezza”, oggi no: contingenza d’interessi. Anche io, purtroppo, non sono d’accordo con te. Viviamo un momento storico senzxa precedenti: non posso accettare un’ignoranza simile a riguardo. Oggi l’animale per noi occidentali non è più sostenibile. Nè per bistecche, nè per mostre.
circa un’ora fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaA Gian Ruggero Manzoni piace questo elemento. ·
Beh io sarei tagliata da questo discorso in teoria. Però dico un’ultima cosa. Ho visto rifiutato, poco tempo fa, un progetto installativo contro la violenza alle donne (un progetto concettualmente “violento” lo ammetto) e ho appena visto ch…e lo stesso ente (istituzionale e di sinistra) sostiene una mostra di pizzi fatti dalle donne contro la violenza. Francamente quello che vedo qui sopra lo piazzerei più che volentieri volentieri nel mezzo alla mostra di pizzi. A prescindere che quest’opera riguardi specificamente le donne o meno. Sono così arrabbiata che mi scendono le lacrime e questa rabbia ha diritto a una rappresentazione.Mostra tutto
circa un’ora fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Antonio Privitera certo, per la vera angoscia è la produzione seriale di pezzi di cadavere sapientemente avvolti in km di plastica by conad, despar o coop. cmq, per capirsi ecco cosa intendo per non indotta: una testimonianza, una ricerca documentata sull’angoscia del mattatoio (giustamente premiata con il word press): http://bfox.wordpress.com/2010/02/12/tommaso-ausili-slaughterhouse-world-press-photo-2010/
circa un’ora fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaA Gian Ruggero Manzoni piace questo elemento. ·
Antonio Privitera certo, per me*
circa un’ora fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Ilaria Sabbatini Conosco questo lavoro e ti consiglio, se il tema ti interessa, anche il lavoro di Michael Glawogger, regista e anarchico, Working Man’s Death. C’è un capitolo su una macelleria nigeriana. Io credo che adesso sia proprio il tempo di usare un linguaggio del genere. Perché la politica, quella partiti soprattutto ma anche quella intesa in senso più ampiamente civile, ha smesso di ascoltare.
circa un’ora fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Ebbè, allora abbiamo già chiuso qui il nostro dire… comunque si consideri che Nitsch faceva già queste cose 45 anni fa, che, teatralmente, i Magazzini Criminali, negli anni 70, macellarono in scena un cavallo (già destinato al mattatoio),… che il 98% degli Occidentali non è vegetariano e che nel mondo si stanno combattendo come minimo 50 conflitti e, soprattutto, che la violenza, in questo periodo storico, in cui l’Occidente non è stato toccato da una guerra da 65 anni, qui, è a livelli maggiori che nel 1939, cioè prima che Mussolini entrasse nel Secondo Conflitto Mondiale. E ciò, a mio modesto avviso, dovrebbe fare pensare. Che poi un ragazzo uscito adesso dall’Accademia si metta a macellare animali o a metterli in mostra sventrati risulterebbe, anche per me, una cavolata abissale, non ci pioave. Quindi necessita, sempre, contestualizzare, anche temporalmente, certe opere. Un’altra grande artista contemporanea, come l’Abramovic, serba, tramite le sue performances forse ha fatto più intendere al mondo il cosa è stata la guerra in Bosnja di centinaia di libri scritti o servizi giornalistici fatti sulla stessa. Performances, della Abramovic, dure come quelle che ha sempre proposto Nitsch. Ovviamente se poi s’indugia troppo su certe tematiche e una certa ricerca, beh, allora entriamo in un altro campo ancora, cioè nella ripetitività di un ‘linguaggio’ che alla lunga indubbiamente viene a perdere la sua potenza iniziale.Mostra tutto
circa un’ora fa · Mi piaceNon mi piace più ·
Antonio Privitera l’ho visto a venezia anni fa, quando lavoravo nel giornale universitario. fantastico.
circa un’ora fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Antonio Privitera Lo so, GRM. Infatti ultimamente mi emoziona il raccolto biologico dei contadini romagnoli. Ho visto performer tanto spocchiosi quanto ridicoli: farsi sventrare da altri quarti di bue poiché nella tua vita non hai mai usato un coltello da cucina? sarà che sono terrone, ma non puoi raccontare la violenza senza viverla. cioè puoi raccontarla a mò di servizio tg4, ma non sarà ARTE. Cmq, tvb Gian 🙂
57 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più ·
Se vuoi, Antonio, di quei racconti te ne faccio a tonnellate, visto che anch’io lavoro molto sulle dimensioni legate strettamente alle “microculture” – “microgeografie” come le definiva Pasolini, quindi, con me, sfondi una porta aperta esse…ndo, da sempre, un ‘esaltato’ assertore-sostenitore del Genius Loci e di quelle ritualità , ecco il perché un certo entusiasmo nell’aver colto una grande commistione/simbiosi tra l’opera di Nitsch e l’arcaicità di una certa Napoli o di un certo merdione… o, ancora meglio, di un certo Mediterraneo. E reputo tu abbia inteso a cosa mi rifaccio-rifeisico, antropologiocamente e socialmente, quindi culturalmente parlando.
L’affetto, ovviamente, è reciproco :-)Mostra tutto
48 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Giorgia Gioia non sapete neanche cosa sia la bellezza , perchè in voi che parlate tanto non ce ne è neanche un pò neanche un pizzico
40 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più ·
‎”ecco il perché un certo entusiasmo nell’aver colto una grande commistione/simbiosi tra l’opera di Nitsch e l’arcaicità di una certa Napoli o di un certo merdione… o, ancora meglio, di un certo Mediterraneo.” queste parole sono troppo ve…re e puntuali, ma se una persona come te pubblica certe foto – in fondo – me lo aspetto che ci sia, tra i tanti motivi, anche questo. il mediterraneo è ricco di contraddizioni rituali che caratterizzano ogni microgeografia come cultura-mondo. “In Italia, sotto i Borgia, per trent’anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri: e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos’hanno prodotto? Gli orologi a cucù.” O. W. Come dire dove c’è ancora ignoranza civica c’è molta più intellighenzia artistica.Mostra tutto
39 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Antonio Privitera ‎@Giorgia: scusa, ma non ho capito…
33 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più ·
Ilaria Sabbatini Io lo so che in me non c’è bellezza.
21 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Giorgia Gioia dicendo questo già diventi bellezza
20 minuti fa · Non mi piace piùMi piace · 1 personaCaricamento in corso… ·
Neppure io, Giorgia, ho inteso se ti rivolgevi ad Antonio e al sottoscritto, o a chi parla di arte senza averne gli strumenti.
Infatti se vuole essere una provocazione non so a cosa e a chi tu voglia riferirti. Reputo che dopo anni di studi…o, analisi e creatività si possano esprimere giudizi di un certo tipo o, almeno, per quel che mi concerne, me ne attribusico le facoltà e cedo che anche altri me la concedano.
Riguardo a bellezza… credo che la si cominci a cogliere, in sé e nell’altro, quindi nel mondo, dopo aver compreso chi infine sei, prima è oltremodo difficile, perché il proprio Sè incide e non poco.Mostra tutto
16 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più ·
Massimiliano Marianni che zozzeria
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Un grande sacrificio tragico
“Questo è un elemento valido della teologia cattolica, ma non l’elemento esclusivo (e comunque, se lo si sceglie, poi si deve per forza sottolineare il sangue il più possibile), perché la teologia riconosce che la morte di Cristo è, in pratica, la scelta estrema di Dio di condividere la natura umana. Soffrire e morire sono categorie fondamentali dell’uomo, ma la partecipazione di Dio al dolore umano è un’esperienza d’amore, una scelta compiuta per assumere su di sé la sofferenza allo scopo di trasfigurarla. Questo film, invece, fa vedere solo un atto sacrificale drammatico, eroico, tragico, ma si nota poco la dimensione dell’amore: il progetto di Dio non è qualcosa di fatalistico per cui Gesù, schiacciato, è costretto ad andare avanti. I Vangeli, di cui non si rimpiange mai abbastanza la sobrietà , ci aiutano a capire questa dimensione. Lo scopo di Gesù non è diventare uomo per morire come un uomo, ma di far sì che la realtà umana, anche il dolore, sia trasfigurata”.
Interviene il rabbino: “Il film trasmette un’idea opprimente del dolore. Sembra che ci sia compiacimento nel sottolineare il piacere sadico dei persecutori romani nell’infliggere la sofferenza. Ma noi dobbiamo sperare al di là di quello che suggerisce il film. È un’occasione mancata, Gibson poteva farci vedere un po’ più di vita dopo la morte e la sofferenza. Ma non bisogna dargli troppa importanza, è solo un film”.
Riprende Ravasi: “Gibson ha scelto di parlare soltanto della passione. Ma ha ragione il rabbino: anche dal punto di vista cristiano, non si può arrivare solo fino alla crocifissione e alla tomba, e non parlare della Pasqua. Sono realtà intrecciate e l’ultima spiega le precedenti, permette di vedere che questo dramma non sfocia nella disperazione. A livello artistico ci sono elementi positivi: l’ammiccare alla storia dell’arte e il gioco degli sguardi, bellissimo. Per questo dobbiamo cercare di non avvitarci attorno alla polemica. Il rischio che segnala il rabbino esiste”.
· Antonio Privitera ‎@Paolo: infatti caro. è quel maiale che stona: dubito ergo sum.
30 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più ·
Paolo Dell’Elce lo credo anch’io…
28 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più ·
Paolo Dell’Elce gli artisti di solito ci mettono il proprio di sangue…
27 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Un grande sacrificio tragico
“Questo è un elemento valido della teologia cattolica, ma non l’elemento esclusivo (e comunque, se lo si sceglie, poi si deve per forza sottolineare il sangue il più possibile), perché la teologia riconosce che l…a morte di Cristo è, in pratica, la scelta estrema di Dio di condividere la natura umana. Soffrire e morire sono categorie fondamentali dell’uomo, ma la partecipazione di Dio al dolore umano è un’esperienza d’amore, una scelta compiuta per assumere su di sé la sofferenza allo scopo di trasfigurarla. Questo film, invece, fa vedere solo un atto sacrificale drammatico, eroico, tragico, ma si nota poco la dimensione dell’amore: il progetto di Dio non è qualcosa di fatalistico per cui Gesù, schiacciato, è costretto ad andare avanti. I Vangeli, di cui non si rimpiange mai abbastanza la sobrietà , ci aiutano a capire questa dimensione. Lo scopo di Gesù non è diventare uomo per morire come un uomo, ma di far sì che la realtà umana, anche il dolore, sia trasfigurata”.
Interviene il rabbino: “Il film trasmette un’idea opprimente del dolore. Sembra che ci sia compiacimento nel sottolineare il piacere sadico dei persecutori romani nell’infliggere la sofferenza. Ma noi dobbiamo sperare al di là di quello che suggerisce il film. È un’occasione mancata, Gibson poteva farci vedere un po’ più di vita dopo la morte e la sofferenza. Ma non bisogna dargli troppa importanza, è solo un film”.
Riprende Ravasi: “Gibson ha scelto di parlare soltanto della passione. Ma ha ragione il rabbino: anche dal punto di vista cristiano, non si può arrivare solo fino alla crocifissione e alla tomba, e non parlare della Pasqua. Sono realtà intrecciate e l’ultima spiega le precedenti, permette di vedere che questo dramma non sfocia nella disperazione. A livello artistico ci sono elementi positivi: l’ammiccare alla storia dell’arte e il gioco degli sguardi, bellissimo. Per questo dobbiamo cercare di non avvitarci attorno alla polemica. Il rischio che segnala il rabbino esiste”.Mostra tutto
27 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso…
Gian Ruggero Manzoni E che allora si scanni un uomo !!! Lo farà presto Hirst, per poi metterlo sotto formalina :-)))
26 minuti fa · Non mi piace piùMi piace · 1 personaCaricamento in corso… ·
Criticart PCriticart gian ne scannano tanti ultimamente che la formalina nei magazzini è finita.
25 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 3 personeCaricamento in corso…
Gian Ruggero Manzoni Sconcertantemente vero, amico mio… infatti pare che Hirst stia cercando appunto un cadavere umano al fine di concludere il suo ‘ciclo’ (mestruale)… e ci sarà che se lo compra.
23 minuti fa · Non mi piace piùMi piace · 2 personeCaricamento in corso… ·
Paolo Dell’Elce putroppo è vero…confermo..non si trova più un barattolo di formalina neanche a pagarla oro…
23 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Criticart PCriticart ‎:))) cazzarola adesso mi state facendo morire dalle risate. mi ha preso la sgrigna…..ho un conferenza alle diciotto, ma se vi penso non potrò parlare….concludere il suo ‘ciclo’ (mestruale) aiuto fermatemi …
20 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 2 personeCaricamento in corso…
Gian Ruggero Manzoni E che altro se no ?!?! :-DDD
20 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più ·
Paolo Dell’Elce Dracula parteciperà all’asta?
20 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Gian Ruggero Manzoni Il fatto è che Hirst ‘formali(ni)zzerà ‘ anche il Conte Vlad… ;-)))
16 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più ·
Paolo Dell’Elce un vampiro imbalsamato è il massimo…
15 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Criticart PCriticart ti racconto questa: qualche settimana fa presentai michele mariano con la sua arte che richiede ossa post mortem per fare la composizione di uno scheletro finale, un collage d’autore insomma fatto di ossa di personaggi celebri… ad un certo punto dalla sala un signore sulla settantina dopo aver ascoltato si alza e urla me ne vado, devo sentire questo per farmi scarnificare e dargli le ossa mie …. gian a santa croce capisci … santa croce…. sgrigna :)))9
13 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 2 personeCaricamento in corso…
Gian Ruggero Manzoni Ah ah ah ah ah… cavoli, e dire che così puoi diventare reliquia anche se non sei Santo… :-)))
10 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso… ·
Criticart PCriticart esatto…:)
3 minuti fa · Mi piace
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