Luglio 2009
Mer 8 Lug 2009
Dom 5 Lug 2009
Scatti di Guerra. Lee Miller e Tony Vaccaro dallo sbarco in Normandia a Berlino
Posted by Antonio Picariello under arte/teatroNo Comments
a cura di Marco Delogu e Umberto Gentiloni
con il generoso contributo di Reinhard Schultz (Galleria Bilderwelt)
3Â luglio – 30 agosto 2009
http://www.scuderiequirinale.it/canale.asp?id=789
Â
Tony Vaccaro,  Fotografia e Umanità , Wonderful
di Antonio PICARIELLO
A Mar del Plata mi regalò la sua sciarpa dupleface, seta e lana, per confortarmi e proteggermi dalla lama tagliente del gelo stagionale nel magnifico paese del tango. In Italia avevamo lasciato il sole mediterraneo dell’estate. Mi ero anche informato tramite internet, che nel ‘97 non aveva ancora esploso la sua vocazione di globalità diffusa e di strumento di massa, sulle condizioni climatiche che avremmo incontrato in Argentina. Avevo stampato i risultati passandoli in visione ai compagni di viaggio ( alla commissione Tangere, Molise in Argentina) e tutti, per presa consapevolezza, avevano infilato nelle valige almeno un cappotto e qualche maglione invernale. Io no. Ipnotizzato dall’idea di presentare Tony Vaccaro, Ubaldo Di Nezza e i Fratelli Trombetta nella magica villa “Victoria Ocampoâ€, mi ero imbarcato con una giacca e qualche abito estivo. Si sarà trattato, forse, di una leggera forma di sopravvenuta follia, ma all’aeroporto di Buenos Aires, dopo molte, affaticanti, ore di viaggio, mentre fissavo allucinato il colore insalubre del fiume Uruguay, avvertii i primi sintomi di scricchiolamento delle ossa, e da li cominciai a soffrire il  freddo polare che mi ingessò per tutto il tempo di permanenza in Sud America. Tony Vaccaro mi venne in soccorso con amorevole umanità e straordinaria amicizia. Nacque, tra noi, una confortevole solidarietà empatica, dovuta forse, alla condivisione della stessa data di nascita nel giorno e nel mese, o ad una raffinata intima sacralità che ognuno si porta nell’anima e nel modo di guardare il mondo. Fatto sta, che come già altre volte mi è capitato di dichiarare e scrivere, in Tony Vaccaro trovai le qualità più apprezzabili che si possano trovare in un uomo e in un grande, esclusivo, artista. Da allora ci siamo rincontrati altre volte; sempre con la stessa intensità di gioia e di riconoscimenti umani. Ultimo, la mostra a San Giuliano Di Puglia nel primo anno dell’anniversario della “catastrofeâ€, dove le immagini fotografiche di Tony Vaccaro, i ritratti di grandi personaggi da lui immortalati, per stile e sapienza “divinaâ€, nell’espressione di un attimo sottratto alla normalità del mondo, posavano, come frutti di un albero della vita ( della genesi e della conoscenza), nella rappresentazione di immagini fotografiche pendenti dai rami di un ulivo la cui ombra, proiettata su un grande telo bianco, raccontava, ieraticamente, il simbolismo rappresentativo di cosa sarebbero potute diventare nella loro vita, se avesse avuto una profezia di continuità , al pari dei personaggi universali deificati nella loro semplicità dalle fotografie di Tony Vaccaro, le anime delle giovani vittime molisane. Kennedy, Anna Magnani, Sofia Loren, Picasso, Le Corbusier, Marcel Marceau, Peggy Guggenheim, Wright, Ernst Pollock, Chaplin, erano solo alcuni, di quei “frutti pendentiâ€,  che Tony Vaccaro ha incontrato lungo la sapienza artistica della sua vita. Il suo istinto gli fa sentire l’attimo, la sua vocata predisposizione naturale per la documentazione agli dei, gli permette di sottrarre impossibili “Carpe Diem†dalle spirali dell’oblio, e le immagini che l’artista coglie, che Tony Vaccaro eternizza, diventano poetico linguaggio per comuni mortali e soggetti di catarsi per sensibili e silenziosi visionari. Ma la vita di Tony Vaccaro che (non pò fermarse) racconta, già di per sé, la forza passionale di una trama letteraria vicina alla potenza espressiva di un Lev Tolstoy. Tony Vaccaro é una reale icona della storia italiana d’America che ha incaricato la macchina fotografica, partendo originariamente da un’ “ARGUS C- 3,35 mmâ€, al prezioso compito di segnare la sua memoria umana, narrando e rilevando, fotogramma dopo fotogramma, gli eventi “incantati†del pianeta. Bambino orfano molisano fotografa, con il solo sguardo della memoria, l’attimo in cui la bellissima madre cade, morendo, accanto alla culla d’infanzia in una stanza di una solitaria luce di Bonefro. Soldato reporter che ritorna nei luoghi segreti della morte dove giace, sepolto dalla neve, il corpo del suo amico scomparso in un agguato, e lo riporta all’umanità ,  carica di dimenticanze, nell’immagine tagliente di scorci di forme e panni scuri che tratteggiano il fuoco abbagliante della chiarezza della neve. Fissa l’obiettivo sul tragico momento del ritorno di un soldato sui resti della sua casa distrutta dalla guerra. La disperazione diventa preghiera e la postura del giovane, innocente guerriero, traccia nello spazio e sull’argento della pellicola, una lettera sublime che dice, in qualche modo, si ritornerà a vivere e a ricostruire la vita. Una vita che, come lui stesso racconta, come è nel linguaggio sincero di Tony Vaccaro, ricomincia in solitudine da una stanza di una città tedesca, approcciando, lentamente, con calma, poco a poco, alla fiducia di uomini donne e bambini della seconda guerra mondiale, che avevano negli occhi e nel cuore l’odio profondo per i vincitori americani. E sono ancora le immagini a svelare la magia di questi accadimenti, immagini organizzate a sequenza temporale nel suo magnifico libro, “Entering Germany 1944-1949â€. Ma ecco cosa era quel clima macabro e infernale dell’immediato dopoguerra tedesco. “Dentro le case faceva freddo, per le strade era buio. Solo uno su tre lampioni era accesso, da due terzi erano state tolte le lampade e sembravano soldati decapitati in marcia lungo la strada.[…] La città era piena di mutilati e lungo i marciapiedi si era assediati da mendicanti che non supplicavano, ma pretendevano. Ricordi la piccola tragedia grottesca del lardo americano? Non so più se lo avemmo in dono dagli Stati Uniti o se lo dovemmo pagare in oro. Comunque era giunto, questo lardo salato, in un paese che da anni non vedeva grassi. Suppongo che gli americani, avvezzi a mangiare il loro lardo alla prima colazione, avessero avuto l’idea spiritosa di mandarne una quantità in Germania per largirci anzitutto quel nutrimento che a loro era indispensabile. Era anche l’unico a prezzo accessibile e venduto senza restrizione. Ma, dio buono, quanto odio per gli americani suscitò! Il loro lardo non aveva la minima affinità con il nostro. Prima di arrivare fino a noi era diventato rancido ed era più salato del Mar Morto. Forse eravamo noi incapaci di conservarlo, essendo privi di frigoriferi sia nelle ferrovie, sia nei magazzini e tanto meno nelle case private. I milionari forse possedevano il fantastico lusso di offrircelo, ma i milionari non avevano bisogno di mangiare quel lardo ripugnante. Diventava di giorno in giorno più rancido; non sapevamo che il lardo si potesse arrostire, nessuno ce lo disse, e lo facevamo bollire, mandandolo giù a grossi bocconi. Poi a qualcuno venne l’idea di conservarlo nell’acido borico. Acquistò un gusto infernale; noi lo mangiavamo, poi lo rigettavamo maledicendo gli americani.†(V. Baum, Marion, 1947). Tony Vaccaro molisano, era uno degli americani. Aveva sofferto e conosceva il dolore. Aveva imparato a correggerlo e così insegnò ai suoi nemici tedeschi il ritorno alla vita. Ogni premio e riconoscimento ricevuto, e sono tanti e di altissimo prestigio mondiale, non potrà mai soddisfare l’immagine segreta del fotografo che ci dice il gusto della bellezza e dell’armonia che suona silenziosa, come una giacenza divina in attesa di rinascita, tra le molecole della disperazione e della inumana guerra. Speriamo, grazie anche a queste immagini e al racconto Wonderful di Tony Vaccaro, di non doverla mai più avere nelle nostre cellule e nella memoria collettiva che ogni giorno costruiamo, inconsapevoli e distratti, con le nostre abitudini quotidiane e i nostri sguardi persi nell’attesa di un tram o di un panino prima di ritornare nelle pieghe subliminali del lavoro. (pubblicato su Primo Piano molise ribrica fluido celeste 20/10/2006)
(note redazionali: chiunque voglia tradurre il testo in altre lingue può inviare gli elaborati al sito. Verranno pubblicati con il nome degli autori – e loro profilo professionale se lo desiderano - le migliori traduzioni. a.p.)
Gio 2 Lug 2009
angeli e madonne sconosciute al mondo H. Manzan
Posted by Antonio Picariello under arte/teatroNo Comments
Mer 1 Lug 2009