Gio 1 Giu 2006
Lettera di un docente dell’artistico “in memoria di Celestino V”
Posted by Antonio Picariello under Comunicazione1 Comment
Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa lettera di un docente dell’artistico.
La riforma Moratti è stata definitivamente approvata e dovrebbe entrare a regime a partire dal prossimo anno scolastico. Nell’ultima orda riformatrice spiccano, fra le altre, le nuove disposizioni ministeriali, che con certezza decreteranno la fine dell’istruzione artistica nel nostro paese e in Europa, data l’unicità delle nostre scuole artistiche. Una fine annunciata e senza appello.
Per quale motivo ogni volta che si riforma o si mette mano a questioni riguardanti la Scuola vanno perdute potenzialità formative e culturali e, soprattutto, posti di lavoro?
I tre corsi del liceo artistico (“corso tradizionale di I sezioneâ€, “corso tradizionale di II sezione†e “corsi sperimentaliâ€) e gli Istituti d’arte, verranno soppiantati da uno degli otto licei morattiani, il liceo artistico con indirizzo “architettura, design e ambienteâ€, “arti figurativeâ€, “audiovisivo multimedia scenografiaâ€. E’ sufficiente mettere a confronto il monte ore formativo d’indirizzo specifico nelle scuole sopra citate per capire quanto accadrà : – 2.112 ore di discipline pittoriche, ripartite nei quattro anni del corso di liceo artistico di I sezione, spariranno; – 1.580 ore di discipline pittoriche di indirizzo specifico, previste per i quattro anni di formazione del liceo artistico di II sezione spariranno; – 1.056 ore di formazione specifica dei licei artistici sperimentali (progetto Leonardo) ripartite in cinque anni, spariranno.- sparirà altresì l’Istituto Statale d’Arte; Tutte queste “sparizioni†per far posto a 858 ore (ottocentocinquantotto!) di formazione artistica previste dalla “ricetta Morattiâ€. Perché quest’insensato e devastante ridimensionamento? Vale veramente la pena di strapagare fior di intellettuali e riunirli in commissioni per arrivare a partorire la conclusione che nel biennio orientativo ci saranno ben 2 ore alla settimana per ogni anno di scuola delle materie di indirizzo specifico, contro le 20 o le 16 ore attualmente previste nei licei artistici? Ovviamente no, ne converrete anche voi. A questo punto basterebbe incaricare un solo insegnante, meglio se precario, a svolgere un ambizioso compito: fare il giro delle scuole per informare la clientela/studenti su cosa si farà nel triennio successivo. E’ questa la filosofia dell’orientamento in atto nel futuro biennio orientativo o propedeutico al termine della terza media. Un biennio assolutamente inutile e declassante per la scuola e la sua utenza.
La tanto decantata aspecificità formativa che dovrebbe favorire un’educazione permanente, mettendo nelle condizioni di†imparare a imparareâ€, si otterrebbe, secondo il modello di scuola morattiana, semplicemente tagliando il numero delle ore specifiche. Che colpo di genio! Purtroppo, nessun ministro o burocrate addetto alla formazione scolastica, si è mai degnato di riflettere con attenzione e serietà sul valore formativo dell’istruzione artistica, che, aspecifica per natura, promuove una serie di dinamiche sul piano intellettuale ed emotivo all’insegna delle capacità di astrazione e della progettualità , dell’immaginazione creativa, dell’estetizzazione critica ed, in ultima analisi, della libertà di pensiero, valori notoriamente legati ad un sapere divergente. La scuola artistica italiana, ammirata e copiata in tutta Europa, potrebbe rispondere in termini di qualità formativa alle richieste del mercato, in cui la qualità rappresenta la vera ed unica chance competitiva che il nostro paese ha per il futuro. Mai capita fino in fondo per i suoi valori formativi soprattutto indiretti, non interessa a nessuno, non è protetta e non potrà difendersi dallo sfascio. Non potrà neppure contare su lobby corporative o sulla percezione comune generale, come è successo nel caso degli educatori della scienza motoria, che nell’ultima bozza del decreto ministeriale per la scuola superiore hanno fortunatamente riottenuto l’ora di educazione fisica precedentemente sottratta dal curriculum formativo. L’istruzione artistica sarà quindi definitivamente cancellata da un paese che detiene non meno del 40% del patrimonio artistico mondiale, ma non ha la minima capacità o volontà di valorizzare e promuovere questa risorsa. Ma forse non è così! Forse tutte queste riforme, a partire dalla riforma dei cicli del ministro Berlinguer, hanno un senso, uno scopo: promuovere una scuola che formi non cittadini all’insegna della pluralità e della libertà cosciente e civile, ma esclusivamente dei produttori e soprattutto dei consumatori funzionali al taglio economico e sociale che negli ultimi anni si sta irrimediabilmente radicando. Infine ho un’ultima domanda da porre al ministro della P.I.: come verranno utilizzati gli insegnanti perdenti posto della materia specifica di indirizzo “discipline pittoricheâ€? Oltre agli innumerevoli insegnanti precari, ancora in attesa del dovuto ruolo, che perderanno anche il lavoro precario, senza alcuna possibilità di tutela e, visto l’età media , neppure di riciclo in altra realtà lavorativa (ma si sa, dei precari non frega nulla a nessuno!), che fine faranno i molti insegnanti già in ruolo (secondo un calcolo attendibile non ci sarà più la disponibilità del 35% delle cattedre di discipline pittoriche previste dagli organici di diritto) che, vista la contrazione di ore specifiche, perderanno le loro cattedre?  Mi auguro che l’attuale Governo possegga la forza ed il coraggio di abrogare rapidamente l’intera riforma dei cicli scolastici superiori o almeno di porre immediato riparo all’idiota intento di ridurre l’intero attuale approccio formativo artistico a due sole ore settimanali specifiche.
Roberto Guerrini
insegnante precario nel suo diciottesimo anno di servizio
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