ti di Net Art in ordine alfabetico per autore
Amerika, Mark
Grammatron
1997
Biggs, Simon
Babel
2001
Birgé, Jean Jaques
(con Nicolas Clauss)
Somnambules
2003
Clauss, Nicolas
(con Jean Jaques Birgé)
Somnambules
2003
Craig-Martin, Michael
16 Objects, Ready or Not
1999
Dellbrügge, Christiane
(con Ralf de Moll)
how do you feel?
2001
de Moll, Ralf
(con Christiane Dellbrügge)
how do you feel?
2001
DeJong, Constance
(con Tony Oursler
e Stephen Vitiello)
Fantastic Prayers
1995
Durier, Frédéric
Zoo (LeCielEstBleu)
2002
Durier, Frédéric
oeil pour oeil pour oeil
2000
Ford, Terri
(con Erik Loyer)
Story Problem
2003
Goldsmith, Kenneth
(con Clem Paulsen)
Fidget
1998
Graumann, Hervé
l.o.s.t.
2000
Halley, Peter
Exploding Cell
1997
Hertz, Garnet
The Simulator
1997
Hodgin, Robert
Flight404
2004
Holzer, Jenny
Please Change Beliefs
1995
Invader
Space Invaders
1999-2004
Komar & Melamid
The Most Wanted Paintings
1995-97
Lamarque, Jean-Luc
Pianographique
1999
Lawler, Louise
Without Moving / Without Stopping
1998
Lia
Re:move
2000-02
Loyer, Erik
(con Terri Ford)
Story Problem
2003
Martin, Tony
Galaxy
2003
Mullican, Matt
Up to 625
1997
Muntadas, Antonio
On Translation
1996
Muntadas, Antonio
The File Room
1994
Oursler, Tony
(con Constance DeJong
e Stephen Vitiello)
Fantastic Prayers
1995
Paulsen, Clem
(con Kenneth Goldsmith)
Fidget
1998
Rackham, Melinda
a.land
2000
Rozendaal, Rafael
Mix
Salvaggio, Eryk
Portrait of Edie Sedgwick
Simmons, Gary
Wake
2000
Vitiello, Stephen
(con Constance DeJong
e Tony Oursler)
Fantastic Prayers
1995
Walczak, Marek
(con Martin Wattenberg)
Thinking Machine
2003-04
Wattenberg, Martin
(con Marek Walczak)
Thinking Machine
2003-04
Zanni, Carlo
e~sm
2000
Febbraio 2008
Ven 15 Feb 2008
Lun 11 Feb 2008
Edoardo Sanguineti per la cartella di grafica di Ennio Di Vincenzo con una nota critica di Antonio Gasbarrini
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , manifesti/CriticaNo Comments
Tre poesie di Edoardo Sanguineti per la cartella di grafica di Ennio Di Vincenzo con una nota critica di Antonio Gasbarrini
SCRABBLE
ovvero gli scarabocchi dello scarabeo
1×8=8
scelgo un’ARA palindroma, che è povera:
calcola i punti, che cresce: e tu annovera
anche il valore delle sue caselle:
replico CARA a un po’ di ARABE belle
ammetto che mi BEO con entusiasmo:
beato è il metagramma e il metaplasmo:
è BAR, allora, cancrizzante: è BARA:
oulipoide metastasi mi è amara:
1×9=9
accetto ASTRO + NAVE: è detta, è fatta:
se, sillabando, però, contraffatta
te la trasformo in VENA, e tento un VARO,
recuperando un NOVE, e un ARO, e un TARO,
ogni confine è fratto: e un ANTRO io trovo:
nano è un NASO tra NOTE, e, NOTA, è nuovo:
accenno un AVE molto salmodiato,
voglio un VATE canoro e spettinato:
è NATA già una ROSA, un VASO è NATO:
1×10=10
apro con l’ARCO e chiudo in un BALENO,
rovescio un ORCO e un’ORCA che è OCRA: e CENO:
contamino una BARCA in un CANALE,
oppilata in un ANO assai BANALE:
bacio, ché non mi CALE, un CARO CANE:
ascolto un CORO a NOLO, e CALO LANE:
lodo un BACO e un CORANO ottavo o NONO,
evito un NARCO – un NEGRO , – un BLENO, – un CRONO – :
nutro, Ennio, una BALENA in NERO CONO:
oh, che ACRE CLONE! Io mi COLO ! io mi CLONO!
(Dalla cartella di grafica “Ennio Di Vincenzo – Edoardo Sanguinetiâ€, con una nota critica di Antonio Gasbarrini, Stamperia dell’Arancio, Grottammare).
Lun 11 Feb 2008
Giuseppe Siano:Le interviste di Tracker Art -Il cercatore d’arte Achille Bonito Oliva
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , manifesti/CriticaNo Comments
Lun 11 Feb 2008
ENNIO DI VINCENZO – omaggio all’ artista e all’uomo –
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , manifesti/CriticaNo Comments
ENNIO DI VINCENZO, Asteroide e scarabeo, acquaforte, cm. 70×50
ENNIO DI VINCENZO, Arcobaleno e scarabeo, acquaforte, cm. 70×50
(devo ringraziare Antonio Gasbarrini per avermi inviato l’opera di questo grande artista e uomo a cui tutti dobbiamo onore e rispetto per la ricerca e il senso qualitativo del mondo a.p.)
Il buon gusto della forma (moderna)
I poeti e gli artisti determinano d’accordo il carattere della loro epoca
e docilmente l’avvenire si conforma alla loro idea.
Guillaume Apollinaire
La mefitica miscela del Trash combinato con il Kitsch – vieppiù tracimante nell’ambito della pseudo-estetica contemporanea del Brutto tout- court – rende quanto mai urgente riappropriarsi di una creatività che senza nulla concedere a sterili Arcadie o a manierati “postâ€, sia nel contempo in grado di esprimere al meglio tutta la “complessa molteplicità †di un’Arte e di una Poesia ancorabili, nonostante tutto, agli effimeri, anche se spesso contradditori, anticanoni vincenti della Modernità (“ismi†in particolare, nelle infinite varianti avanguardiste e non).
Modernità sintattica, innanzitutto, sia nell’ambito visuale che letterario – com’è simbioticamente verificabile in questa originale cartella in cui le due grafiche Asteroide e Scarabeo e Arcobaleno e Scarabeo di Ennio Di Vincenzo sono perfettamente specchiabili nei “contro / versi†di SCRABBLE ovvero gli scarabocchi dello scarabeo di Edoardo Sanguineti liberamente “tratti†(il termine “ispirati†mal si adatta alla sua poetica) dalle stesse – e, perciò, modernità della forma. Ma, Il buon gusto della forma non è l’equivalente de La buona maniera della forma, connotando la parola «maniera» in tutte le sue accezioni stilistiche storicamente susseguitesi (dal Manierismo del Cinquecento come «crisi del Rinascimento ed origine dell’arte moderna», Hauser, alla corrente artistica citazionista postmoderna della Nuova Maniera degli anni Ottanta del secolo scorso).
Uno dei prototipi fondamentali de Il buon gusto della forma (moderna) nel settore letterario, può essere rintracciato nei 99 Exercices de Style di Raymond Queneau (Éditions Gallimard, 1947, tradotto ed adattato in italiano da Umberto Eco nel 1983, in cui un banale ed insignificante episodio di vita quotidiana viene reiterato 99 volte in 99 stili differenti, dalla maniera lipogrammatica alla traduzione onomatopeica, dalla lettura retrograda a quella in versi, e via dicendo). «Perché novantanove? [si chiedeva in una coeva recensione su la Repubblica Alfredo Giuliani]. Perché è un bel numero, piace all’autore della burla, forse è un numero magico» .
Il caso vuole che una serie di numeri a cominciare da 99 – numero cabalistico par excellence della città dell’Aquila dove vive e lavora Ennio Di Vincenzo, simbolo alchemico evocante le emergenze architettoniche principali della sua struttura urbana medioevale nata dalla federazione dei 99 (?) castelli, con successivo corollario più mitico che realistico delle 99 chiese, 99 piazze e 99 fontane, emblematicamente rappresentate dalla celebre Fontana delle 99 cannelle), e, continuando con i titoli matematici dati da Sanguineti ai suoi tre “ludici†interventi a rima “pressoché baciata†1×8 = 8, 1×9 = 9, 1×10 = 10 – contraddistinguano questa cartella nata sotto l’armonico segno di Pitagora (2 grafiche + 3 “a-poesieâ€).
Numeri a parte, cerchiamo adesso di individuare quale sia la regola (vincolo, costrizione, restrizione), spesso nascosta dall’inventore, com’è avvenuto nel romanzo La Disparition di Perec, in cui la sparizione si riferiva alla lettera ‘e’, mai usata nel testo (regola coincidente con la parola contrainte per dirla con gli Oulipiani francesi e gli omologhi Oplepiani italiani) , sottostante le acqueforti di Ennio Di Vincenzo e le poesie (?) di Edoardo Sanguineti.
Partendo dal motto-guida, la parole d’ordine identificante un autore oulipiano: «è un topo che si costruisce da solo il labirinto da cui si propone di uscire», possiamo subito sostenere che è il segno reversibile dell’Ut pictura poësis ad accomunare i chirurgici labirinti frattalici di Ennio Di Vincenzo e gli ironici scarabocchi dello scarabeo di Edoardo Sanguineti, per il quale «la poesia è una mnemotecnica, una tecnica del ricordo, un’arte della memoria».
A suo tempo è stato Plutarco, come ricorda Orazio, ad attribuire la famosa sentenza dell’Ut pictura poësis al presocratico Simonide di Ceo (556-368 a.C. circa), latinizzato in Simonide Melico (“lingua di mieleâ€): «Simonide – dice Plutarco – definiva la pittura una poesia silenziosa e la poesia una pittura parlante; giacché le azioni che i pittori dipingono nell’atto del loro compiersi, le parole le descrivono dopo che esse sono compiute» .
Soffermiamoci su queste “azioniâ€. Baricentro visuale decentrato, in basso a sinistra, delle due acqueforti dell’artista abruzzese – dalla prospettiva aerea del “sopra in giù’†– è per l’appunto l’insetto sacro agli egizi, con il dio sole RĀ’ effigiato anche con la sua immagine, per una semplice concordanza visuale astronomica: il moto rotatorio da E ad O, della pallottolina escrementale fatta avanzare dalle zampe anteriori, con cui si nutre l’insetto mitizzato capace di autorigenerarsi, è identico a quello (apparente, possiamo affermare dopo la rivoluzione copernicana) del sole.
E, se in Asteroide e Scarabeo è un’abbagliante, tentacolare massa bianca ad invadere quasi, un sottostante reticolo toponomastico stilizzato, in Arcobaleno e Scarabeo è la sua trasparente tridimensionalizzazione ottenuta dai millimetrici segni di bulino incisi sulla lastra, ad imprimere un realistico dinamismo all’animale.
Di converso, sul versante contrappuntistico della parola, in 1×8 = 8 Sanguineti sceglie subito un’«ARA palindroma», mentre i suoi successivi SCRABBLE, apparentemente senza senso, di fatto sembrano registrare (con non celata amarezza), il pericolo di un’«oulipoide metastasi» [«beato è il metagramma e il metaplasmo: / è BAR, allora, cancrizzante: è BARA: / oulipoide metastasi mi è amara:»]. È un po’ come constatare il pericolo di una degenerazione entropica di una vitalistica eternità , negata sia allo scarabeo che alla potenza salvifica della parola creativa “avanguardizzataâ€.
Dopo l’avvento del collage picassiano in pittura e del montaggio in cinematografia (per tutti, Le retour à la raison di Man Ray) tra gli anni Dieci e Venti del secolo scorso, il continuo “ritagliare per riassemblareâ€, caratterizza subito ed in modo determinante l’incipiente idioma della modernità .
Anche Ennio Di Vincenzo e Edoardo Sanguineti ricorrono a questi procedimenti manipolatori.
Il primo fondendo innanzitutto alcuni passaggi alchemici tradizionali e tecnologici contemporanei che daranno poi luogo alla fissazione definitiva dei suoi iperanalitici segni sulla carta: alla tradizione secolare del bulino inciso ad hoc sulla lastra (tutta la superficie rettangolare della parte inferiore di Arcobaleno e scarabeo), l’artista abbina nell’area della parte superiore altre tecniche variamente combinate con il ricorso alla eliografia prima, al ritaglio poi ed al successivo assemblaggio di una precedente sua opera (Nuvolabirinto A-Z, acquaforte del 1984), ora riproposta e risemantizzata in Arcobaleno. I due distinti fotogrammi cartesiani sono stati, infine, unitariamente riassemblati con la fotoincisione finale che ha consentito la successiva tiratura seriale con inchiostri.
Il secondo, dopo il “contro / verso†con cui apre e contemporaneamente chiude in 1X10 = 10 l’“a-poesia†[«apro con l’ARCO e chiudo in un BALENO,»] con una serie di permutazioni letterali dall’andamento surreale ed in un virtuosistico crescendo oplepliano, rovescia «un ORCO e un’ORCA che è OCRA: e CENO:», contamina «una BARCA in un CANALE,», […], ascolta «un CORO a NOLO, e CALO LANE:», loda «un BACO e un CORANO ottavo o NONO», evita «un NARCO –, un NECRO –, un BLENO –, un CRONO –:», sigillando poi il tutto con i due “non-versi†finali: «nutro, Ennio, una BALENA in NERO CONO: / oh, che ACRE CLONE! Io mi COLO! Io mi CLONO!».
Analoghe considerazioni possono farsi per l’altra grafica Asteroide e Scarabeo in cui la sottesa poetica di fondo dell’eco-artista Ennio Di Vincenzo, da sempre fortemente caratterizzata in termini non solo estetici, ma etici (“arcobalenoâ€, “asteroide†e “scarabeo†altro non sono che tre cartine di tornasole di un’unica pessimistica metafora, quella di un’incombente catastrofe umana ed ambientale d’origine subatomica,), è in un certo qual modo addolcita, in 1×9 = 9, dagli impredicibili “salti quantistici verbali†di Edoardo Saguineti: «accetto ASTRO + NAVE: è detta, è fatta: / […] / accenno un AVE molto salmodiato, / voglio un VATE canoro e spettinato: / è NATA già una ROSA, un VASO è NATO:».
I frammenti, le scaglie, gli anfratti dei labirintici segni-parola proposti nella cartella – dove gli abbacinanti bianchi di Asteroide e Scarabeo ed i fitti reticolati di percorsi senza apparente uscita di Arcobaleno e Scarabeo stanno giocando forse l’ultima partita mortale con i famelici buchi neri di tanta superficiale arte contemporanea, pronti a inghiottire persino gli ultimi raggi di luce delle magistrali lezioni avanguardiste (storiche e neo), come quella certificata qui da Edoardo Sanguineti – costituiscono anche un preveggente memento per Il buon gusto della forma (moderna): da salvaguardare a tutti i costi, ma con la stessa leggerezza praticata dai due coautori alla stregua di un Italo Calvino: «[…] ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città ; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio» .
L’Aquila, maggio 2006
Antonio Gasbarrini
Ven 8 Feb 2008
Mario Serra
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , Comunicazione , manifesti/CriticaNo Comments
tutti coloro che hanno conquistato posizioni di potere, mi hanno imposto modi e modelli di
comportamento. Mario Serra
Gio 7 Feb 2008
Gino Marotta. Trasparente / Apparente
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , Comunicazione , manifesti/CriticaNo Comments
Mostre » Gino Marotta. Trasparente / Apparente
Gino Marotta, struzzo artificiale, 1969
Gino Marotta. Trasparente / Apparente
Curata da Maurizio Calvesi, l’esposizione romana presenta, tra gli altri, i celebri metacrilati realizzati dal maestro tra gli anni ‘60 e ‘70
Le gallerie La Nuvola di Fabio Falsaperla ed Ida Benucci, in via Margutta e in via del Babuino, presentano mercoledì 6 febbraio 2008 alle ore 18, la mostra personale di Gino Marotta dal titolo “Trasparente / Apparente”, a cura di Maurizio Calvesi. In esposizione i famosi metacrilati realizzati da Gino Marotta negli anni Sessanta/Settanta, e le opere del 2003-2004 presentate per la prima volta a Roma. In via del Babuino verrà inoltre installato un fulmine di sei metri fluorescente, realizzato dall’artista nel 2006.
Tre spazi espositivi nel cuore di Roma per le opere di Marotta
L’esposizione avrà luogo in tre spazi nel cuore più autentico di Roma, tradizionalmente destinato ai maggiori eventi artistici e culturali, creando un unico percorso organico articolato in tre momenti.
In via Margutta 51/a verrà presentata un'”oasi” di sculture in metacrilato. Piccoli animali, palme ed alberi dai tipici colori marottiani, squillanti e vivaci, animeranno la sala della galleria.
Nel secondo spazio espositivo, inaugurato da pochi mesi in via Margutta 62/a, verranno invece presentate le più recenti opere in metacrilato esposte nelle sedi istituzionali di tutto il mondo (New York, Seoul, New Delhi, Karachi, Islamabad, Taipei) e per la prima volta a Roma, in una galleria privata.
Infine, all’interno della galleria in via del Babuino 150/c, animali in metacrilato dalle dimensioni gigantesche popoleranno lo spazio espositivo insieme al polittico del 1971, “Le Veneri”.
Gino Marotta, Oasi, sculture in metacrilato, 1966-1971
Esposte anche le opere delle collezioni private delle gallerie
In occasione di questo grande evento, le gallerie La Nuvola e Benucci omaggiano Gino Marotta esponendo la loro collezione privata. Verranno quindi presentate le grandi opere di Gino Marotta dagli anni Cinquanta fino alle ultime ricerche: Piombi, Rilievi e Metacrilati saranno presenti all’interno di una sala espositiva della galleria in Via del Babuino, in una sezione dal titolo appunto “Collezione privata”.
Gino Marotta, un protagonista assoluto del ventesimo secolo
Gino Marotta è uno dei più noti artisti in campo internazionale da oltre cinquanta anni. Ha partecipato a numerosissime esposizioni collettive e mostre personali, dal Palais du Louvre (4 Artistes italiens plus que Nature, 1969) alla XLI Biennale Internazionale d’arte di Venezia (sala personale, 1984). Le sue opere di pittura e scultura, spesso con sconfinamenti nel design e nell’architettura, sono conservate nei più importanti Musei, Istituti pubblici e Collezioni private sia in Italia che all’estero.
In occasione della mostra verrà presentata la monografia su Gino Marotta di Maurizio Calvesi (Silvana Editoriale).
Scheda Tecnica
* Gino Marotta. “Trasparente / Apparenteâ€
dal 6 febbraio al 15 marzo 2008
Inaugurazione: mercoledì 6 febbraio, ore 18
* Curatore:
Maurizio Calvesi
* Gallerie d’arte moderna e contemporanea La Nuvola
Roma, via Margutta 51/a – via Margutta 62/a – via del Babuino 150/c
* Info:
Tel. (+39) 06 36005158 – (+39) 06 36002190
info@gallerialanuvola.it
info@galleriebenucci.it
Galleria La Nuvola
Gallerie Benucci
Gio 7 Feb 2008
Josephine Mélé- Fifina Ragni- Omaggio –
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , Comunicazione , manifesti/CriticaNo Comments
Josephine Mélé, ovvero Fifina Ragni, di origine Italo-Turca con parentele armene, è nata nel mar Ionio, in un viaggio che la madre compì da Taranto ad Atene.
Fin da piccola mostra interesse per la pittura e la musica. A 15 anni è a Roma e studia canto, allieva promettente del Maestro Scolari, titolare dell’Accademia di S. Cecilia. Nel frattempo intensifica lo studio delÂla grafica ed infine abbandona le lezioni di canto e si dedica esclusivamente alla pittura.
Frequenta i Centri Artistici Culturali seguendo le evoluzioni delle nuove istanze figurali. In quegli anni scopre gli informali che le fanno maturare sostanziali cambiamenti, dalle tecniche tradizionali passa alla riÂcerca delle applicazioni con collage di francobolli e manifesti cinematografici.
Viveva a Termoli. Muore il 6 Feb 2008.
Dal 1947 al 1950 — Mostre Collettive e Personali a Napoli, Capri e Roma; Tra il 1954 e il 1981 — Invitata dal Centro Europeo d’Iniziativa Culturali in Roma alle Rassegne Europee di Monaco — Londra — Roma — Marsiglia — Parigi; Dal 1960 al 1978 — Partecipa alla Mostra Nazionale “Castello Svevo” a Termoli;
1961 – “Premio Michetti” — Francavilla al Mare (PE);
1967 – XXV Biennale Nazionale d’Arte “Città di Milano” — Milano;
1972 – Invitata dall’A.G.I. alla Biennale Europea del Pireo (Grecia);
1975 – XX Edizione della Rassegna Nazionale d’Arte “Castello Svevo” — Termoli; (Premio-acquisto e segnalazione di merito);
1977 – XXII Edizione della Rassegna Nazionale d’Arte “Castello Svevo ” — Termoli; (Premiata con medaglia d’oro – Ministro Mario Pedini);
1977 – Il Mostra Collettiva di Pittura — Galleria “Alcyone” — Firenze;
1979 – Mostra Personale al Centro Culturale “Diomedea” — Termoli;
1980 – Mostra Personale alla Saletta d’Arte “Filippo Palizzi” — Vasto (CH);
1980 – Partecipa in qualità di invitato alla “Rassegna d’Arte Molisiana” — Termoli;
1980 – XXX Rassegna d’Arte Contemporanea “Premio G. B. Salvi”, Università degli Studi di Urbino — Sassoferrato (AN); (Premio Medaglia);
1981 – Da giugno a settembre Esposizione “Sala Mion” (Hotel Mion Silvi Marina) (PE);
1981 – Mostre Collettive in Provenza (Francia);
1982 – Rassegna Nazionale di Pittura — Galleria d’Arte “La Contemporanea” — Genova (Premio Targa);
1982 – “Mostra d’Arte Manciano ’82” — Accademia d’Arte e Cultura “P. Aldi P. Pascucci” — Manciano (GR); (Diploma di Merito);
1982 – “VII Biennale d’Arte Europea” organizzata dal C.E.I.C. di Roma — Lussemburgo (Premio Internazionale “Coppa”);
1982 – Premio Nazionale di Pittura e Scultura “Trofeo Luigi Vanvitelli” — Caserta (Premiata con Targa e Diploma); 1983 – Rassegna Nazionale di Pittura — Galleria d’Arte “La Contemporanea” — Genova (Medaglia d’Argento); 1983 – XIII Rassegna d’Arte Contemporanea Primavera — “Premio Internazionale Bonn 1983” Repubblica Federale in Germania (Premiata con Coppa “Stadt Bonn” su speciale segnalazione della Critica); 1983 – Mostra Nazionale di Pittura a Bianco e Nero “XV Premio Primavera” — Foggia (Medaglia); 1983 – Il Rassegna Nazionale di Pittura 1983 “Du Parc d’Oro” — Torino (Premio-acquisto);
1983 – V Edizione “Mostra d’Arte Manciano ’83” — Manciano (GR);
1983 – XXX Manifestazione d’Arte “Culture Day / 1983 — Tokyo (Giappone), Organizzazione C.E.I.C. di Roma; 1983 – Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea “Artexpo Texas” — Dallas / USA;
1983 – Esposizione Permanente per l’anno 1983 al Palazzo delle Manifestazioni — Salsomaggiore (PR);
1983 – 8° Concorso Nazionale di Pittura “Cristoforo Marzaroli” — Palazzo dei Congressi — Salsomaggiore Terme (PR); (Premio del Banco di Roma);
1983 – Mostra Collettiva — Galleria d’Arte “Centro Storico” — Firenze;
1984 – Invitata dal C.E.I.C. alla Mostra di Los Angeles in occasione dei XXIII Giochi Olimpici
Mer 6 Feb 2008
Lun 4 Feb 2008
Mario Serra, “Le figure sono Ombre” – Archetyp’Art Gallery –
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , Comunicazione , manifesti/Critica1 Comment
Dom 3 Feb 2008
cupola
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , Comunicazione , Fotografia , manifesti/CriticaNo Comments