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“E viene conservata alla stessa guisa di chi , dopo aver veduto Cartagine, se ne ricorda? No; la felicità non è un corpo e quindi non si vede con gli occhi. Forse come ricordiamo i numeri? Nemmeno: chi ha acquistato la conoscenza di essi, non cerca di acquistarla ulteriormente: della felicità abbiamo la percezione, la amiamo, eppure vogliamo raggiungerla, sempre meglio per essere felici. Come ci ricordiamo dell’eloquenza? Nemmeno; è vero che nell’udire questo termine si rammentano della cosa significata anche coloro che non sono eloquenti e pur vorrebbero esserlo-dal che si deduce che ne hanno l’idea-; ma essi hanno avuto esperienza dell’eloquenza degli altri e ne sono stati dilettati per mezzo dei sensi del corpo, e per questo ne provano desiderio; quantunque bisogna convenire che essi non vi avrebbero preso piacere se già non avessero avuto un’idea di essa, e che dal piacere è derivato il desiderio, mentre della felicità altrui nessun senso del corpo ci può dare esperienza. Forse come ricordiamo la gioia? Può darsi…….”