Sab 13 Ott 2007
Andreas Gursky / Bernd Becher
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , FotografiaNo Comments
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Scomparso il tedesco Bernd Becher fotografo della Nuova OggettivitÃ
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Il fotografo tedesco Bernd Becher è morto a 76 anni, in un ospedale di Rostock, in seguito alle complicazioni di un intervento chirurgico. Becher era considerato il maestro della fotografia industriale e capofila, con la moglie Hilla, della corrente della «Nuova Oggettività ». Era professore di scultura all’Accademia di Belle arti di Düsseldorf e, sempre insieme alla moglie, aveva dato vita alla «Scuola Becher», caratterizzata da una fotografia documentaria realista relativa soprattutto a edifici industriali. Tra i suoi discepoli Thomas Struth, Thomas Ruff e Andreas Gursky. Esposte nei principali musei d’arte contemporanea del mondo, le sue immagini hanno fruttato a Becher prestigiosi premi: il Leone d’Oro della Biennale di Venezia nel 1990, il Premio Erasmus nel 2002 e il premio Hasselblad nel 2004.
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Andreas Gursky
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Dimensioni gigantesche, ricchezza di dettagli, colori saturi, piani schiacciati, luce diffusa ed elaborazione digitale sono alcuni degli elementi che compongono i lavori di Andreas Gursky, considerati tra i più originali degli ultimi decenni.
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Un intero universo è racchiuso in una sua inquadratura. Il fotografo tedesco dal 1990 ha focalizzato la sua attenzione sul mondo contemporaneo, consumistico e tecnologico, costituito da enormi edifici industriali, aeroporti, banche, alberghi, magazzini, serate rave ed eventi sportivi. La presenza dell’individuo all’interno di tali strutture è silenziosa e il suo anonimato è ulteriormente accentuato dal contesto impersonale che lo circonda. L’essere umano, dai contorni precisi, è perfettamente leggibile ma non identificabile. Così, finisce per perdere la sua forza nell’immensa macchina commerciale, industriale e tecnologica, mentre la sua esistenza, inserita in una nuova gerarchia ambientale, appare fortemente banalizzata.
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Nato a Lipsia nel 1955 e cresciuto a Düsseldorf, Gursky è stato introdotto alla fotografia dai genitori, proprietari di uno studio. Allievo all’Accademia d’arte di Essen, successivamente si iscrive alla scuola d’arte di Bernd e Hilla Becher a Düsseldorf.
Questi due fotografi, da quasi 40 anni, si concentrano sull’architettura industriale in Europa occidentale e Nord America e il loro lavoro è un vero e proprio inventario di edifici industriali di varia natura: abitazioni, serbatoi di acqua, raffinerie, gasometri, cisterne, silos e fornaci. Artisti come Thomas Ruff e Thomas Struth si sono formati nella scuola dei Becher, i cui insegnamenti sono stati accolti dai movimenti dell’arte concettuale e minimalista.
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Andreas Gursky, pur assimilando le visioni dei suoi maestri, acquista però una sua autonomia interpretativa, utilizzata per analizzare le strutture che più condizionano l’esistenza quotidiana dell’uomo. In seguito lascia Düsseldorf per cogliere gli spazi infiniti delle metropoli tra cui il Grand Hyatt Park di Hong Kong, la galleria Matthew Marks di New York, la Borsa di Tokyo, la vetrina di Prada a Parigi, e il Bundestag a Bonn, ricorrendo, senza intaccare le caratteristiche della stampa fotografica, alle manipolazioni digitali.
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