Mar 6 Giu 2006
WESTERN CRITIC – Omaggio a Benito Jacovitti†– di Boris Brollo
In un vecchio film Henry Fonda nella parte di pistolero rivolgendosi ad un altro pistolero dice: “ Quelli come noi non cambiano, o resti in forma o perdi colpiâ€.  Ecco ritengo che questa sia la posizione del critico oggi. Ovviamente del critico che intende l’arte come percorso spirituale personale e della propria epoca. Non tanto quindi come storico della critica. Quest’ultimo non “perde colpi†essendo esterno al duello egli è solo una comparsa un comprimario come gli spettarori del duello nel film Western.Ma i pistoleri nel mondo sono pochi, così i critici che contano, per cui misurarsi con loro diventa un grossso problema. Questi hanno mezzi, contatti, soldi, per poter mettere sul mercato quello che gli pare. Anzi sono sempre spalleggiati da qualche padrone che nascosto cresce nell’ombra e governa la città . Ne tira le redini ed il critico pistolero gli serve per tenere buoni gli altri. Allora i più bravi cercano vitto e alloggio nelle adiacenze, nelle città vicine, nelle diverse riviste ed ognuno si crea la propria fama. Ogni tanto qualche giovane inesperto si azzarda a fare qualche puntata contro nel suo territorio e viene disarmato. Mai ucciso perché non farebbe onore come invece fa onore e crea fama di magnanimità lasciar vivere. Attenzione non è il lassez faire di vecchia memoria. Qui nel Far West tutto è controllato. Quindi è previsto un potere locale costruito a macchia di leopardo, e in mezzo i giovani pistoleri possono imitare i grandi facendo le loro prepotenti e piccole scorrribande. Ogni tanto succede che fra grandi critici ci sia un diverbio con lo spostamento dei diversi piccoli pistoleri a favore di uno o dell’altro questo crea un momento di scompiglio di entropia che poi, sempre per la seconda legge dell’entropia, rientra con pacifico equilibrio.Raramente uno uccide l’altro di solito muoiono per vecchiaia e per questo è anche finito il piacere del film il Western tant’è che si dovuto inventare lo “spaghetti western†, Si è salvato come figura solo quel vecchietto menagramo che se vi ricordate aveva il ruolo di Cassandra dell’arte, e fra questi mi ci metto anch’io, in compagnia di qualche altro che scrive sulle riviste d’arte. Non facciamo nomi per non trovarci poi sfidati e magari impallinati. Ah, questa benedetta Età dell’Oro. Ma la vena si sta esaurendo da un pezzo e molto spesso come succedeva nel Far West c’erano intere migrazioni di cercatori d’oro (leggi d’Arte) che andavano per le fiere dette Saloons a comperare merce a caro prezzo che speravno di ripagare con il ritrovamento della pepita. Ma il Cattivo del Paese vigilava e imponeva i suoi prodotti. Finchè una mattina all’alba giunse Cocco Bill e ti organizzò una sfida a Kwanju, una sfida a Sharjah, una sfida, a Istanbul, una sfida a Venezia, una sfida a Praga, una sfida a Seul, una a Tirana e via dicendo (però Biennale! Eh sì, guai alla ressa!) acciocchè i critici pistoleri fossero costretti a pistolettare uno contro l’altro così finalmente si sarebbero misurati. Ne perirono molti, ma i cattivi mercanti ebbero un’idea ancora più geniale (come sempre sono i cattivi ad essere geniali mai i buoni basta leggere la Bibbia!). Ed ecco allora che i mercanti d’arte, i cosidetti Cattivi inventarono le fiere d’arte. Una qui, una lì, una più in là , come i funghi, e cosi avanti e assunsero Cocco Bill detto Buffalo Bill a ripetere le sue gesta, oramai stanche sino all’esaurimento in attesa dell’arrivo della pensione. Così calò un sipario finale con la scritta : “l’arte è un pezzo che è finita, è ora che spariamo ad altroâ€, firmato: Cocco Bill 2, la vendetta!
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