Transavanguardia e Transrealismo
Pino Blasone
Nella storia dell’arte, “Transavanguardia” e “Transrealismo” sono definizioni che rimandano a movimenti o tendenze recenti, e che possono suonare simili se non altro per la presenza dello stesso prefisso al loro interno. In realtà, il prefisso “trans” è inteso alquanto diversamente nei due casi: in quanto “attraversamento” e quindi rivisitazione retrospettiva – sia pure aggiornata – delle forme espressive adottate dalle avanguardie artistiche del ’900, nel primo caso; in quanto tentativo di spingersi “al di là” o “oltre” la visione della realtà corrente, nel secondo caso. In entrambi i casi, il tendenziale ritorno a uno stile figurativo è sensibile. Tuttavia, nel primo caso ciò si attua nell’ambito di quello che in un raggio internazionale è stato chiamato Neo-Espressionismo; il superamento dell’operato delle avanguardie è comunque rivolto a un passato e ha come riferimento uno o più movimenti artistici. Nel secondo caso, il termine di riferimento principale è il reale stesso; e la trasfigurazione della realtà è calata in un presente che è orientato verso il futuro o è esso stesso già futuro, nonostante che volentieri possono individuarsi precedenti nel Neorealismo italiano, o nel Surrealismo e nell’Iperrealismo in ambito internazionale. Notoriamente, mentore e artefice della Transavanguardia italiana è stato il critico d’arte Bonito Oliva, già negli anni Ottanta del secolo scorso. Per quanto riguarda il Transrealismo, l’origine è più complessa. Esso nasce negli U.S.A. più o meno nello stesso periodo, varato in ambito letterario dallo scrittore Rudy Rucker. Solo in seguito esso investe le arti visuali, diffondendosi lentamente e variamente in Germania, in Spagna e in Italia. Nel nostro paese, il primo critico a teorizzare tale tendenza è stato Antonio Gasbarrini analizzando l’opera di Francesco Guadagnuolo, primo artista ad aderire a essa, nel primo decennio del secolo ormai inoltrato…
Antonio Gasbarrini
«La transrealtà di Francesco Guadagnuolo, ancora prepotentemente fisica nei materiali usati (carta, colori, radiografie), anche se mentale per le implicazioni progettuali evidenziate, non può peraltro essere ricondotta nell’etereo alveo della realtà virtuale: l’attraversamento e l’oltrepassamento estetico delle varie modalità espressive (fotografia, scrittura, pittura, grafica) non è, infatti, ottenuto con il tromp l’oeil di una sterile ibridazione formale, stilistica o tecnico-multimediale, ma dalla manipolazione genetica delle più vitali cellule dell’arte-poesia contemporanea. […] La scienza, dall’altro rende sempre più intrigante l’approccio estetico con una realtà fisica e microfisica in continuo divenire, grazie agli slargamenti concettuali favoriti dalle scoperte scientifiche, ma con evidenti ricadute negative esistenziali fattesi viepiù problematiche. La visionarietà, è risaputo, è figlia della mantica e della follia, ma anche l’unica via d’interpolazione prescientifica ed ultra-scientifica tra noi e la realtà: ed un artista a tutto tondo come Francesco Guadagnuolo ce ne dà una mirabile versione».

Guido Ballo

Alle neo formulazioni realiste, all’astrattismo ed alla Nuova figurazione Guadagnuolo infonde un suo originale dinamismo espressivo e intellettuale che rende la sua pittura densa di significati: una vera “pittura di idea”, e mai di sola pura astrazione. Tutto ciò è dovuto alla forza del contenuto, che rivela una certa contiguità con alcune avanguardie vicine al vitalismo, all’action painting e alla poetica del gesto. Un’importante nota distintiva della creatività di questo artista è, infatti, un’accentuata empatia con il vitalismo, e quindi una sua concezione dell’arte come sintesi. Concezione che gli permette il superamento dell’antitesi fra l’espressione figurativa e quella simbolica, anche se la sua cultura umanistica e l’ispirazione spesso letteraria lo conducono verso una forma di astrattismo concettuale che si manifesta, ad esempio, in opere basate sull’inserimento graficizzato di scritture prosastiche e poetiche, di spartiti musicali e formule scientifiche (quasi sempre autografe degli autori).
Transrealismo: l’unico vero linguaggio del mondo.
www.fulviobongiorno.it
(da “Le Scienze”)
Che dire dei triangoli? Delle curve, dei grafici, delle formule?
Sono realismo vero, ma lasciano aperti spazi della fantasia. Di più: quello di esperienze che non si fanno attraverso i sensi. Esperienze mentali collegate di più alla sfera emozionale che non a quella razionale, che tuttavia coesistono nell’unità del sentire di ognuno di noi.
Amigdala e Bozze frontali.
Sui triangoli che si può dire?
Forse un’allusione alla visionarietà di Pitagora che scopre il suo celeberrimo teorema già più di duemila anni fa.
(da Roma orientale, di F.B.) Erano approdati nel VI secolo a.C. nel tempo in cui lo scultore Ghenelèos preparava, con i sei blocchi di marmo poggiati sulla spianata dell’Eraion, un gruppo di sei grandi figure, i membri di una famiglia, da sistemare lì, nell’area del tempio di Era. All’epoca, riportano le cronache, durante la festa per l’apertura della strada carraia lastricata a pietra, tra la cala grande del Sud–Est, dove sorgeva l’antica città di Samo, e la marina del tempio, nel punto di confluenza con la via, sterrata in parte e in parte erbosa, che scendeva a mare dalla bocca di Éupalinos, un giovane uomo si fece dentro a un cerchio di anziani che seguivano a distanza ravvicinata Policrate e i suoi dignitari. Erano barbuti e togati, pensatori e filosofi si sarebbe detto. Al centro, il giovane Pitagora, imponente tuttavia. Davanti a lui lo scultore s’inginocchiò, porgendo una piccola pietra levigata con alcuni segni incisi, e disse,
«Sommo Maestro, ecco i miei numeri, le misure dell’ultimo pezzo a cui si lavora a Eraion. Suggerisci una formula che dia alla mia creatura l’eternità».
Nel XX secolo, gli scavi nella piana del tempio hanno riportato alla luce la scultura. La bella Ornite, una delle tre ragazze del gruppo, è stata trasferita al Pergamon Museum di Berlino, dov’è tuttora.
Einstein … (Vale più la fantasia della conoscenza)
I grafici … (La fatica del salire, lungo le curve con forte pendenza, la velocità della luce: è irraggiungibile?)
(da Naufragi, di F.B.) Maestoso, si diceva Simone, questo complesso, all’epoca in cui il Colosso era una delle sette meraviglie. Il luogo per certo era un ombelico del mondo. Defilato nella conca mediterranea, antipodale alle colonne di Gibilterra, che allora costituivano i confini del mondo. La Terra di cui si era allora in potere, era la spianata circolare del sistema di Tolomeo. Poi era stata la volta del limite, invalicabile a lungo, dell’indivisibilità dell’atomo. Al momento, si diceva Simone, si era prigionieri dentro la scorza del visibile, governati dall’inviolabilità della velocità della luce.
Misure, onde, numeri. CD: contenuti digitali.
Forme.
Colori, tonalità differenti che si accostano, si sovrappongono, contrastano tra loro. Si sentono vibrazioni, inquietudine.
Le misure, le forme sono rappresentate.
L’inquietudine no. Ma c’è. È vera: transreale, ma vera altrettanto che il reale.
Il mondo.
Le sue rappresentazioni.
Le leggi della fisica: le formule, i grafici, le evoluzioni.
La massa nella Relatività.

Le particelle sub-atomiche.
La velocità del neutrino
Tutto è reale, ma non tutto è concreto.
Il Tempo.
(da Universi paralleli, di F.B.)
Huajira fece per ravviarsi un ciuffo di capelli che era stato preso dal vento, ed aveva in viso, così videro le compagne, un leggero sorriso; e, in verità Huajira aveva anche ritrovato un pensiero d’amore per lui, Akiba, che se n’era andato via, come le sembrava di poter realizzare.
“ Cos’è viaggiare nel tempo? Che parti e poi ritorni, nel momento stesso in cui sei partito? ”
“ Magari ! … ”
“ Ma, allora? … ”
Era bella Huajira la faccia larga, ma di un bell’ovale. I capelli neri, corti, all’altezza di metà orecchie, lasciavano scoperti i bei lobi piccoli e disegnati, alta come lui e belle forme, definite, ma tutt’altro che volgari.
“ Come mai la pelle delle tue guance è così chiara, è la tua tribù …? ”, interrogò lui.
Lei rise, si passò l’indice sulla faccia e glielo mostrò,
“ Non vedi che mi sono truccata con polvere di luna. Sai, una specie d’incantesimo, per farti innamorare … ”
“ Non credo, però, sia stato solo per questo che io … ”, diceva impacciato Akiba, ma lei ritornò al discorso interrotto.
“ Allora, cos’è astronauta? ”
“ Una persona che passa da uno all’altro di universi paralleli … ”
“ Cosa sono gli universi paralleli? ”
“ I mondi da dove potrei, domani, ritornare da te, capito? ”
“ E che bisogno hai di passare ad universi paralleli? Non è più semplice che te ne stai fermo qui fino a domani, senza partire, se è con me che vuoi restare? ”
Non faceva una piega.
Ma il tempo che cos’è? Con quale senso lo possiamo percepire? E la Natura?
(da ASTRONAVI di F.B.)
La Natura
non conosce il tempo.
È tutta,
nei siti dell’universo,
contemporanea a se stessa,
aggrovigliata
con la vita.
E a noi sono stabilite,
una alla volta,
pagine a sorpresa.
Ecco una suggestione: le nostre giornate non sono situate l’una dopo l’altra, secondo un ordine prestabilito (il tempo), ma sono pagine a sorpresa che ci vengono date in dono.
L’uomo, le città, le piante, i progetti.
Le linee di livello: un’altura, una montagna?
Tutto è vero.
Non un accostamento, nessuna cesura.
È che il linguaggio dell’arte è uno e non conosce barriere di contenuto o di forma.
Ma lo stesso vale, credo e spero, per il linguaggio dell’uomo.

Alla fine degli anni ’70 e nei primi anni ’80 il critico Achille Bonito Oliva, rivalutando le tecniche pittoriche tradizionali, definì Transavanguardia l’approccio figurativo di uno stile neo-espressionistico. Con la ripresa della pittura degli anni ’80 e con l’avvento della nuova cultura metropolitana negli anni ’90, Francesco Guadagnuolo spinge la ricerca artistica iconografica oltre l’installazione, verso la contaminazione.
Gli elementi pittorici, i cromatismi cortocircuitano con le impressioni letterarie e musicali, trasfigurando il realismo in immagini dalla leggibilità spiazzante, carnali e ad un tempo di struggente spiritualità: come le pagine di Bret Easton Ellis e William S. Burroughs, o come le opere rock di Lou Reed (le cui frequentazioni con i maggiori pittori newyorchesi dei Sixties sono ben note.