Ven 4 Set 2009
NMacolino arteteatro + manzoni in trasparenza
Posted by Antonio Picariello under arte/teatroNo Comments
http://www.gianruggeromanzoni.it/
…il Centro di Ricerca Culturale ABRAXAS si occupa, da oltre un decennio, della cura e della realizzazione di rappresentazioni attoriali, principalmente, e poi di iniziative editoriali, opere cinematografiche, eventi di convegnistica e seminaristica, happening, cura di mostre d’arte, ecc. improntata sulla continua sperimentazione stilistica e poetica dei diversi linguaggi d’arte . Oggi, la parola ABRAXAS riecheggia a pieno titolo nella mente, in un panorama non più solo molisano, di chi ama il teatro, un teatro che si proietta in una ricerca di “contaminazioni†artistiche. L’idea della sua creazione come è stata concepita? E come mai proprio quel nome?
Fondare ABRAXAS, come un po’ tutte le idee folli, è stata concepita con un mix di esigenze pratiche, ambizioni, necessità . E il nome prende spunto da un Dio gnostico di origine asiatica. La cosa che forse non è chiara a tutti di ABRAXAS è che non è un’associazione con il tipico impegno da dopo-lavoro, ABRAXAS è una piccola impresa, con un suo fatturato (purtroppo ancora risicato) con sue maestranze, con persone che lavorano in maniera esclusiva e a pieno titolo solo a questa attività . Devo dire che questo è un aspetto che fa la differenza rispetto a qualsiasi altra associazione presente sul territorio, sia (mi si lasci la presunzione) in termini di risultati concreti dell’attività (cosa che viene generalmente riconosciuta), sia in termini di status nelle priorità con gli enti istituzionali (cosa che invece è più difficile da farci riconoscere).Â
Ci spieghi meglio
Immagini che in un paese esistano due intagliatori di legno. Uno che lavora solo il sabato per fare le bomboniere per i matrimoni e qualche soprammobile, l’altro invece lavora tutta la settimana fregiando mobili, restaurando statue, ecc. Il lavoro del primo è niente male, abbastanza economico e anche apprezzato, è il lavoro di un ottimo amatore, con il suo talento, ma anche con le sue ingenuità ; mentre il secondo è un intagliatore che vive nel legno e per il legno, che popola i suoi pensieri quotidiani solo su come migliorare le sue opere e come sistemare la segatura che sta riempiendo la bottega. Capita un giorno che la chiesa del paese ha bisogno di un nuovo altare ligneo, secondo lei i due dovrebbero avere la stessa considerazione nel chi deve realizzare l’opera? Chi dei due dovrebbe creare gli scranni? Chi rivestire l’organo? La risposta dovrebbe essere abbastanza scontata, ma qui da noi spesso non lo è, tutto il lavoro verrebbe diviso equamente tra i due intagliatori.Â
Quali i progetti a cui sta lavorando ABRAXAS ?
Attualmente l’impegno maggiore è quello di veicolare l’ultimo spettacolo prodotto, “il sonno di Macbethâ€, in alcuni festival e circuiti teatrali di riferimento. Nel frattempo c’è in cantiere un progetto teatrale sull’ Acqua.
Jeffrey Hatcher, drammaturgo e didatta statunitense dice “ Credo che ogni buona opera teatrale contenga segreti, sesso, amore, denaro, potere, idee, la potenzialità del delitto, la possibilità della morte e una certa qualità teatrale. Credo che ogni buona opera teatrale tratti della natura umana e delle domande più profonde della nostra anima…†Un commento.
Il teatro genera domande, da risposte.. non lo so. Credo che questi aspetti li possa cogliere lo spettatore, chi fa teatro, chi ne è immerso non vede altro che la necessità della rappresentazione, non cerca altro che mettere sulla scena le sue pulsioni profonde, in scena il suo inconscio, questo chiaramente porta a trattare dell’inconscio collettivo, ma è una conseguenza, non una causa.
La sterilità , l’impotenza, argomenti che emergono chiaramente nell’opera “ Il sonno di Macbethâ€, in fondo lei li affronta, anche se in misura diversa, in qualche altra sua rappresentazione…, allorquando inscena un grosso fallo come avveniva nei villaggi greci per esorcizzare l’impotenza ed altre situazioni sgradevoli legate al sesso. Dunque, quelli del sesso, della virilità , dell’impotenza, dell’infertilità sono dei temi pregnanti nel suo cammino artistico-teatrale?
La sterilità della terra, dei rapporti umani, delle energie, del sole, sono il vero percorso che il mondo sta intraprendendo. Stiamo rendendo tutto freddo, glaciale e brutalmente tecnico. Tutto, per essere controllato, prevedibile, diventa sterile, questa è la visione verso cui ci sta portando la modernità . La sterilità e l’impotenza sono temi quanto mai planetari che riguardano la natura della società .
Il teatro, con la tragedia, rappresenta forti , sconvolgenti passioni che dilaniano l’animo. Lo spettatore, immedesimandosi, è come se attraversasse questa tempesta di passioni, la superasse, elevandosi al di sopra di essa,  e quindi si purificasse. Questo sembra essere secondo l’estetica di Aristotele. E’ forse per sortire questo effetto che lei nei suoi spettacoli consente allo spettatore di prendere parte, interagendo con le sue creature, uomini e macchine affinché formi un’unità indistinta e pulsante? Non solo, lo spettatore da fruitore a soggetto dell’opera d’arte?
Questa è una grande legge del teatro, e Aristotele in questo senso è quanto mai attuale. Tuttavia, come ho detto prima, chi fa teatro non “pensa†a questo meccanismo, lo crea semplicemente, senza raziocinio, perché è l’essenza stessa del teatro, quindi se si fa Teatro si genera questa immersione/elevazione dell’inconscio dello spettatore.
Il bianco, e in special modo, il rosso, squarciano di sovente il nero tenebroso. Nella sua poliedricità  espressiva perché questi colori, e cosa evocano?
Bianco in francese si dice blanche, nero in inglese Black. Alcuni etimologi ritengono che pur appartenendo a due ceppi linguistici diversi, hanno la stessa radice, che significa “senza coloreâ€. In questo il bianco e il nero sono fratelli stretti, sono gemelli che danno il senso di una loro estraneità dalla vita terrena (non a caso sono spesso il simbolo del conscio e dell’inconscio). Il rosso è l’emblema del sangue, delle passioni, della vita dell’uomo. Sopra la dimensione eterea ed estranea del bianco e del nero, si innesta, la pregnanza pulsante della vita.
Mosè, Platone, Dante, che influenza e fascinazione hanno avuto sulle sue diverse forme di produzione artistica ?
Mosè sicuramente, nel film colossal anni ’70 quando apre le acque e sembra posseduto, Dante per il naso aquilino niente male. Platone invece parla di empireo, della perfezione dell’eros, e di idee immanenti, chiunque fa arte fa un omaggio a Platone.
Qualche giorno or sono, le agenzie di stampa battevano la notizia: Contro la crisi l’arte tira. In piena débacle finanziaria, contrariamente alle previsioni, vi è stato un incremento delle vendite d’arte. Lo affermano gli esperti e lo confermano i dati: all’asta londinese del 5 febbraio è stato collocato circa il 96% dei lotti presentati. Secondo Sotheby’s Italia c’è stata una ripresa rispetto all’anno precedente : il 4% in più. Cosa ne pensa? Forse sculture e quadri sono considerati innanzitutto investimenti sicuri, che non corrono il rischio di svanire nell’aria, o sono sottese alle esagerazioni: smania di possesso, ricerca di riconoscimento sociale, potere del brand ?
Una volta si diceva che l’arte era come una puttana, visti i tempi si può dire che sia come una escort (costa semplicemente di più).
L’ arte contemporanea, di cui lei è un creatore, fa discutere. Le valutazioni hanno preso una corsa al rialzo senza fine. Creazioni oscure e spesso scandalose, di difficile interpretazione, raggiungono quotazioni stratosferiche. Aspirapolvere sotto vetro, squali in formaldeide, medicinali allineati in bacheche. Secondo Robert Hughes, scrittore e opninionista di Time, tutta colpa di uno scenario malato, manovrato da società come Sotheby’s e Christie’s, impegnate ad alimentare un << panorama di stupidità umana, spazzatura e volgarità >>. Condivide?
In effetti è una escort anche meno avvenente della puttana di cui sopra…
Torniamo al teatro. In alcuni suoi spettacoli ha citato, proiettando alcune scene del capolavoro “2001 Odissea nello spazio“, il regista Stanley Kubrick. In che misura lo ha plasmato? E a quali altri registi si ispira idealmente?Â
Il cinema, nella mia formazione è molto importante, forse più del teatro. Nel senso che ho preso sempre molto da registi cinematografici che da autori specificatamente teatrali. Kubrick, come Lynch, Greenaway e altri, appartengono a quella categoria di “Visionari†sicuramente responsabili, in bene o in male, della mia poetica.
 Anton Cechov è vivo non perché descrisse così precisamente la vita e gli uomini del suo tempo, ma perché ha colto aspetti eterni, peculiarità assolutamente irrisolvibili dell’anima e della natura umana. Lo ha affrontato come regista?
Non conosco il tipo, magari cerco qualcosa su google… grazie per la segnalazione.
Come considera il panorama teatrale italiano attuale?
Deturpato da ecomostri
Oggi appare quasi anacronistico parlare di classi sociali. Lei che appartiene al proletariato, crede che stia insegnando, attraverso le tracce della sua arte, qualcosa alla borghesia?Â
Io appartengo, come molta parte dei santacrocesi, ad una specie di èlite del proletariato. La generazione precedente ha avuto la capacità di progredire economicamente con il lavoro e con il risparmio, e ha avuto la capacità di preservare i valori tradizionali pur riuscendo ad evolversi nella modernità . Credo sia un motivo di orgoglio per l’evoluzione della nostra comunità .Â
Lei ha sviluppato un’estetica ben delineata e la si può riconoscere nelle sue tante rappresentazioni teatrali, essendo viva e cangiante, frutto di energie multiple, mortifere, metamorfosi e numerose e indefinibili caratteristiche, in un continuo divenire, un continuo proiettarsi verso ciò che ancora non è. Questa impronta le ha permesso di crearsi un pubblico di nicchia, quasi una setta per pochi iniziati , lungi dall’essere pubblico popolare. Come se il suo teatro fosse un baluardo superiore alla portata del popolo, intimorito da una ritualità che sente lontana. Prevedeva questo esito e farà qualcosa per avvicinare il popolo?Â
Non penso mai al pubblico quale limite cognitivo per la creazione. Cerco in qualÂche modo, tuttavia, di offrirgli quegli strumenti e quelle coordinate atte a decodificare lo spetÂtacolo. Sono profondamente convinto che l’unica modalità per rispettare veramente il pubblico sia quella di non assecondarne i gusti. In ogni caso, nel mio lavoro parto quasi sempre da una pulsione o da un dato estetico. Posso dire che nella mia opera è l’estetica che determina l’etica e molto raramente questo processo si inverte. Anche perché è difficile pensare per me a un mondo ideale nel quale estetica ed etica non coincidano. Solo se penso la bellezza, l’uomo può agire eticamente, quando anche l’assassinio, in tale accezione, può diventare una forma d’arte, così per citare un grande: De Quincey.
L’ultima mostra visitata.
Circa dieci giorni fa. “Cubo†un evento d’arte contemporanea in una cava nei pressi di Ancona.
Quale libro consiglierebbe? Â
Tra quelli letti e che conosco sarebbe troppo difficile sceglierne qualcuno. In questi giorni sto leggendo “lezioni spirituali per giovani samurai†di Yukio Mishima. (sarei anche un po’ geloso nel consigliarlo)
Ha mai pensato di creare a S. Croce di Magliano, suo paese natale, un Festival del Teatro di avanguardia ?
Sinceramente ci penso molto. Ma dovranno essere maturi i tempi, sperando che non sia troppo tardi. È’ un tema che bisognerebbe trattare con i politici.
Articolo 21.info, quotidiano on line riporta<< A distanza di 30 anni il nostro Paese, secondo Olivierio Beha, sta andando ben oltre le visioni pasoliniane – definite allora decadenti -. “E’ l’Italia che Pier Paolo Pasolini prefigurava tentando di esorcizzarla e che invece ci ha travoltoâ€.
In una sorta di mutazione antropologica che Pasolini trasfigurava poeticamente e che oggi è la didascalia di ogni cronaca quotidiana. E sul palco si susseguono le immagini delle mutazioni antropol-genetiche di “Cafonalâ€: specchio riflesso degli abitanti dei “palazzi del potere†dell’epoca di Pasolini e che oggi si ritrovano nel “residence di Italia†dove non è necessario saper fare quanto piuttosto esserci. Il sentimento dominante è l’ansia di esserci di una casta politica innamorata di se stessa>>. E’ d’accordo?
Pasolini è stato il mio primo grande amore, ho discusso la tesi di laurea su una sua opera teatrale “Calderonâ€, il mio primo spettacolo teatrale è stato tratto dal suo “San Paoloâ€. Una cosa a cui spesso penso, è quella di immaginarmi di sentire la sua voce in questa nostra contemporaneità traviata, da lui profetizzata.
In Italia tutto il teatro è in grave difficoltà , non sufficientemente sostenuto come avviene nel resto del mondo. I teatri , soprattutto quelli istituzionali, lamentano il modesto numero di opere contemporanee presentate, atte a tenere viva e a soddisfare la curiosità dello spettatore verso nuove proposte e nuovi stimoli. Cosa ne pensa? E riguardo ai tagli al Fondo unico per lo spettacolo, in un panorama in cui le imprese del settore non possono dichiarare lo stato di crisi e non hanno cassa integrazione, crede che le ripartizioni debbano essere affidate ad un ufficio fuori dalla politica e dai clientelismi?
Purtroppo in Italia, il teatro soprattutto, è legato a logiche statali…
In occasione della presentazione del libro “Il sonno di Macbethâ€, che si è tenuta il 14 agosto nella Sala Abraxas, la redazione di Nuovo Molise ha incontrato il regista Nicola Macolino di Antonio Petruccelli
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