ARCHITETTURA e URBANISTICA


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Alejandro Jodorowsky: ¡Si haciendo planes para el futuro descuidamos el presente, cuando llegue el momento para calmar nuestra hambruna, en lugar de alimento tendremos que devorar el papel de esos planes! Una mujer de cincuenta años se separó de su amante porque éste tenía treinta años. Ella murió a los ochenta. Él a los treinta y uno, atropellado por un camión. A la siguiente fábula, quizás útil, me gustaría llamarla “La Tempocleta”:

El grupo de acaudalados financieros que poseía al mundo, se reunió precipitadamente en el año 2012 para tratar un fabuloso negocio. El Presidente, reveló la gran noticia: “¡Beneméritos socios: nuestros científicos han inventado una máquina económica, en forma de bicicleta, que permite viajar por el tiempo. Es fácil de armar y no costará más que una bicicleta ordinaria. Por su simpleza sólo podrá dar un salto temporal de dos mil años sin poder regresar. Todos los que viajen hacia el futuro llegarán en la misma fecha: 4012!” Prepararon una intensa campaña que cubrió de carteles el planeta: “¡Compre nuestra tempocleta! ¿Para qué permanecer en este sucio siglo? ¡En el futuro no habrá guerras, ni enfermedades, ni será necesario trabajar! ¡Se habrá conquistado la vida eterna y las máquinas fabricarán ciudades perfectas! ¡No será necesario estudiar, el conocimiento se injertará directamente en el cerebro!¡Con una tempocleta no necesitas a Dios!”… El aparato entusiasmó al planetas y como era tan barato, todos los habitantes del mundo, menos los idiotas, compraron la tempocleta para llegar al edén futuro. Familias, multitudes, hormigueros de ciclistas, partieron hacia el mundo del mañana, con una sonrisa de esperanza. ¡Dieron el pedaleo descrito en el manual y en un segundo estuvieron en el año 4012! ¡Oh, decepción!¡Oh, terror! ¡Oh, angustia! En lugar de urbes perfectas encontraron un planeta en ruinas, devorado por las malezas y poblado de ciudadanos idiotas, incultos, bárbaros, viviendo en la miseria, la insalubridad, la decadencia, cazando ratas con flechas para poder subsistir. ¡Ni una máquina, ni un nuevo edificio, ni un libro: sólo ruinas! Los crononautas se acercaron a esos primitivos para preguntarles: “¿Qué pasó en los pasados dos mil años?”. Y los idiotas les contestaron: “¡En 2012 todoz loz ziudadanoz de la Tierra la avandonaron, menoz nueztroz idiotaz antepazadoz… y komo aze ciglos ke nadien zocupa della, todo ze a combertido en rruinaz!”…

http://planocreativo.wordpress.com/2010/10/16/el-placer-de-pensar-%E2%80%93-59/

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« Di tutti quei beni che la saggezza procura per la completa felicità della vita, il più grande di tutti è l’acquisto dell’amicizia » EPICURO

 

« Senza amici nessuno sceglierebbe di vivere, anche se possedesse tutti gli altri beni » ARISTOTELE

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http://www.abruzzocultura.it/0015742_aldo-borgonzoni-nella-cultura-abruzzese-e-marchigiana-del-900/

Fra due anni, nel 2013, sarà celebrato il centenario della nascita di Aldo Borgonzoni, pittore tra i più significativi dell’arte iconica italiana del novecento, assai noto per essere stato interprete, con mirabili cicli pittorici delle problematiche sociali ed ecclesiastiche del dopoguerra. Ci si riferisce in particolare alla suite di opere sul tema delle mondine e sul Concilio Vaticano II. Il grande maestro, di cui Arturo Carlo Quintavalle ha scritto essere uno dei maggiori esponenti della pittura realista in Europa, con una singolare interazione tra espressionismo tedesco e pittura informale portata avanti dal suo amico ed estimato Francesco Arcangeli, ebbe nel dopoguerra stretti e significativi rapporti e frequentazioni con l’Abruzzo e le Marche.

Ora, in occasione della mostra “La materia nello spazio urbano” con 40 artisti, allestita da Antonio Picariello per ricordare Elio Di Blasio al Mediamuseum di Pescara di cui la nostra rivista si è occupata con un ampio servizio nella quale era stato incluso anche Borgonzoni , è maturata l’idea di proporre uno studio approfondito proprio in vista del centenario del 2013 sui rapporti di Aldo Borgonzoni con il territorio marchigiano e abruzzese. A questo proposito vanno ricordate le numerose mostre allestite al pittore bolognese dalla Galleria Margutta di Pescara, la monografia edita da Artechiara sempre di Pescara con saggi critici di Leo Strozzieri e Maria Augusta Baitello, le partecipazioni alla Biennale d’Arte Sacra di San Gabriele e alla Triennale di Celano; per quanto riguarda la Marche un interesse particolare deve essere riservato alle monografie per le edizioni Nuova Foglio di Giorgio Cegna, fondatore dell’Accademia di Macerata, ai saggi storici di Armando Ginesi, Carlo Bugatti del Museo d’Arte Contemporanea di Senigallia, e da ultimo dell’indimenticato magnifico rettore dell’università di Urbino Carlo Bo. (altro…)

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Edward Hopper

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In Italia per la prima volta il prestigioso premio internazionale per la fotografia Pictet, alla sua seconda edizione, organizzato dalla società  Pictet & Cie. dal 5 al 17 ottobre La Fondazione Forma per la Fotografia ospiterà “Earth, Terra”, una selezione delle opere dei 12 finalisti che con 29 scatti testimoniano la reale situazione della vita sul pianeta. Il soggetto del premio è la sostenibilità e si riferisce  al pianeta al  suolo su cui camminiamo e alle  “ferite” causate dall’uomo, come gli scavi delle miniere e dei pozzi petroliferi, i depositi di rifiuti a cielo aperto e dei liquami tossici, ma anche i disastri naturali, i terremoti, le epidemie, le emigrazioni forzate delle popolazioni vittime di guerre e carestie. I vincitori : Nadav Kander, fotografo britannico, per la sua serie di scatti dedicati al fiume cinese Yangtze. L’americano Ed Kashi, per  il Prix Pictet Commission, il titolo speciale offerto ad un artista tra quelli già selezionati, a cui Pictet & Cie ha chiesto di creare un corpus di lavori in regioni in cui la società sponsorizza il lavoro di una ONG. Kashi è andato in Madagascar, dove nel 2009 Pictet & Cie ha patrocinato l’organizzazione inglese Azafady.

Nicolas Pictet, managing partner della società, nel discorso di apertura dell’esposizione milanese, afferma: “Come Pictet il nostro scopo è quello di utilizzare il messaggio dell’arte fotografica per rappresentare le sfide sociali ed ambientali del nuovo millennio. Prix Pictet si è affermato non solo come uno dei più prestigiosi riconoscimenti fotografici a livello internazionale, ma è anche riuscito ad attirare l’attenzione su temi di grande importanza”. Il premio Il Prix Pictet nasce nel 2008, per volere della banca ginevrina Pictet & Cie, e in soli due anni è diventato uno dei premi di fotografia più prestigiosi a livello internazionale. La giuria è indipendente e composta da esperti e critici riconosciuti su scala internazionale. La terza edizione del Prix Pictet è stata presentata ai Rencontres d’Arles nel luglio 2010 ed i finalisti verranno resi noti a novembre a Parigi in occasione del “Paris Photo”. Il tema è “Growth, Crescita”, intesa in tutte le sue forme, dalla vertiginosa crescita delle nostre città, con la loro sempre maggiore dipendenza dalle scarse risorse naturali, alla rapida crescita della popolazione e delle sue necessità.

 Nadav Kander is a London based photographer, artist and director, internationally renowned for his portraiture and landscapes. His work forms part of the public collection at the National Portrait Gallery and the Victoria and Albert Museum in London. Kander’s work is also exhibited in numerous international gallerys and museums.

Kander’s most celebrated images include Diver, Salt Lake, Utah 1997, in which a lone women peers out into the vast lake, and his 2009 portrait of Barack Obama photographed for The New York Times Magazine as a cover feature. Diver, Salt Lake, Utah, 1997 was also the cover image for Kander’s Monograph Beauty’s Nothing.On 18 January 2009 Nadav Kander had 52 full page colour portraits published in one issue of The New York Times Magazine. These portraits (from a series titled Obama’s People) were of the people surrounding President Barack Obama, from Joe Biden (Vice President) to Eugene Kang (Special Assistant to The President). The same issue also included a series of cityscapes of Washington DC also taken by Kander. This is the largest portfolio of work by the same photographer The New York Times Magazine has ever showcased in one single issue

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Il Popolo delle carriole e gli imprevedibili effettacci collaterali di Mr. T *

 

A Pino Bertelli

compagno di strada ad honorem

del Popolo delle carriole 

 di ANTONIO GASBARRINI

A quanto ne so, Mr T, nelle sue micidiali fuoriuscite in terra aquilana, ne aveva viste di tutti i colori. Ben oltre le frequenze lunghe dell’infrarosso e quelle corte dell’ultravioletto. Nel Novecento anche lui avrebbe fatto parte di quell’inestricabile groviglio di onde elettromagnetiche e non, con l’eufonica metafora di “onda sismica”. Per gli aquilani doc, e non solo, prima di allora era stato nominato con il più realistico “tremuoto”. La cui incerta etimologia può spaziare dall’aggiornato lessico “terremoto”, ai tre movimenti (ondulatorio, sussultorio e ondulatorio-sussultorio) con cui aveva ritmato la sua infernale, sincopata danza scatenata dalle 3.32 alle 3,50 circa del 6 aprile 2009.

I  tragici risvolti umani l’ho narrati fino a pagina 239 del libro J’Accuse!!! Il terremoto aquilano, la città fantasma & l’inverecondo imbroglio mediatico del sig. b. L’ultima, la 240 ^, l’avevo volutamente lasciata in bianco. Per i tuoi appunti, amico lettore, ma anche per una felice intuizione. La storia della diaspora inferta a tradimento dal sig. b. agli ultimi discendenti intra ed extra moenia della “mangifica citade” – evocata a più riprese, nelle pagine precedenti, con i versi del cantore trecentesco Buccio di Ranallo – sarebbe continuata ben oltre la data del 23 maggio 2010.

In quell’afosa domenica primaverile il Popolo delle carriole aveva simbolicamente occupato uno dei più prestigiosi spazi cittadini sostanzialmente risparmiato dall’incontrollabile furia di Mr T: Collemaggio! Quel colle sormontante l’attigua Basilica di S. Maria di Collemaggio eretta dall’eremita Pietro del Morrone. Qui incoronato Papa sul finire del Duecento.

La giornata l’avevo fedelmente fotografata e descritta nel decimo fotoracconto incluso nell’  Intermezzo della “Cronica non rimata”. Da qui cercherò di riprendere le fila del discorso sulle avventure e disavventure del Popolo delle carriole bruscamente interrotto. Prolungandone gli esiti pararivoluzionari fino all’agostana Perdonanza del 2010. Ancora una volta, la quinta scenografica dei versi di Buccio farà da sfondo al tutto: «Dapoi che San Petro inconorato fone, / allora a Collemagio la indulgenza dunone». (altro…)

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foto Mandra Cerrone

Mauro Rea

che felicità aver rivisto Angelo Colangelo tornare sulla scena…

bellissima ….

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