Mer 20 Apr 2011
dalla Merde d’Artiste di manzoni nel 61 all’ artist shit del 2010
Posted by Antonio Picariello under arte/teatroNo Comments
Certo, dal 21 maggio 1961, prima che la regione Molise diventasse autonoma distaccandosi dall’Abruzzo nel 1963, quando Piero Manzoni dimostrava al mondo l’avanguardia superba del linguaggio artistico italiano, all’italietta di oggi con artisti dilettanti e vanitosi privi di capacità di ricerca e di conoscenze necessarie per poter distinguere un concettuale da un barattolo di marmellata, di decadenza e di “grezza violenza semantica” ne sono state riempite abbondante-mente le in-coscienze sociali. Adesso ci tocca assistere anche all’arte del linguaggio giuridico che finisce dentro il barattolo di Manzoni per proteggere, senza capirne il danno che commette, dilettanti allo sbaraglio con l’indole dello “specchio mio specchio chi è più bello di me?”, ma tu natural-mente… Bau bau…
Da alcune improvvisazioni del web:
L’opera di Manzoni risulta influenzata dai celebri Ready-made di Marcel Duchamp e aldilà dell’aspetto più superficialmente scandalistico suscitato alla sua presentazione ha suggerito diverse letture simboliche: l’opera alluderebbe con ironica metafora all’origine profonda del lavoro dell’artista,in senso più vasto dell’uomo che creativamente produce, è stato sottolineato anche un lato poetico, quello della cessione da parte dell’artista di una parte di sé, in senso ironico, l’idea che un artista già affermato troverebbe mercato e consenso della critica per qualsiasi sua opera che crea, anche le più scadenti e banali.
Credo Manzoni facesse l’anticipo su A. Warhol e per questo motivo lo definisco l’artista italiano più potente.
Breve sintesi di A.W. e sopravvissuti – Tra il 1960 e il 1961 conobbe il pittore Frank Stella e scoprì i dipinti di Lichtenstein ispirati ai fumetti, presso la galleria Leo Castelli, che contribuì moltissimo alla diffusione della Pop Art americana. Nel 1962 un incidente aereo, in cui morirono centoventinove persone, ispirò il soggetto della prima serie di opere di Warhol intitolata Death and Disaster. Iniziò, contemporaneamente, anche la serie delle scatolette di zuppa Campbell, delle bottigliette di Coca Cola, e quella dei ritratti di Marilyn Monroe, di Elvis Presley e di altri personaggi dello spettacolo e della politica. La tecnica usata da Warhol fu quella del riporto fotografico, con i violenti colori industriali della stampa in offset, che dissacrava il concetto di unicità dell’opera d’arte, creando un procedimento artistico meccanico.
Nel 2004 la Campbell Soup Company decise di omaggiare l’artista di origine slovacca producendo una serie di barattoli di tomato-soup in edizione limitata, con etichette colorate basate sulle combinazioi di colori usate da Warhol: verde e rosso, rosa e arancione, acqua e indigo, oro e giallo. La linea fu lanciata nei negozi Giant Eagle supermarket della Pennsylvania e dell’ Ohio. I clienti che acquistavano i pacchi da quattro, a due dollari l’uno, avevano diritto ad aggiudicarsi le edizioni limitate e con la Carta Giant Eagle Advantage potevano avere lo sconto di un dollaro sul biglietto d’ingresso dell’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, città natale dell’artista. Si presentarono alla Campbell persone da mezzo mondo interessate a comprare i barattoli, esclusivi alla vendita solo nei supermercati. Nel 2006 Simon Doonan di Barneys a New York, si mise a vendere dei barattoli simili, ma con una stampa migliore a $12 l’uno per una promozione delle vacanze dal titolo Happy Andy War-Holidays! Furono venduti 30.000 pezzi. Questi oggetti sono diventati dei veri pezzi da collezione che hanno raggiunto cifre considerevoli, non certo gli 11.8 milioni di dollari pagati per la Small Torn Campbell’s Soup Can del 1962 (Pepper Pot) da Christie’s nel 2006.
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